SS568 Ravarino-Camposanto e tangenziale-bretella di Ravarino: “Tempo scaduto. Dalle parole si passi ai fatti”
RAVARINO, CAMPOSANTO – Attraverso una nota stampa, il Comitato Ravarino Più Vivibile e Sicura interviene sui temi SS 568 Ravarino-Camposanto e tangenziale-bretella di Ravarino:
“Basta coi progetti faraonici miliardari di infrastrutture, caldeggiati anche dalla Regione Emilia-Romagna, da altri Enti ed Autorità locali, dagli enormi impatti ambientali/territoriali e per giunta di discutibilissima utilità per i nostri territori. Occorre invece concentrarsi sulle VERE “GRANDI OPERE” che, relativamente alla viabilità, sono quelle di adeguamento e messa in sicurezza di strade locali, anche Provinciali, che negli ultimi 25 anni hanno subito forti incrementi di transiti veicolari anche pesanti e che oggi non sono più in grado di assolvere al compito che viene richiesto loro quotidianamente. Strade che devono assicurare sicurezza e vivibilità a centinaia di migliaia di persone che vivono nelle nostre Province o che vi transitano.
Quelle sulle quali ogni giorno si verificano incidenti a volte anche mortali e tanto altro. (Senza parlare delle centinaia di Km di strade di collina e del nostro Appennino soggette a dissesti). Fino a che non cambieranno le politiche dei trasporti su gomma e pubblici, questi sono secondo noi gli obiettivi minimi a cui tendere. Nel 2019 chiedemmo un incontro col neo eletto Presidente della Provincia Tomei. Una delegazione del nostro Comitato fu ricevuta il 17 maggio 2019 assieme alla sindaca di Ravarino, Maurizia Rebecchi, alla presidente del Comitato Genitori Ravarino.
I punti principali trattati nel corso dell’incontro furono i seguenti: SP568 via Muzza: stato attuale – riqualificazione tratto Ravarino – Stuffione – Camposanto; Tangenziale di Ravarino: studio di fattibilità e ipotesi future. Sulla Tangenziale di Ravarino uscimmo dall’incontro molto scoraggiati, venuti a conoscenza nel corso dell’incontro dei “i treni persi” dalle precedenti Amministrazioni Locali per la sua realizzazione e le ingenti risorse messe a disposizione dalla Provincia per la sua progettazione, tanto che Tomei concluse sull’argomento sostenendo che occorresse “..pensare ad un progetto di interesse collettivo (Unione del Sorbara) per poter procedere con l’iter che porterà alla realizzazione della tangenziale”. Sui lavori di adeguamento della sede stradale della SP568, sul maledetto tratto Ravarino-Camposanto, ci venne invece illustrato lo studio di fattibilità già realizzato dalla Provincia con tanto di previsione di 4 lotti di interventi e costi complessivi stimati.
Il problema fondamentale era allora definire dove reperire i fondi ed individuare gli interlocutori (ANAS – Regione). Per realizzare solo queste opere, sarebbero occorse tutte le risorse annuali a disposizione della Provincia di Modena! Nel 2019 si stava ancora discutendo se, non esistendo più – sulla carta – le Provincie (rimaste a secco di fondi necessari per compiere tutta una serie di opere di loro competenza), queste strade dovessero o meno ri-transitare per competenza all’A.N.A.S. (Stato ). Bene. Dallo scorso 8 Aprile 2021, questo tratto di strada (come diverse altre della nostra Provincia) è passato di competenza dalla Provincia all’ANAS. Da anni le Amministrazioni e i Sindaci di Ravarino, Camposanto e Crevalcore Maurizia Rebecchi, Monja Zaniboni e Marco Martelli (e anche il nostro Comitato) hanno segnalato e segnalano la pericolosità del tratto della Strada statale 568 e la sua inadeguatezza a sopportare gli attuali volumi di traffico, leggero e pesante: numerosi sono gli incidenti che comportano disagi gravi per una viabilità già di per sé difficile.
Ora il tempo è scaduto: si passi dalle parole ai fatti. E’ senz’altro positivo che Regione Emilia Romagna si sia di recente impegnata a monitorare questo percorso e a vigilare affinché la Strada statale SS568 sia inserita nel programma di ANAS fra gli interventi della rete stradale nazionale – di cui fa
parte – che hanno maggiore probabilità di trovare la copertura economica, avendo esigenze improrogabili di sicurezza e costi relativamente contenuti”. Tuttavia secondo noi il tema va inserito in un contesto di criticità territoriale ben più ampio, che deve come minimo occuparsi del collegamento tra la SP1 e il tratto SS568 da Ravarino a Camposanto. E’ giunto il momento di progettare la Tangenziale/bretella di Ravarino. Infatti, oltre ai ricorrenti incidenti sul quel tratto abbiamo quelli degli autotreni che escono di strada nel tratto che da località La Grande porta alla frazione di Rami di Ravarino, sul quale, data le strette dimensioni della sede stradale non riescono ad incrociarsi autotreni con autotreni e/o con pullman. Chi tenta di farlo, senza cedere il passo all’automezzo che sta incrociando, oltre a rischiare il ribaltamento, o l’uscita di strada, abbatte la segnaletica stradale ai margini delle carreggiate. Come è possibile che nel 2022 autotreni enormi e servizi pubblici transitino su arterie, centri urbani, spesso anche a velocità sostenute, potendo “al limite” incrociare una utilitaria che proviene dalla direzione opposta di marcia? Come è possibile spostarsi a piedi, in scooter o in bicicletta in questi contesti?Bene il procedere per tratti e stralci, ma, nel nostro caso, solo dopo avere licenziato un progetto complessivo di interventi sulla viabilità che risolva il problema di migliaia di veicoli, autotreni, mezzi pubblici che ogni giorno da Bomporto/Nonantola transitano sul territorio Ravarinese diretti verso il Bolognese, il Centese o Camposanto/Bassa Modenese o viceversa. Basta coi progetti faraonici miliardari di infrastrutture, caldeggiati anche dalla Regione Emilia-Romagna, da altri Enti ed Autorità locali, dagli enormi impatti ambientali/territoriali e per giunta di discutibilissima utilità per i nostri territori. Occorre invece concentrarsi sulle VERE “GRANDI OPERE” che, relativamente alla viabilità, sono quelle di adeguamento e messa in sicurezza di strade locali, Provinciali, che negli ultimi 25 anni hanno subito forti incrementi di transiti veicolari anche pesanti e che oggi non sono più in grado di assolvere al compito che viene richiesto loro quotidianamente. Strade che devono assicurare sicurezza e vivibilità a centinaia di migliaia di persone che vivono nelle nostre Province o che vi transitano. Quelle sulle quali ogni giorno si verificano incidenti a volte anche mortali e tanto altro. (Senza parlare delle centinaia di Km di strade di collina e del nostro Appennino soggette a dissesti). Fino a che non cambieranno le politiche dei trasporti su gomma e pubblici, questi sono secondo noi gli obiettivi minimi a cui tendere”.