Analisi rating pmi emiliano-romagnole: il 38% con fatturato tra 5 e 50 milioni è a rischio
MODENA- A metà novembre è entrato in vigore l’istituto della “Composizione negoziata della crisi”: uno strumento importante per aiutare le imprese in difficoltà. Qual è la fotografia del tessuto imprenditoriale emiliano-romagnolo? Dall’Osservatorio di Studio Temporary Manager S.p.A.- società specializzata nei servizi di temporary management- che ha elaborato i bilanci del 2020 depositati presso la Camera di Commercio di oltre 7.100 imprese emiliano-romagnole con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, ben il 38% presenta un rating a rischio.
Un dato peggiore rispetto alla media nazionale e che pone la Regione al 4° posto per valore percentuale critico insieme a
Calabria e Liguria. Ma la fotografia reale delle imprese post pandemia si vedrà solo alla fine del definitivo sblocco dei licenziamenti e quando termineranno le moratorie garantite dallo Stato (31 dicembre 2021).
Se ci si sposta poi a livello provinciale, tutti i territori continuano a mostrare segnali di sofferenza ma con valori
variabili.
In particolare, il rating con criticità maggiore si registra nelle province di Ferrara (46%), Ravenna (41%), Bologna
(40%), seguite da Parma (38%), Rimini (37%), Piacenza (36%), Reggio Emilia (36%), Modena (36%), e Forlì-Cesena
(34%).
“I dati della Banca d’Italia indicano che dal 2019 sono saliti del 40% i finanziamenti bancari alle imprese con un
significativo aumento del rischio di credito – ha dichiarato Alberto Cerini, responsabile “Corporate Turnaround Restructuring” di Studio Temporary Manager – La nostra analisi conferma che nei bilanci ad oggi depositati relativi all’esercizio 2020 sono presenti evidenti segnali di criticità; la fine del divieto dei licenziamenti e l’imminente conclusione delle moratorie rivelerà il vero stato di salute delle imprese italiane, che ad oggi però è stato mantenuto sostanzialmente invariato rispetto ad un anno fa circa grazie proprio alle predette misure di sostegno, che si sono quindi dimostrate efficaci.”
Le imprese potranno ora affrontare le sfide future del 2022 e uscire da eventuali situazioni di crisi: sia beneficiando
della ritrovata ripresa economica italiana e internazionale, ma anche utilizzando il nuovo strumento della “composizione negoziata della crisi” introdotto dal Decreto Legge 118/2021 e del Decreto dirigenziale del Ministero della giustizia del 24 settembre 2021.
In cosa consiste lo strumento della composizione negoziata della crisi? Le aziende potranno accedere, su base
volontaria, a un percorso di negoziazione che potrà sfociare anche in soluzioni puramente stragiudiziali e dove tutte le
parti, debitore e creditori quindi, hanno il dovere di collaborare lealmente e in modo sollecito.
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