Studio dei ricercatori Unimore sull’esordio della demenza giovanile
Uno studio epidemiologico sulla โdemenza ad esordio giovanileโ (EOD, Early Onset dementia), ovvero prima dei 65 anni, condotto da un team multidisciplinare di ricercatori Unimore e colleghiย dellโAzienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e dellโOspedale di Carpi (Modena)ย rivela, per la prima volta, lโincidenza e le caratteristiche di questa patologia, che nella sola popolazione modenese risulta avere una frequenza di 74 casi ogni 100.000 abitanti. Lo studio, il primo a carattere epidemiologico sullโargomento, ha ricevuto lโattenzioneย dalla prestigiosa rivista statunitense โAlzheimerโs & Dementia: The Journal of Alzheimerโs Associationโ.
Uno studio di ricercatori Unimore e colleghi professionisti dellโAzienda Ospedaliera-Universitaria di Modena e dellโOspedale di Carpi (Modena) sfata la convinzione comune che ilย decadimento cognitivo, ovvero la demenza,ย sia una patologia presente solo tra la popolazione anziana over 65.
Una indagine condotta presso lโesteso network di servizi dedicati alla demenza nella provincia di Modena ha consentito diย identificareย nella popolazione di etร compresa fra i 30 e i 64 anni della provincia di Modena 160 nuovi casi di โdemenza giovanileโ (EOD, Early onset dementia) fra gennaio 2016 e giugno 2019, corrispondenti ad unaย incidenza di 13 casi su 100.000 residenti per anno nella fascia di etร 30-64 anni. Lโinsorgenza di questi nuovi casi ha portato il totaleย delle persone in provincia di Modena affette, alla data del 30 giugno 2019 da demenza esordita prima dei 65 anni, a 258, corrispondente ad unaย prevalenza di 74 casi su 100.000 nella fascia di etร 30-64 anni.
La novitร di questa ricerca epidemiologica, che rappresenta laย prima analisi organica sulla diffusione delle diverse forme di demenza insorta prima dei 65 anni, รจ stata colta dalla prestigiosaย rivista statunitense โAlzheimerโs & Dementia: The Journal of Alzheimerโs Associationโ,ย presso la quale รจ stato pubblicato lโarticolo.
LโEOD, che comprende diverse forme cliniche quali varie manifestazioni della demenza di Alzheimer e della demenza frontotemporale, rappresenta un fenomeno drammatico sul piano personale, familiare e clinico, i cui fattori di rischio potrebbero essere distinti dalla demenza insorgente in etร piรน avanzata e cheย potrebbe richiedere modalitร preventive, diagnostiche e terapeutiche differenziate dalla โclassicaโ e piรน comune forma di demenza ad esordio tardivo (LOD, Late onset dementia). Tale tipologia di decadimento cognitivo ha inevitabilmente una ricaduta sociale ed assistenziale diversa dalla demenza dellโetร senile, andando a colpire una fascia di etร in cui le persone sono ancora pienamente attive dal punto di vista sociale, lavorativo e genitoriale. Iย pazienti con demenza ad esordio precoce spesso presentano sintomi peculiari ed atipiciย che possono rendere piรน difficile una corretta e tempestiva diagnosi.
Loย studio ha pertanto dimostrato come la demenza ad esordio precoce colpisca un numero significativo di persone fra i 30 e 64 anni, chiarendo le caratteristiche epidemiologiche e la caratterizzazione clinica dei diversi tipi di EOD, eย fornendo elementi utili per lโottimizzazione dellโassistenza e dei servizi offerti a tali pazienti ed alle loro famiglie.
Secondo i dati raccolti dagli autori laย forma piรน frequente di EOD รจ risultata essere la variante amnesica della demenza di Alzheimerย (in cui prevale il disturbo di memoria),ย seguita dalla variante comportamentale della demenza frontotemporaleย (caratterizzata da disturbi del comportamento e cambiamento di personalitร ), e dalleย varianti logopenica e semantica della afasia primaria progressivaย (caratterizzate da disturbi del linguaggio).
