Mirandola, rischio chiusura per il Pronto Soccorso? Il sindaco Greco: “Forte preoccupazione, servono chiarimenti”
MIRANDOLA - “È forte e motivata la preoccupazione, dopo che anche sugli organi di stampa della vicina provincia di Mantova è uscita la notizia in merito alle criticità del Pronto Soccorso dell'ospedale Santa Maria Bianca e sul suo prossimo possibile smantellamento. Le ragioni risiederebbero nella scarsa presenza di personale sanitario in grado di garantirne l’operatività, secondo il quotidiano che ha riportato la notizia, e un’eventuale riorganizzazione interna concentrerebbe il personale su altri reparti a discapito del Pronto Soccorso. Riteniamo pertanto opportuno avere spiegazioni e delucidazioni a riguardo a partire dalla Regione Emilia-Romagna, come dalla CTSS e dall’Ausl, considerando i timori che stanno serpeggiando in merito, tra il personale medico e paramedico e di riflesso sulla comunità mirandolese, come su quella dell’intera area nord. La chiusura lascerebbe completamente sfornito l’intero territorio, già penalizzato da una viabilità totalmente inadeguata, e che peggiora durante la stagione invernale".Queste le parole del sindaco di Mirandola, Alberto Greco. L’articolo a cui fa riferimento il primo cittadino della città dei Pico è uscito sabato 20 novembre sul quotidiano "La Gazzetta di Mantova", col titolo “Il pronto soccorso di Mirandola è a rischio. Guai per tutta la Bassa”. Nel pezzo - si legge nelle nota stampa diffusa dal Comune di Mirandola - viene evidenziato come la scarsità di personale della medicina di emergenza urgenza metterebbe a rischio l’apertura del punto di pronto soccorso dell’ospedale mirandolese. Ma anche la preoccupazione del sindaco di Borgo Mantovano, Alberto Borsari, che dichiara (come riportato sul quotidiano) “…se questo rischio per Mirandola dovesse concretizzarsi, sarebbe naturalmente un segnale molto negativo”.
“La preoccupazione dei cittadini è la mia preoccupazione, come anche quella di tutta l’Amministrazione di Mirandola – riprende il sindaco Greco – che si aggrava anche di fronte a quanto ormai circola da qualche tempo all’interno dell’ospedale stesso e su cui abbiamo la necessità urgente di avere riscontri: e cioè che dal 14 di dicembre, sarà soppressa l’operatività notturna dell’automedica, un solo medico resterà in attività di notte, mentre due saranno quelli durante il giorno. A ciò si aggiunge che entro fine anno o inizio dell’anno nuovo il pronto soccorso diventerà un Punto di primo intervento e l'automedica riconvertita in un’auto infermieristica, con le ambulanze dirottate a Carpi, o Baggiovara o a Modena al Policlinico. In altre parole la strada pare tracciata verso il colpo di grazia al Pronto Soccorso, se dovesse essere confermata, data la già situazione attuale di grave difficoltà in cui versa. Nemmeno due settimane fa – tiene a precisare il sindaco – il Consiglio comunale ha votato all’unanimità la petizione lanciata per la revisione del PAL. Votato anche da chi, inteso come forza politica oggi all’opposizione, all’epoca del referendum sull’ospedale – per citare un episodio tra tanti - invitava al boicottaggio. È bene accolto chi si redime e capisce che il bene prioritario è quello rivolto alla tutela della comunità e dei suoi servizi. Anche perché i cittadini sanno chi negli anni ha difeso la struttura ospedaliera e chi no. Ora, con l’auspicio di ottenere celermente ragguagli in merito, dai soggetti poc’anzi citati, di quanto pubblicato sulla stampa di oltre provincia, sarebbe opportuno che quella Regione, definita da qualcuno che ci ha accusati disimpegno, quale “luogo dove l’ospedale deve tornare prioritario nella discussione politica organizzativa quando si parla di sanità in Emilia-Romagna”, facesse seguire anche fatti concreti e documentabili, alle tante belle parole ricolme di milioni di euro e volontà di potenziamento per il Santa Maria Bianca. Parole che a noi continuano a risuonare come una filastrocca mentre le scelte paiono andare in ben altre direzioni (leggasi Carpi)”.
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