Nella città israeliana di Rosh Ha’ayin inaugurato il Parco Nonantola
NONANTOLA – Nella giornata di ieri, lunedì 27 marzo 2023, una delegazione dell’Amministrazione comunale di Nonantola composta dal vicesindaco Enrico Piccinini e dall’assessora Tiziana Baccolini ha partecipato, in rappresentanza dell’intera comunità e di Fondazione Villa Emma, all’inaugurazione del Parco Nonantola nella città israeliana di Rosh Ha’ayin.
Hanno fatto parte della delegazione nonantolana anche alcuni membri della famiglia Moreali; Clelia Reggiani, erede di don Arrigo Beccari; e Angelo Giacobazzi, oggi proprietario di Villa Emma. Alla cerimonia, oltre al sindaco di Rosh Ha’ayin Shalom Ben Moshe e a diversi membri del Consiglio comunale locale, hanno preso parte anche l’ambasciatore d’Italia in Israele, Sergio Barbanti, alcuni rappresentanti dello Yad Vashem ed una nutrita rappresentanza delle famiglie dei “ragazzi di Villa Emma”, fra cui uno degli ultimi sopravvissuti ancora viventi.
La cerimonia è stata aperta da un toccante messaggio del presidente di Israele Isaac Herzog. Il parco Nonantola è stato fortemente voluto dal sindaco di Rosh Ha’ayin, venuto a conoscenza della vicenda dal proprio collaboratore Tsuriel Sdomi in seguito ad un suo concerto con la locale orchestra di mandolino alcuni anni fa in Italia, e, come riportato nella lapide scoperta ieri, è dedicato “agli abitanti del paese che hanno devotamente salvato 73 bambini ebrei durante la seconda guerra mondiale insieme al gruppo dei loro accompagnatori”.
L’iniziativa di lunedì 27 marzo ha rappresentato il momento conclusivo di un percorso che ha visto una piccola delegazione israeliana ospite a Nonantola lo scorso mese di gennaio e pone le basi per proficue relazioni future.
“Ci stiamo abituando a ricevere ospiti da tutto il mondo che vengono a visitare Villa Emma, ma non riusciamo ad abituarci al profondo enorme rispetto che i cittadini di Israele e tutta la comunità ebraica portano per il coraggio e la solidarietà mostrata dai nonantolani al tempo della Seconda guerra mondiale, anche perché da sempre chi ricorda quel tempo dice che fu fatto semplicemente quello che andava fatto. Senza chiedersi nulla di più, anche se quel di più significava correre un rischio enorme per sé e per la propria famiglia”, così hanno commentato Tiziana Baccolini ed Enrico Piccinini, a conclusione della cerimonia odierna.
La giornata non poteva essere più simbolica. Contemporaneamente, a Nonantola, è stata consegnata l’area di Prati Galli all’impresa aggiudicataria per la realizzazione del luogo di memoria “Davanti a Villa Emma”, su cui la fondazione Villa Emma, con il supporto delle istituzioni locali, ha assiduamente lavorato negli ultimi anni.
Il discorso integrale del vicesindaco Enrico Piccinini
“Gentile sindaco, Signor ambasciatore d’Italia in Israele, rappresentanti dello Yad Vashem, signori ospiti, studenti ed insegnanti, membri dell’orchestra e del coro, stimati cittadini di Rosh Ha’ayin, grazie per averci voluto qui oggi.
Desidero innanzitutto portare a voi il saluto del Sindaco di Nonantola, Dr.ssa Federica Nannetti, che non ha potuto essere qui oggi di persona, dell’Amministrazione Comunale e quello di tutta intera la comunità che ho l’onore di rappresentare davanti a voi insieme alla collega Tiziana Baccolini.
Nonantola è un comune al centro della Pianura Padana, conosciuto dagli storici del medio evo per la sua millenaria Abbazia e per il tesoro dell’antico monastero. Per molti altri è solo uno degli oltre ottomila anonimi comuni d’Italia. Per la comunità ebraica no: è un luogo conosciuto, da visitare perché rappresenta un luogo di vita. Anche se sono passati 80 anni dai fatti di Villa Emma.
La visita di una piccola delegazione di Rosh Ha’ayin a Nonantola due mesi fa per consegnare l’invito ufficiale a partecipare a questa celebrazione è un privilegio speciale che ci rende orgogliosi e felici nella nostra qualità di nipoti e pronipoti di quella generazione e di rappresentanti odierni della comunità nonantolana, eredi più o meno consapevoli di un piccolo pezzo di storia, la cui memoria va preservata e tramandata di generazione in generazione.
Villa Emma fu una piccola luce in un buio profondo. Una luce piccola, accesa da don Arrigo Beccari e da Giuseppe Moreali, ai quali è già stato riconosciuto il ruolo guida in quell’episodio con la nomina a Giusti fra le Nazioni. Il parroco ed il medico, che all’epoca erano un punto di riferimento per tutta la comunità, fatta principalmente di contadini. Gente abituata alla fatica e a condividere il pane. Da una parte donne e uomini semplici che fecero una cosa che per loro era normale: contribuire attivamente ad aiutare chi era in pericolo. Dall’altra donne e uomini altrettanto semplici che non fecero nulla e rimasero in silenzio: ed anche questo ha significato aiutare chi era in pericolo. Così, una luce piccola è diventata una luce duratura.
Dedicare un parco alla comunità di Nonantola riconosce il ruolo di quelle donne e di quegli uomini e per questo a nome di tutti i loro eredi diretti e di chi oggi abita, vive e fa vivere Nonantola, ringraziamo di cuore il sindaco di Rosh Ha’ayin, Shalom Ben Moshe, e tutte le persone che hanno ideato e poi concretizzato questa idea. Dedicare un parco alla comunità di Nonantola crea un forte legame fra i nostri comuni che va sviluppato.
Permettetemi un’ultima riflessione. Il mondo è molto cambiato dai tempi dei fatti di Villa Emma e anche Nonantola, ovviamente, è molto cambiata dalla Nonantola dei ragazzi di Villa Emma. Probabilmente in meglio: per molti di noi il mondo è pieno di opportunità garantite da 80 anni di pace. Ciononostante, nel mondo oggi si contano una sessantina di guerre, conflitti e lotte armate e ci sono tensioni internazionali molto forti. La storia ci ha mostrato che, dove c’è una guerra, follia e buio sono sempre un rischio fin troppo concreto. Dove c’è povertà, c’è sempre chi parte per cercare un futuro. Dove c’è una guerra, c’è sempre chi fugge per conquistarsi un futuro, qualunque esso sia. Sarebbe possibile un’altra Villa Emma nella società di oggi? Non ho una risposta definitiva. Forse no, troppo diverso il mondo, troppo diversi noi che lo abitiamo. O forse sì, perché ci saranno sempre dei giusti che metteranno a rischio la propria vita per qualcun altro di cui nemmeno conoscono il nome. Passeggiare in questo parco, simbolo di vita, ci faccia sempre riflettere sulla risposta”.
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