Lo studio รจ stato realizzato grazie ad unaย stretta collaborazione di un team multidisciplinareย composto da neurologi, neuropsicologi ed epidemiologi afferenti al Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze (BMN) di Unimore, alla Unitร di Neurologia della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, al Dipartimento di Cure primarie dellโAzienda USL di Modena e allโUnitร di Neurologia dellโOspedale di Carpi. Promosso dalla neurologa Dr.ssaย Annalisa Chiari, responsabile dellโambulatorio di Neurologia Cognitiva dellโOspedale Civile di Baggiovara, che ne รจ il primo autore, รจ stato realizzato congiuntamente dai gruppi di ricerca coordinati dal Prof.ย Marco Vinceti, ordinario di Sanitร Pubblica a Unimore, responsabile del centro di ricerca per Epidemiologia Ambientale, Genetica e Nutrizionale CREAGEN, e dalla Prof.ssaย Giovanna Zamboni, associato in Neurologia di Unimore da pochi anni rientrata in Italia dopo un decennio trascorso presso lโUniversitร di Oxford (Regno Unito).
Nello specifico, lo studio si inserisce nellโambito del filone di ricerca attivo presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore, focalizzato sulle malattie neurodegenerative, in particolare sullo studio dei fattori eziopatogenetici, sui meccanismi alla base della variabilitร clinica e sulle potenzialitร predittive e preventive della demenza, e allโinterno del โProgetto di Eccellenza 2018-2022โ approvato e finanziato dal MIUR al dipartimento stesso a seguito del bando nazionale collegato alla Valutazione della Qualitร della Ricerca 2011-14. La sua realizzazione รจ stata inoltre possibile grazie anche ad un finanziamento da parte di Airalzh ONLUS e Coop Italia.
โQuesto studioย โ commenta la Professoressaย Giovanna Zamboniย di Unimore -ย mostra quanto siano effettivamente frequenti forme di demenza che troppo spesso sono state ignorate, ovvero quelle che colpiscono persone giovani ed ancora attive. Sapere quante persone ne siano colpite rappresenta il primo passo per aumentare consapevolezza fra i medici stessi, affinchรฉ le persone affette vengano piรน facilmente individuate ed indirizzate a servizi specifici di Neurologia Cognitiva, cosรฌ da essere supportate al meglio ed in modo specifico.ย Inoltre,ย iย pazienti con demenza giovanile e le loro famiglie hanno bisogni diversi da quelli degli anziani, hanno caratteristiche peculiari, e potenzialmente potrebbero beneficiare al meglio di nuovi farmaci in via di sperimentazione. Il nostro gruppo di ricerca di Neurologia Cognitiva sta studiando in modo approfondito i bisogni dei pazienti con demenza ad esordio precoce, cosรฌ come le loro peculiari caratteristiche cliniche e meccanismi neurali. Ringraziamo di cuore tutti i pazienti ed i familiari che aiutano questo tipo di ricerca partecipandovi con entusiasmo e dedizione, e dimostrando una generositร nei confronti di tutte le persone affette, ora ed in futuro, che va ben oltre il loro singolo casoโ.
โSi รจ trattato di una collaborazioneย โ afferma il Professorย Marco Vincetiย di Unimore -ย particolarmente stretta e proficua tra gruppi di ricerca aventi competenze diverse, epidemiologiche e clinico-neurologiche, uniti nella realizzazione del Progetto di Eccellenza del nostro Dipartimento BMN ed in particolare della linea dedicata allo studio dellโepidemiologia, predizione, diagnosi precoce e terapia del decadimento cognitivo.ย Unโindagine di questo tipo potrebbe auspicabilmente favorire lโindividuazione dei fattori di rischio ambientali e comportamentali delle diverse forme cliniche della demenza giovanile, qualora tali fattori causali siano diversi da quelli della piรน comune forma di demenza caratterizzante lโetร avanzata, come molti ricercatori ipotizzanoโ.
โQuesto studio sulle demenze ad esordio precoceย โ commenta il ย Professorย Michele Zoli,ย Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore -ย rende orgoglioso il nostro dipartimento, che ha nelle Neuroscienze una delle linee di ricerca e sviluppo maggiori, in quanto esalta molteplici elementi qualificanti della nostra politica della ricerca, lโefficace collaborazione tra gruppi con competenze diverse e complementari, sia universitari sia ospedalieri, la grande qualificazione scientifica dei ricercatori e lโinnovativitร della ricerca testimoniata dal prestigio della pubblicazione, il forte impatto sulla comunitร medico-sanitaria nazionale e mondiale e lโimmediata ricaduta assistenzialeโ.
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