Cispadana, il Coordinamento: “Si grida allo scandalo per i rinvii, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso”
Attraverso una nota stampa, il Coordinamento cispadano NO autostrada – SI strada a scorrimento veloce interviene a commento delle recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del PD di Mirandola e della Provincia di Modena a proposito dei ritardi nella realizzazione della Cispadana autostradale:
"Prendiamo atto delle dichiarazioni dove la Cispadana autostradale viene paragonata alla tela di Penelope. Questo, stando alle dichiarazioni, per i continui rinvii che vengono imputati al scarso impegno a livello nazionale (che ha le sue colpe !) dimenticandosi che l’infrastruttura è di competenza regionale e che l’averla voluta “agganciare” alla concessione della A22 ne è di conseguenza influenzata. E’ perciò bene chiarire alcuni aspetti di questa “intrigata” vicenda: 1) come già detto la competenza è regionale con tutte le scelte e responsabilità che ne conseguono. 2) la “tela” ha origini nel lontano 2004 (variazione tipologia di infrastruttura nel 2006) quando fu deciso, contro ogni logica trasportistica, economica e ambientale, di abbandonare la realizzazione dei tratti mancanti della Strada a scorrimento veloce (completamento previsto tra il 2007 e il 2009 con 85 milioni di spesa) e avventurarsi nella realizzazione di una nuova autostrada (di esclusiva competenza regionale) che allora veniva data per terminata nel 2014 con un costo
complessivo di un miliardo e 170 milioni di cui 179 a carico della Regione. Chi ha avuto la pazienza di seguire la vicenda sa bene che la “tela” incominciò a procedere a rilento fin da subito per l’assegnazione della Concessione in Project financing, per la progettazione, per la valutazione del Ministero competente (dal 2012 in pieno marasma post-terremoto al 2017), per un rinvio al progettista causa la scarsa qualità del progetto, per le varie difficoltà di trovare la quadra tra le tante richieste di miglioramento, per le oltre 200 prescrizioni della VIA e non ultimo il problema dei costi lievitati a quasi due miliardi nel 2023 (di cui 279 milioni per l’opera + altri 400 per le opere compensative e di adduzione a carico della Regione, 200 dello Stato e il resto a carico della concessionaria ARC), per non riuscire a fare quadrare i conti e di conseguenza non potere approntare il PEF (Piano Economico Finanziario). Anni trascorsi inutilmente in cui ogni tanto il Presidente della Regione o l’Assessore di turno o un qualsiasi altro esponente politico regionale annunciava come imminente l’apertura dei cantieri.
Nel frattempo il panorama trasportistico è radicalmente cambiato (lo si sapeva fin dal 2002 – vedi Libro bianco della Commissione trasporti della UE) e la Concessione di A22, data per scontata ad Autobrennero, ha trovato, e trova ancora, intoppi a non finire (problemi di assetto societario, disposizioni comunitarie baldanzosamente, e trasversalmente, snobbate dalla politica nazionale) con il risultato che dopo oltre 20 anni il territorio non ha ancora quella risposta, trasporti e collegamenti con il resto d’Europa, che invece avrebbe avuto con la strada a scorrimento veloce (rete locale) e relative infrastrutture ferroviarie (potenziamento rete ferroviaria e piattaforme intermodali). Snobbata anche la proposta del Coordinamento di stralciare la Cispadana dalla Concessione A22 e intraprendere la realizzazione di un primo tratto di strada a scorrimento veloce da Reggiolo a Mirandola. Oggi si grida allo scandalo per i continui rinvii (tela di Penelope) mentre sarebbe opportuno, e onesto, che gli stessi che gridano alla luna facessero una pur minima riflessione prendendo atto che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Noi del Coordinamento riproponiamo la disponibilità ad aprire, nel breve tempo e nella prospettiva del nuovo PRIT, un serio tavolo di confronto tra la Politica, il sistema imprenditoriale e tutte quelle voci che vengono dalla società civile, dove verificare le reali necessità (guardando al futuro) del territorio e le opportune scelte trasportistiche. Come è ben chiaro la “tela” non è figlia di Penelope ma dell’inadeguatezza di una classe politica autoreferenziale che guarda al futuro con gli stereotipi del passato".
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