L’ultima è Mirandola, prima San Felice, Novi e Nonantola. Ma il record ce l’ha Finale con le dimissioni di assessori e consiglieri
MIRANDOLA , SAN FELICE SUL PANARO, NOVI DI MODENA, NONANTOLA, FINALE EMILIA, SAN POSSIDONIO - Era nell'aria da alcune settimane e infine a Mirandola le dimissioni dell'assessore al bilancio Giuseppe Forte si sono concretizzate. "Una scelta causata da ragioni strettamente personali", chiosa la nota rilasciata dal Comune di Mirandola, ma i ben informati offrono una lettura più sfumata della vicenda, spiegando l'addio di Forte con motivi duplicemente amministrativi e politici: da un lato, il dissenso dell'ex assessore rispetto ai provvedimenti adottati dall'amministrazione Greco in materia di bilancio; dall'altro, la progressiva perdita di peso di Forza Italia all'interno della coalizione, a tutto vantaggio dei "nemici-amici" leghisti. Forte, profilo tecnico ma vicino al partito di Berlusconi, avrebbe quindi risentito di queste dinamiche, optando dunque per l'addio al municipio di Via Giolitti.
Le dimissioni dell'assessore mirandolese - che ancora non è stato sostituito - non costituiscono tuttavia un evento raro o inconsueto, anzi, in questi ultimi cinque anni, risultano l'ennesimo caso di remissione anticipata dell'incarico: diverse amministrazioni della Bassa hanno infatti dovuto fare i conti con la perdita di importanti pezzi del proprio team, trovandosi spesso a dover redistribuire deleghe e incarichi. Ne sa qualcosa Sandro Palazzi, sindaco di Finale Emilia in quota centrodestra, che, già dal proprio insediamento nel 2016, si è imbattuto in una defezione "da record". Difatti, dopo essere stato incluso in giunta da soli trenta minuti, Carlo Meletti ha dovuto lasciare il municipio finalese a causa di una norma, ignorata inizialmente da Palazzi, che vieta le parentele fra assessori e primo cittadino: la questione rimbalzò sui media nazionali e non fu che la prima di una lunga serie di diserzioni che negli anni successivi si sarebbero avvicendate all'ombra della Rocca Estense.
Nel 2017, fu la volta dell'assessore alla scuola Claudio Marchesi, che lasciò lo scranno alla forzista Fernanda Paganelli, a sua volta dimissionaria nell'agosto 2020, per dissidi generati dalla gestione del personale. Sorte migliore non è toccata al Consiglio Comunale finalese: nel 2017, l'addio di Mirco Garutti, ex pasdaran della maggioranza, che lasciò deluso dall'operato di Palazzi; qualche settimana dopo, a seguire il collega, fu un altro consigliere del centrodestra, Remo Tralli, mentre agli albori dell'anno successivo la leghista Antonella Cestari mise ulteriormente la maggioranza in bilico, rassegnando le dimissioni.
Analoga a quella di Finale, la situazione di un'altra cittadina raccolta all'ombra di una rocca: San Felice ha infatti assistito nella tarda estate del 2020 a un vero e proprio rimpasto di giunta, dovuto appunto a numerose defezioni. Primi a lasciare, Franco Marchetti, assessore al bilancio, e Simonetta Calzolari, con delega alla scuola: Goldoni li rimpiazzò con Gian Paolo Cirelli e Antonella Ferrari, a sua volta dimissionaria dopo pochi mesi e sostituita da Elettra Carozzino, personalità più organica al centrodestra. A far scricchiolare la giunta Goldoni, anche l'addio del consigliere Davide Baraldi, contrariato dalla nomina a vicesindaco del samprosperese Fontana. Sempre fra i consiglieri, anche le dimissioni della rappresentante dell'opposizione Maria Cristina Remondi. E che dire di chi si era candidato sindaco col centrosinistra alle ultime amministrative, Alessandro Fortini, Come capo dell'opposizione e consigliere di minoranza è durato poco, visto che si dimesso a inizio 2021.
Non ha avuto miglior fortuna l'amministrazione di centrosinistra di Novi: qui, il sindaco Diacci ha assistito nel 2018 all'addio dell'assessora ai servizi sociali Norma Malavasi, sostituita da Elisa Semeghini. La Semeghini tuttavia ha abbandonato nel marzo 2019, lasciando il posto a Elisa Casarini. Nell'ottobre dello scorso anno, è stata la volta di Elisa Montanari, assessora all'istruzione, che, dopo le dimissioni, è stata rimpiazzata da Annalisa Paltrinieri. Anche qui, un candidato sindaco che ha perso le elezioni, il leghista Mario Enrico Rossi Barattini. non se l'è sentita di fare "solo" il capo dell'opposizione o il semplice consigleire comunale, e ha lasciato poco dopo l'insediamento del Consiglio.
Grattacapi anche a Nonantola, dove la sindaca Federica Nannetti ha incassato le defezioni del proprio vice Gian Luca Taccini e dell'assessora Elena Piffero: addii determinati dal venir meno del rapporto di fiducia fra la prima cittadina e i due collaboratori. Meno drammatica, invece, la situazione di San Possidonio, dove il vicesindaco Gherardi ha lasciato per "ragioni professionali". Ma non è ancora stato sostituito: le sue deleghe le tiene il sindaco Casari.
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