25 aprile a Mirandola, l’Anpi: “E’ fascismo non poter ascoltare Bella ciao durante le celebrazioni”
MIRANDOLA - Non si placano le polemiche per quel che è accaduto domenica 25 aprile a Mirandola, quando il sindaco leghista Alberto Greco ha lasciato la piazza mentre i cittadini cantavano "Bella ciao", storica canzone della Resistenza che non era quest'anno in programma nel corso della deposizione degli allori in piazza in memoria dei caduti. Una decisione che il sindaco ha spiegato come arrivata perché la cerimonia ufficiale era ormai finita, e la canzone era stata intonata da una quindicina di persone del pubblico, con fazzoletto rosso e mascherina, non invitate ufficialmente perché la cerimonia doveva sottostare alle rigide prescrizioni no Covid.
Ma la mancata proposta di "Bella ciao" nella celebrazione organizzata dal Comune di Mirandola e il sindaco che si è tolto la fascia tricolore ed è andato via mentre i cittadini la cantavano è stato visto come uno sfregio.
Scrivono dall'Anpi Mirandola in un comunicato del direttivo del 25 aprile:
Fascismo è autoritarismo, autocratismo e totalitarismo Fascismo è violenza in tutte le sue forme: fisica, psicologica, intellettuale. Fascismo è Impedire l'accesso alla cultura Privare della libertà d'espressione Censurare ciò che non piace Negare la memoria della Liberazione Fascismo è non poter ascoltare Bella Ciao e qualsiasi altro canto partigiano durante le celebrazioni del 25 aprile Fascismo è privare una città del giusto tributo alla sua memoria e alla sua identità. E quella città umiliata, offesa e mutilata della sua identità è Mirandola oggi, 25 aprile 2021, 76 anniversario della liberazione.
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