Metalmeccanici, Giovani Democratici: “Il Decreto sicurezza è un attacco frontale al diritto allo sciopero”
MODENA - Pubblichiamo la nota di Filippo Simeone e Matteo Silvestri, segretari dei Giovani Democratici rispettivamente dell’Emilia-Romagna e della provincia di Modena.
Oltre 10 mila persone in corteo a Bologna, stamattina, per rivendicare il diritto al rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, scaduto da più di un anno. Una manifestazione partecipata numerosamente, promossa unitariamente da tutte le sigle sindacali del settore: FIM, FIOM e UILM. Un segnale forte di coesione e determinazione del mondo del lavoro, culminato con l’ingresso simbolico in tangenziale e il sostegno spontaneo di automobilisti e camionisti in transito.
“Oggi non si è consumato un reato, ma un esercizio legittimo di democrazia. Il corteo dei metalmeccanici è stato un gesto di dignità collettiva. Denunciarli penalmente è inaccettabile. Questo è atteggiamento anti-sindacale, mascherato dalle norme che si autodefiniscono ‘sulla sicurezza’” dichiara Filippo Simeone, segretario regionale dei Giovani Democratici dell’Emilia-Romagna.
La manifestazione si inserisce nel quadro dello sciopero generale di 8 ore proclamato a livello regionale da FIM, FIOM e UILM, dopo le 32 ore già effettuate nei mesi scorsi, per rimuovere il blocco della contrattazione collettiva nazionale e sbloccare un confronto negato da mesi da Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica-Confapi.
In ballo c’è il futuro di oltre 2 milioni di lavoratrici e lavoratori del comparto metalmeccanico: la piattaforma sindacale chiede aumenti salariali adeguati, misure concrete contro la precarietà, più tutele e più sicurezza sui luoghi di lavoro.
“È normale – si chiede Simeone – che in un Paese democratico si arrivi a denunciare penalmente dei manifestanti per aver esercitato un diritto tutelato dalla Costituzione? Per noi no. È un campanello d’allarme gravissimo che merita una risposta politica netta da parte del Governo e la solidarietà di tutta la comunità lavoratrice. Quando a scendere in piazza in modo pacifico sono 10 mila persone, non si può rispondere con la repressione, ma con l’ascolto.”
Al centro delle polemiche la decisione della Questura di Bologna di procedere con denunce penali nei confronti dei manifestanti, appellandosi alle nuove disposizioni contenute nel cosiddetto ‘Decreto Sicurezza’ recentemente approvato dal Governo Meloni.
“Quella norma non ha nulla a che vedere con la sicurezza – incalza Matteo Silvestri, segretario dei Gd della provincia di Modena – ma è un dispositivo autoritario che trasforma il dissenso in reato, reprime chi alza la testa per rivendicare diritti e "casualmente" colpisce in modo mirato chi lavora. Questa è la dimostrazione che il Decreto Sicurezza è un attacco frontale ai principi costituzionali della nostra Repubblica.”
Infine, conclude Simeone: “La politica, le istituzioni e le imprese devono tornare ad ascoltare chi lavora, non minacciarlo. Come Giovani Democratici dell’Emilia-Romagna saremo sempre dalla parte di chi lotta per salari giusti, diritti tutelati e dignità sul posto di lavoro. Scioperare non è un crimine. Chiedere un contratto giusto non è un reato. Difendere i diritti non può essere considerato un blocco alla società: è, al contrario, il modo per farla andare avanti”.
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