Vaccinazione anti-Covid ai bambini di 5-11 anni: primi risultati dell’indagine Ausl
Oltre 3.400 i questionari compilati, 1000 in più rispetto alla fascia precedente, un numero che rende i risultati ancor più attendibili nel mostrare come i genitori si informano sulle vaccinazioni anti covid-19, attraverso quali fonti e quali sono le figure di riferimento.
I primi dati
Dalle prime elaborazioni sui dati ottenuti è emerso che il 42% delle persone si è detto favorevole alla vaccinazione, un dato sostanzialmente in linea con l'adesione agli appuntamenti offerti dall’Ausl alle famiglie per la somministrazione ai loro figli. Sul totale dei questionari analizzabili, accanto ai favorevoli (42.59%), fasce rilevanti si considerano dubbiose (35.50%), o esitanti/riluttanti (21.92%). In questo senso aver ricevuto risposta anche da persone non necessariamente favorevoli alle vaccinazioni ha contribuito ad approfondire ancora meglio gli aspetti relativi ai dubbi e alle paure delle famiglie.
L’80% dei questionari è stato restituito da donne, segno che quando si parla di vaccinazione il caregiver di riferimento è molto spesso la madre. I genitori più giovani tendono a essere più sensibili alla disinformazione, e la paura degli effetti secondari e degli eventi avversi gravi porta a ritardare o evitare le vaccinazioni, una paura che è principalmente generata dalla disinformazione.
“Per effetto del cosiddetto bias di conferma, la paura – ha chiarito presentando i dati Stefano Zona, infettivologo della Pediatria di Comunità – induce a cercare ulteriori ‘informazioni’ che confermano la paura stessa, creando spesso un circolo vizioso. Per questo è sempre più importante una corretta informazione: dai dati emerge ancora una volta che il ruolo del pediatra rimane fondamentale, confermando come i sanitari più prossimi al paziente da vaccinare siano cruciali nell’informare correttamente e orientare verso la vaccinazione. Anche coloro che sono emersi come esitanti e riluttanti nelle risposte, mostrano comunque un livello di fiducia abbastanza elevato nei pediatri e nei medici di medicina generale”.
La responsabilità degli operatori sanitari e dei medici è pertanto elevata e conferma la necessità di una corretta formazione degli operatori - sia in ambito tecnico sia comunicativo - sui vaccini. Rispetto ai dubbi dei genitori, quelli sugli esiti avversi sono sempre i più rilevanti, nonostante i dati raccolti attraverso la vaccinazione di milioni di bambini in tutto il mondo abbiano migliorato la comunicazione del rapporto rischi - benefici della vaccinazione.
“Abbiamo raccolto un’adesione oltre le aspettative e la maggior parte dei questionari erano corretti dal punto di vista statistico. Non hanno risposto solo gli entusiasti, quelli già favorevoli alla vaccinazione, ma un'ampia platea di persone, che non possiamo che ringraziare per aver voluto fare la propria parte nell’aiutarci a comprendere meglio gli atteggiamenti dei genitori nei confronti del vaccino – conclude Silvana Borsari, direttrice sanitaria Ausl – Partiremo da questi dati e ci impegneremo a informare sempre meglio, per venire incontro alle domande e necessità di chiarimento di cui i genitori hanno bisogno, grazie anche alla costante sinergia e collaborazione con i medici e i pediatri di libera scelta del nostro territorio che da sempre ci aiutano nella vaccinazione”.
Il questionario
Diffuso attraverso sito e social network dell’Azienda USL e con la collaborazione di personale sanitario della provincia di Modena (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, strutture della Pediatria di Comunità), lo studio ha indagato gli aspetti demografici, economici, di informazione e percezione dei vaccini, della malattia Covid-19 e dei vaccini anti-Covid legati all’esitazione vaccinale da parte dei genitori. In particolare, il questionario ha analizzato tre macro-categorie: accettabilità ed esitazione vaccinale generale; percezione del rischio della malattia Covid-19, della sicurezza e dell’efficacia dei vaccini anti-Covid; propensione alla vaccinazione anti-Covid per sé e per i figli.
I risultati, sovrapponibili ai fattori già noti dell’esitazione parentale per gli altri vaccini, saranno utilizzati per disegnare e indirizzare campagne informative dedicate, allo scopo di veicolare informazioni corrette e ridurre così l’esitazione vaccinale verso la vaccinazione anti-Covid.
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