Il punto nascita di Mirandola poteva rimanere aperto, diceva il Governo
MIRANDOLA - Il Punto nascita di Mirandola avrebbe potuto rimanere aperto, almeno secondo il parere del Governo e, in particolare, del Ministero della Salute. E' quanto risulta dall'accesso agli atti di un cittadino attivo, Paolo Baraldi, presidente dell'associazione "Mirandola a quattro mani": il Ministero della Salute, infatti, già dal febbraio del 2023 aveva confermato alla Regione Emilia-Romagna la deroga per l'apertura fino al 31 dicembre 2025 del punto nascite la cui attività è sospesa dal dicembre 2022, per effetto di una decisione allora motivata dall'Ausl di Modena con una carenza di ginecologi, date le difficoltà di reclutamento di nuovi professionisti per il punto nascita mirandolese. La decisione di sospendere l'attività, dunque, non è dipesa dal Governo, ma dalla Regione Emilia-Romagna, che era a conoscenza della possibilità di deroga offerta dal Ministero della Salute. In seguito, poi, nè parlamentari nazionali ne politici locali e regionali di entrambi gli schieramenti hanno saputo trovare una soluzione.
Elemento importante e decisivo è che nei documenti del febbraio 2023 del Ministero della Salute si specifica che la deroga per l'apertura del punto nascita di Mirandola fino al 31 dicembre 2025 era confermata "considerando il permanere della condizione di area disagiata per il sisma", mentre per quanto riguarda altri parametri, come i tempi di percorrenza vero i punti nascita alternativi di Carpi e Modena, il Ministero della Salute si esprimeva così: "La georeferenziazione presentata relativa i comuni bacino di utenza del punto nascita evidenzia chiaramente come i tempi di percorrenza verso i punti nascita alternativi di Carpi e Modena sono ben al di sotto dei 60 minuti che definiscono il disagio orogeografico... Dall'analisi, pertanto, non si rilevano condizioni di disagio orogeografico". In sostanza, la deroga per l'apertura del Punto nascita di Mirandola poteva essere concessa in quanto esso sorge in un'area disagiata per il sisma del 2012, ma non in base ad un aumento dei tempi di percorrenza utilizzando i punti nascita di Carpi e di Modena invece che quello di Mirandola.
Dai documenti del Ministero della Salute emergono, poi, alcuni dati interessanti in merito all'utilizzo del Punto nascite di Mirandola nel 2021, ultimo anno in cui l'attività è stata regolare per tutti i 12 mesi: nel 2021 i parti al Punto nascita di Mirandola sono stati 319, a fronte di 557 parti totali di donne provenienti dal suo bacino di utenza (comuni di Mirandola, Finale Emilia, San Felice, Camposanto, Medolla, Cavezzo, San Prospero e San Possidonio) e di 277 parti di donne provenienti dal suo bacino di utenza effettivamente avvenuti al Punto nascita di Mirandola. 280, invece, furono nel 2021 i parti di donne provenienti dal bacino di utenza del Punto nascita di Mirandola che si sono, però, effettuati, in altri punti nascita. 44, infine, nel 2021, i parti di donne di Mirandola avvenuti in punti nascita differenti (principalmente Modena o Carpi). Questi dati testimoniano che, in presenza di una scelta politica chiara, volta ad incentivare l'utilizzo del Punto nascita di Mirandola, l'ospedale mirandolese avrebbe avuto tutti i numeri per garantire la sicurezza dei parti e il numero minimo di parti annuali necessari perchè potesse essere mantenuto aperto.
Di seguito, uno dei documenti ottenuti da Paolo Baraldi tramite l'accesso agli atti:
- Carenza di ginecologi, sospesi i parti al punto nascite di Mirandola
- Il Punto nascita di Mirandola non riaprirà, l’assessore regionale Fabi: “Tenere aperti quelli con bassa casistica è un rischio per donne e bambini”
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