Lamborghini, la storia a tutto gas del collaudatore Valentino Balboni dalla Bassa
Di Sofia Fabbri
CASUMARO - Cosa potrebbe mai succedere in un paesino sperduto nella Bassa, al confine fra due province, immerso sempre nella nebbia, dove non succede mai niente? Questa è la domanda che mette Casumaro, frazione contesa fra tre comuni (Bondeno, Cento e Finale Emilia) e due province (Ferrara e Modena). Ma ormai si sa: la noia è un terreno fertile per spazi di creatività immensa. Anche Casumaro è stato toccato da questo luogo comune, dando i natali a personalità con futuri ben oltre le aspettative di tutti. Fra questi, la storia incredibile di un uomo che si è visto dedicarsi un modello di Lamborghini: Valentino Balboni.
Nato da una famiglia umile di Casumaro nel 1949, Valentino Balboni è partito da Finale Emilia a studiare meccanica, perché "così voleva il padre". Da lì, "una grazia ricevuta", come ha più volte raccontato ai microfoni di tutto il mondo: l'occasione di andare a lavorare in Lamborghini, nello storico stabilimento di Sant'Agata Bolognese, nel 1968, come meccanico apprendista. E questo figlio della provincia continua a macinare, non si accontenta: lui vuole guidare le macchine, vuole testarle, vuole migliorarle, vuole sentirle con mano.
Dopo soli cinque anni come meccanico, la svolta: Ferruccio Lamborghini in persona gli chiede di testare i veicoli appena costruiti. A guidarlo, il capo-collaudatore neozelandese Bob Wallace. Il 1975 è il suo anno: Valentino Balboni diventa capo-collaudatore Lamborghini a soli 26 anni. Da lì, una carriera invidiabile, in cui ha potuto guidare, secondo i dati di produzione della casa automobilistica del toro, circa l'80% di tutte le supercar prodotte fino al 2008, anno del suo pensionamento.
Alcuni esempi delle vetture che ha battezzato? La Countach, modello rivoluzionario per la Lamborghini degli anni '70, la LM002, la Jalpa, la Diablo, la Murcielago e la Gallardo. Ed è proprio una Lamborghini Gallardo, la figlia più giovane del Toro all'inizio degli anni 2000, a rendergli un ultimo omaggio lavorativo. Ne sono state costruite varie versioni, ma la Gallardo LP 550-2 è dedicata proprio a Valentino Balboni, portandone fieramente il nome. Venduta in una tiratura strettissima di soli 250 esemplari, è un'edizione limitata con la caratteristica striscia oro e argento lungo tutta la vettura che ha fatto scuola. E, come piace a Valentino, ha solamente la trazione posteriore, invece della classica trazione integrale. Per le sue particolarità, è stata eletta vettura dell'anno 2009 dal programma Top Gear.

Valentino Balboni con il suo ultimo regalo: la Lamborghini LP 550-2 Valentino Balboni (fonte Lamborghini Club Italia)
Nonostante gli anni di lavoro raggiunti e l'età pensionabile, Valentino Balboni non è ancora pronto ad allontanarsi dai motori: nel 2010 stipula un contratto dalla durata biennale come consulente Lamborghini, rinnovabile più volte.
E ora? Valentino la maglia (anzi, la tuta) non la vuole togliere. Per questo, ancora oggi, partecipa a eventi di motorsport come ospite, parla della sua vita a tutto gas, pur essendo rimasto in una terra che sa essere straordinaria e ordinaria allo stesso tempo. E in questa terra di nessuno e di tutti al tempo stesso, lui ci ha costruito un'officina dietro alla carrozzeria di un amico, dove ancora non si è stancato di mettere le mani sulle Lamborghini per ripararle e provarle.
Valentino Balboni è l'emblema di un mondo dei motori che non esiste più: un mondo dove era il collaudatore a sedersi sulla macchina prima della messa sul mercato, dove le supercar venivano testate per le strade dell'Emilia Romagna, tra Sant'Agata Bolognese e Nonantola. Un mondo che sa di benzina, di rapporti umani, di passione. Una passione che Valentino Balboni continua a portare tutti i giorni nella sua vita e nella nostra Bassa, terra di periferia, di tutti e di nessuno.
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