Siulp: “Tante belle parole, ma si rafforza il concetto di impunità in chi delinque”
Una nota da parte della Segreteria Sindacale di Modena del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia, che sottolinea la necessità di rivedere determinate procedure per una maggiore garanzia della vittima e una maggiore certezza della pena:
Molti di noi del Siulp, hanno i capelli bianchi che stanno a segnalare memoria storica per ciò che era Modena 15 o 20 anni fa, riguardo la sicurezza e la criminalità, in determinate zone della città, oppure in alcune località di questa provincia. Oggi, quando leggiamo e verifichiamo direttamente che alcuni problemi sono catalogabili esclusivamente come “degrado”, non possiamo non far notare che questa realtà, seppur spiacevole, non è affatto competenza della Polizia di Stato, ma di altri enti e organi, che sono deputati al mantenimento del benessere e della vivibilità di paesi, quartieri e città. Il degrado non è un reato, rassegnatevi. È un indice di vivibilità, è il sintomo di un malessere, è l’indicatore di come talune zone reagiscono o meno di fronte a realtà consolidate che solo gli stolti possono far finta di non vedere, ma di sicuro non è un reato. I reati sono altra cosa: sono previsti dal Codice Penale e da leggi dello Stato e prevedono procedure applicative e sanzioni ben precise: questo è di certo un dovere della Polizia di Stato, che ha fra i suoi compiti statutari quello di far rispettare leggi e regolamenti, perseguendo i trasgressori. Se però nel tempo molte leggi, non certo per responsabilità della Polizia di Stato, sono state talmente diluite e rese assolutamente inefficaci dal legislatore, non si può certo pretendere che i poliziotti decidano arbitrariamente su cosa fare a chi delinque e quale pena applicare. Sono anni e anni che chiediamo certezza della pena e cosa abbiamo ottenuto? Che le leggi sono sempre più garantiste e permissive, che le vittime non sono affatto tutelate e che gli strumenti per noi – che con chi delinque ci confrontiamo vis a vis – sono sempre più scarsi e inefficaci. Volete che chi delinque e commette reati vada in carcere? Innanzitutto, non dovete chiedere sforzi straordinari alla Polizia, perché a Modena e provincia non è possibile spremere più di cosi il personale, perché aggiungere straordinario allo straordinario significa da una parte mortificare chi veste la divisa e, dall’altra, rafforzare il concetto d’impunità in chi delinque. Tra l’altro in un periodo di emergenza sanitaria che, come le cronache giornaliere riportano, contano vittime, o contagiati, o positivi nelle file delle forze dell’ordine costringendo alla “quarantena” ovvero alla sospensione dal servizio di intere squadre o uffici di Polizia. Causa anche della scarsa attenzione che il Ministero riserva alla prevenzione e tutela sanitaria dei poliziotti che, come a Modena, non dispongono di termoscanner portatili o di un protocollo ufficiale da attivare in caso di contatto con persona sospetto positiva o malata. Scaricando la responsabilità sui capoufficio o capoturno che, nel caso, sulla base delle proprie esperienze, adottano procedure dettate dal buon senso del buon padre di famiglia, senza avere però, competenze sanitarie. In secondo luogo, cambiate le leggi affinché chi commette un reato sia chiamato a risponderne, ma non fra 3 o 4 anni, con la condizionale e una multa che non pagherà: deve risponderne subito, con una pena commisurata e soprattutto, per certi tipi di reato, risarcendo la vittima! Rivediamo le procedure per i delinquenti abituali e per i pluripregiudicati e facciamo rifondere il danno a chi ha subito un furto, una rapina, lesioni eccetera. Inoltre, è fondamentale che questo territorio abbia un organico commisurato al potenziale espresso: questa è una provincia d’eccellenza, che esprime iniziativa, capacità imprenditoriale, forza lavoro e soprattutto paga tante, tantissime tasse. Perché mai deve continuare ad essere considerato un territorio di serie C, quando invece si esprime e vive a pieno titolo come una serie A? I problemi di sicurezza e di legalità non si risolvono di certo soltanto con organici massicci, questo è vero, ma dall’avere un organico adeguato a vivere la realtà attuale, non solo per Modena, c’è una differenza abissale. Noi non possiamo fare più di quel che facciamo, ecco perché vorremmo più onestà intellettuale e soprattutto più fatti concreti, anziché belle parole e dichiarazione d’intenti che, per quel che vediamo, cercano di scrollare alcune pesanti responsabilità addossandole esclusivamente alla Polizia di Stato.
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