Bastiglia, a oltre nove anni dal sisma, la comunità ritrova il Museo della Civiltà Contadina
BASTIGLIA – Bastiglia ritrova il suo Museo. È stato inaugurato nella mattinata di sabato 4 dicembre il nuovo allestimento del Museo della Civiltà Contadina (MUC), un percorso completamento rinnovato tra oggetti, fotografie e filmati che rimandano alle origini rurali della comunità bastigliese, che torna a disposizione di cittadini e visitatori a oltre nove anni dalla chiusura imposta dal sisma e a tre dalla riqualificazione architettonica dell’edificio.
Ad aprire la cerimonia sono state la sindaca di Bastiglia, Francesca Silvestri, e l’assessora alla Cultura, Elena Amaduzzi: “Per anni il nostro museo – ha raccontato la sindaca Silvestri – ha accolto visitatori curiosi, cittadini che tornavano per una visita e tanti studenti accompagnati dai propri insegnanti e dai volontari. Con il tempo anche il museo, uno dei pochi in Italia dedicato alla civiltà contadina, è invecchiato, finché le calamità naturali ci hanno costretto alla chiusura. Non ci siamo dati per vinti, abbiamo continuato a credere che il nostro museo valesse ogni sforzo, perché rappresentava la nostra storia e al suo interno ognuno avrebbe potuto ritrovare un pezzetto di sé. Un pensiero in questa giornata va al vicesindaco Tullio Ferrari, che nel 1977 volle fortemente questo museo e a cui oggi dedichiamo la sala polifunzionale a servizio dei cittadini, i quali, una volta fatta la visita, potranno disporne per altre attività, rendendo queste sale non solo luoghi di passaggio, ma ambienti vivi”.
La nuova progettazione museografica del MUC è stata realizzata in collaborazione con il Museo Civico di Modena, presente all’inaugurazione con la direttrice Francesca Piccinini e Giorgio Cervetti che, in collaborazione con Stefano Bulgarelli, ha curato il progetto e la realizzazione dell’allestimento; fondamentale è stato anche il ruolo degli Amici del Corni, che si sono occupati del recupero degli oggetti in mostra.
Al taglio del nastro è intervenuto anche Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia Romagna, che ha sottolineato che “dopo i danni causati dal sisma e dall’alluvione alle strutture e quelli alla fruibilità causati dalla pandemia, questa inaugurazione e riapertura del museo è davvero un piccolo, grande segnale di ripartenza e rinascita. Gli sforzi compiuti e gli investimenti realizzati ci restituiscono un patrimonio di case e civiltà antiche, che sono le nostre radici, ma anche la possibilità di fruirne in modo nuovo e diverso. La Regione Emilia-Romagna presta grande attenzione a questi piccoli tesori perché parlano della nostra identità e rafforzano la comunità”, mentre l’assessore alla Cultura del Comune di Modena, Andrea Bortolamasi, ha messo in evidenza il valore della “collaborazione tra gli istituti museali, come quella che si è realizzata, appunto tra Bastiglia e Modena, con il Museo Civico che ha esercitato un ruolo di riferimento nella realtà provinciale. Anche sulla scorta di esperienze come questa, è tempo di cominciare a pensare a un piano provinciale per la cultura che veda nella cooperazione, formazione e produzione culturale diffusa i tre punti cardine”.
La rinnovata area museale si sviluppa su due livelli. Il piano terra ospita un’introduzione alla storia locale, all’antico mulino e alle vie d’acqua utilizzate per il trasporto di persone e merci tra Modena e Ferrara, oltre ad una panoramica su semina, mietitura, trebbiatura, produzione del vino e allevamento; al primo piano si trova la sala polifunzionale dove vengono proiettati i filmati e le sale che presentano aspetti essenziali della vita contadina, la produzione casearia, la macellazione del maiale, i mestieri ad essa più strettamente collegati, i lavori domestici e la condizione femminile, la vita sociale e religiosa e la fine della civiltà contadina.
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