Mirandola, stuprò l’amico: 39enne rinviato a giudizio
Cosa sia successo la notte del 3 settembre scorso non si sa. Si sa che è stato lo stesso aguzzino a portare la sua vittima in ospedale, in fin di vita. La vittima era letteralmente devastata per lo stupro che, secondo quanto si apprende, sarebbe avvenuto con un oggetto. Gli inquirenti temevano che non ce l’avrebbe fatta, che avrebbero dovuto lavorare solo su quelle bugie che il ragazzo aveva detto per difendere, ancora una volta, il suo aguzzino: “Mi ha aggredito uno sconosciuto in un parco a Ferrara”, aveva detto in ospedale.
Poi il coma. Tre interventi chirurgici per provare a rimetterlo in sesto. Al risveglio grazie all’infaticabile lavoro di sanitari, piscologi e poliziotti che hanno raccolto diverse testimonianze il mirandolese ha trovato il coraggio di denunciare la verità. E per il suo aguzzino si sono aperte le porte del carcere.
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