Limidi, Sara Bocchicchio: “Ecco come ti porto la dislessia in azienda”
di Francesca Monari
LIMIDI - Sara dopo aver abitato per alcuni anni nel Lazio, da qualche mese è rientrata nel suo paese di origine, Limidi. Con lei vivono il compagno - da lei definito un cuoco eccezionale - e Senad, un dolcissimo cagnolino di razza staffordshire bull terrier.
Sin da piccola era affascinata dalle infinite sfumature delle persone, attenta ai loro gesti, alle loro parole, alle loro emozioni e continuamente entusiasta di poterle ascoltare e consigliare.
Quando per lei arriva il momento di scegliere il percorso scolastico non ha alcun dubbio: liceo socio-psico-pedagogico, laurea in neuropsicologia che consegue con il massimo dei voti e a seguire un ‘fortunato’ tirocinio presso l’Ospedale di Reggio Emilia.
‘Fortunato’ perché è in quell'Ospedale, affiancando il collega che si occupava di diagnosi di Dislessia e Disturbi Specifici di Apprendimento nell’adulto, che ha la conferma che quel ruolo le corrisponde perfettamente.
Ed è lì che dopo l’esame di stato per ottenere l’abilitazione alla professione, una borsa di studio annuale la vede nuovamente impegnata.
Ma è quando quell’anno termina che per Sara arriva la svolta.
Mentre proseguiva la specializzazione in un altro ruolo, che non sentiva invece suo, riceve una telefonata. Era il presidente di Fondazione Italiana Dislessia che le chiedeva di trasformare una loro intuizione in un progetto!
“Per creare un ambiente lavorativo il più possibile idoneo a chi ha delle difficoltà certificate che non permettono di leggere, scrivere o calcolare in modo corretto e fluente è nato il marchio “dyslexia friendly”. Un percorso di formazione che le aziende possono fare insieme ai ricercatori della Fondazione, al fine di valorizzare queste persone sin dal processo di selezione” - spiega la dottoressa Bocchicchio.
La dislessia c’è ma non si vede e mentre a scuola vengono messi in atto dei piani compensativi, nel mondo del lavoro l’argomento era ancora tutto da affrontare fino a che non è arrivata lei: “nelle aziende italiane - spiega - la conoscenza della dislessia è quasi nulla, ma se c’è sensibilità si tratta solo di organizzarsi”
“Non nego di sentirmi un po’ sola a volte...in Italia gli psicologi che lavorano in questo ambito si occupano prevalentemente di età evolutiva e sono davvero pochi quelli interessati al mondo degli adulti. L'errore risiede nella mancanza quasi totale di formazione sul tema, a sua volta conseguente a una mancanza di studi scientifici dedicati e di prassi validate scientificamente. Negli ultimi mesi sono stati raggiunti due traguardi importanti dal punto di vista normativo: Il decreto-legge n.80 del 9 giugno 2021 assicura alle persone con DSA l’accesso a strumenti compensativi e misure dispensative nelle prove scritte di tutti i concorsi pubblici. La più recente legge n. 25 del 28 marzo 2022, introduce diritti fondamentali per i lavoratori che potranno scegliere di dichiarare il disturbo con la garanzia di accesso a strumenti e accomodamenti ragionevoli nelle prove di selezione e nel corso di tutto il percorso professionale” - specifica.
La risonanza che il progetto ha avuto grazie alle prime grandi aziende e società di selezione del personale che hanno aderito, hanno portato oggi ad averne altre 10 che lo stanno avviando.
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