Giovani e lavoro. Da Mirandola a Londra passando per Bogotà, Elena Forapani si racconta
di Francesca Monari
MIRANDOLA – A Londra Elena lavora come Facade engineer, un ruolo che si occupa del disegno e calcolo delle facciate degli edifici, dalla ristrutturazione di quelli storici, ai grattacieli moderni. Le è sempre piaciuta l’idea di disegnare gli edifici, di dare forma allo spazio vissuto, alle cose che ci circondano. Edile-architettura le avrebbe insegnato il giusto mix di design e tecnica per poterlo fare. E oggi è proprio questo quello che fa.
27 anni, mirandolese, ama la pallavolo, la musica e i viaggi. Dopo il diploma si è trasferita a Bologna per conseguire la laurea magistrale in Ingegneria edile-architettura e, sempre spinta dal desiderio di viaggiare, ha trascorso il quarto anno in Erasmus a Valencia e ancora prima, durante il Liceo, alcuni mesi in Australia.
“Nell’estate 2019, invece, sono partita da sola per Bogotà, grazie ad una borsa di studio per scrivere la tesi presso la Universidad Nacional de Colombia. Ogni esperienza all’estero mi ha sempre fatto conoscere e crescere tanto, ma allo stesso tempo mi ha legato sempre di più alla mia famiglia che resta sempre il mio porto sicuro. Ed è a Bologna che a marzo 2020 mi sono laureata” – racconta.
Laurea conseguita in piena pandemia, giusto?
“Si, cinque giorni prima della laurea ci e’ stato detto che ci saremmo laureati online da casa, cosa che può risultare comune oggi ma tre anni fa sembrava un’utopia, anzi una distopia. Laureata e senza un impiego sono rimasta a casa con i miei genitori durante tutto il periodo del lockdown ad inviare curriculum a cui non ho mai ricevuto riscontri”.
Ma nonostante tutto, Forapani non si è persa d’animo e ha raggiunto un altro importante obiettivo; mentre collaborava a un progetto di ricerca con un professore dell’università, studiava per l’esame di stato da ingegnere. Esame superato a luglio di quello sfortunato 2020.
Esame che però ti ha portato bene…
“Si perchè neanche a farlo apposta il giorno stesso ho ricevuto l’offerta di lavoro che mi ha portata a Londra. Senza pensarci due volte ho chiuso ancora una volta la mia vita in 20kg di bagaglio e sono partita. Con la pandemia in corso non è stato facile: potevo tornare poco in italia e qui non avevo la possibilità di conoscere delle persone perché lavoriamo da casa. Inutile anche dire la difficoltà di imparare un mestiere tramite uno schermo” – dice.
E adesso come va?
“Ora sono molto contenta della scelta che ho fatto, faccio un lavoro che mi appassiona molto ma mi lascia il tempo di coltivare le mie passioni: lo sport e l’architettura. Infatti continuo a giocare a pallavolo e beach volley, ma collaboro anche con un magazine importante nel campo dell’architettura e ingegneria, con sede a Bologna, scrivendo articoli riguardo architettura e design di interni”.
Com’è Londra?
“É una città incredibile, non ci si annoia mai! Qui ognuno può trovare la propria dimensione, dal caos della metropoli alla tranquillità dei parchi di periferia” – conclude.
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