Stato di agitazione lavoratori Ucman, nessun accordo raggiunto tra sindacati e Unione
Si è concluso con un mancato accordo l’incontro svolto in Prefettura a Modena tra le organizzazioni sindacali FP CGIL e CISL FP e l’Unione Comuni Modenesi Area Nord nella giornata di mercoledì 24 novembre, convocato a seguito dell’apertura dello stato di agitazione dei lavoratori.
“L’intesa non si è raggiunta – spiegano Veronica Marchesini e Sabrina Torricelli, rispettivamente responsabili delle Funzioni Pubbliche di Cgil e Cisl – per il protrarsi della posizione dell’Amministrazione di voler tagliare capacità assunzionali e salario accessorio per il personale dell’Unione”.Infatti, la contesa tra Amministrazione e sindacati - si legge nel comunicato stampa diffuso da questi ultimi - si è aperta nel momento in cui l’Unione ha deciso di trasferire, oltre al legittimo personale che passerà presso il Comune di Mirandola, anche capacità assunzionali.
“L’Unione ha carenze di organico importanti - riprendono Marchesini e Torricelli. - Esistono disagi notevoli in vari settori ed è presente un gran numero di precari. L’Unione, anziché programmare un pacchetto di assunzioni per permettere ai servizi di funzionare, decide di tagliare della capacità assunzionale, trasferendola impropriamente al Comune di Mirandola, sebbene quest’ultimo abbia tutte le possibilità di assumere, ai sensi della normativa vigente, oltre al personale che incamera con i trasferimenti”.Come se non bastasse ai lavoratori dell’Unione verrà tagliato il fondo del salario accessorio con preoccupanti ricadute anche economiche già dal 2022, che si sommano agli arretrati che da oltre un anno non vengono riconosciuti loro.
“Insomma la situazione è drammatica - concludono dal sindacato. - Riteniamo che la situazione sia sfuggita di mano a qualcuno, con il rischio di conseguenze irrimediabili per il destino dell’Unione, altrimenti non si capirebbe perché l’Unione si privi di capacità assunzionale, quando ne avrebbe bisogno come l’aria. Con questa decisione si rischieranno pesanti esternalizzazioni o anche la capacità dell’Unione di continuare ad esistere. Aggiungiamo che questa scelta è anche in violazione degli accordi di costituzione dell’Unione del 2006”.
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