Processo Alice Neri, Udi Modena: “Si sta delineando il modus operandi di Gaaloul con le donne”
CONCORDIA, RAVARINO - Nota stampa di Udi Modena, a firma di Serena Ballista, presidente UDI Modena, e dell'avvocata Sonia Lama, in merito all'ultima udienza del processo per l'omicidio di Alice Neri, in cui l'unico imputato è Mohamed Gaaloul:
"Nello stesso luogo in cui è stato ritrovato il cadavere di Alice Neri, l'imputato avrebbe abusato sessualmente di un'altra donna, sua conoscente. È quanto sarebbe emerso dalla udienza del 13 novembre 2024 dal racconto di quella che parrebbe essere un'ulteriore vittima dell'imputato, mentre altri continuano nel frattempo a cercare fantasmi nella nebbie della Bassa, alimentando suggestioni in aula e a mezzo stampa. Secondo noi, si starebbe delineando il modus operandi di Gaaloul con le donne, o meglio contro di loro: oggetti utili da sfruttare per il proprio tornaconto personale, funzionali alle proprie esigenze quotidiane, economiche e sessuali, dove proprio la leva sessuale verrebbe utilizzata come strumento di ricatto, gratifica o punizione, e dove il consenso della donna non è contemplato.
La teste che avrebbe testimoniato a riguardo ha pronunciato più volte la parola "paura" e "confusione", segni della manipolazione nell'ambito di un rapporto di potere sbilanciato a proprio sfavore, di cui ci domandiamo se in aula qualcuno si sia accorto, dal momento che alla teste è stato chiesto scomodando la "logica", con giudizio, e con insistenza fino a farla uscire in lacrime, perché mai avesse continuato a frequentare il proprio abusante dato che le aveva fatto del male e perché poi non lo avesse "denunciato" quantomeno alla moglie di lui se non altro per non "tradire" la fiducia di quella che la teste considerava ormai un'amica. Quanti stereotipi e pregiudizi sessisti stanno dentro alla pretesa di logicita' nel voler ricevere risposte da una vittima di abuso sessuale su responsabilità non sue e sulle quali non è lei a dover dar conto? Ce lo domandiamo. La paura, infine, nelle dinamiche di violenza, gioca un ruolo fondamentale: spesso, infatti, è proprio la paura a determinare più che la ribellione a un abuso, la sua sopportazione perché non si sa mai quanto si arrivi a rischiare nell'opporsi, nel dire di no, nell'andarsene.Forse su questo è proprio l'uccisione di Alice Neri a darci una risposta in termini di quanto si rischi? Era il 1979 quando andò in onda sulla RAI "Processo per stupro" con uno degli avvocati dei violentatori che si mise a contestare la parte lesa per non essersi opposta alla fellatio con un "morsetto". Immaginiamoci la scena rispetto ai fatti di interesse: e poi, però, cosa sarebbe capitato? Negarsi a quelle frequentazioni per la teste cosa avrebbe comportato? "Avevo paura", ha detto la teste. Noi le crediamo. L' abbiamo sentito ripetere da altre donne all'infinito: è letteratura, ormai, veri casi scuola. La capiamo, dunque. Stupisce che gli addetti ai lavori non siano stati nelle condizioni di fare altrettanto, e lo portiamo all'attenzione nella convinzione che serva, che sposti la considerazione che si ha delle dinamiche di violenza patriarcale contro le donne. Nella convinzione che anche a partire dai luoghi di Giustizia si possa fare prevenzione".
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