Il cambiamento nelle abitudini di consumo determinato dal Covid sarà permanente?
Una cinquantina le imprese modenesi che hanno risposto alle domande del questionario, che ha cercato di determinare innanzitutto il peso nell’attività quotidiana di consegna a domicilio, asporto, vendita on line: modalità che ha coinvolto il 41% degli intervistati, mentre sono il 21% coloro che durante il lockdown hanno sospeso totalmente l’attività.
Quasi la metà delle imprese che hanno puntato sulla consegna a domicilio lo hanno fatto “in proprio”, cioè senza affidarsi a poste o corrieri. Per ciò che riguarda le piattaforme di e-commerce, invece, un’azienda su quattro ha fatto ricorso a marketplace come Amazon o Zalando.
Molto utilizzati i social per la promozione delle proprie attività: il 95% ha dichiarato di utilizzarli (nel 77% dei quali con post organici, mentre il 18% ha fatto ricorso anche a inserzioni a pagamento).
Un imprenditore su quattro ha fatto largamente uso anche di WhatsApp, sia per ricevere ordini che per comunicare prezzi o iniziative varie. Non è mancato chi, attraverso questo canale, ha organizzato dirette, piccole sfilate o anche momenti di aggiornamento stilistici (in particolare per ciò che riguarda moda ed estetica).
Del resto, l’86% degli intervistati ha rivelato di avere una propria pagina Facebook o Instagram, mentre il 63% ha un proprio sito e un’azienda su tre dichiara di avere anche una propria piattaforma per il commercio elettronico.
Come sono gestiti questi spazi digitali? Nove imprenditori su dieci lo fanno autonomamente, mentre i rimanenti si affidano a terzi (freelance o agenzie). Scende al 13% la percentuale di chi aggiorna questi contenuti quotidianamente, mentre uno su cinque si accontenta di farlo almeno una volta alla settimana.
Dopo un’esperienza di più di un anno, quattro imprenditori su cinque ritengono che le nuove abitudini all’acquisto – dall’asporto alla consegna a domicilio, passando per il commercio digitale – quanto meno rimarranno ai livelli attuali. Ed è simile la percentuale degli operatori che continueranno, in qualche caso potenziandola, la propria attività commerciale tramite questi canali.
Anche per questo, tre imprenditori su cinque chiedono percorsi finanziati di formazione digitale, mentre il 45% delle risposte fa riferimento alla richiesta di contributi economici per l’acquisto di mezzi e strumenti digitali come i siti internet.
Un imprenditore su tre vorrebbe anche la costituzione di portali locali per la promozione delle attività commerciali del territorio e la stessa percentuale sostiene l’opportunità di reti e sinergie fra commercianti.
Nonostante questo clima di incertezza, nessuno tra gli intervistati pensa di chiudere l’attività nei prossimi mesi, anche se il 25% lega la propria sopravvivenza al definitivo superamento dei lockdown. Ma c’è anche chi pensa positivo: il 35% prevede di continuare “serenamente” la propria attività nel tempo.
“Sono numeri – commenta Benedetta Spattini, presidentessa di CNA Commercio e Turismo di Modena – che testimoniano un’importante consapevolezza dei cambiamenti in corso da parte degli operatori. L’indagine evidenzia anche delle indicazioni utili sia per l’Associazione che per gli enti locale, in merito alle direttrici di eventuali azioni di sostegno delle attività economiche di prossimità”.
“Di certo la multicanalità dell’offerta si prospetta come una soluzione obbligata. In altre parole, anche i negozi fisici non possono più pensare di sviluppare la propria attività senza un’adeguata crescita digitale”- conclude la Spattini.
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