Finale Emilia, a Laura Lodi la Croce d’Anzianità per la sua militanza in Croce Rossa
di Francesca Monari
“Ovviamente sono orgogliosa di questo riconoscimento, ma mi rammarico di essere ormai troppo vecchia per potermi impegnare di più, in questo momento buio in cui ci sarebbe tanto da fare, su più fronti. Conservo tanti bei ricordi di quegli anni, ricordi che il tempo non può portarsi via. Ricordi indelebili anche grazie ad un gruppo di “colleghe” fantastiche” - racconta.
La sua storia è quella di una donna che ha messo a disposizione degli altri tutta la sua ‘voglia di fare’ - “perchè la solidarietà dona una serenità interiore incredibile” - precisa Lodi.
Finale Emilia è una delle cittadine modenesi con il più alto numero di associazioni di volontariato. Una di queste è la Croce Rossa; spesso si ha l’idea che sia solo l’ambulanza che ti viene a prendere in caso di necessità ma in realtà c’è tanto altro.
Nel 2001 quando a Finale nacque l’esigenza di costituire un Comitato Femminile della Croce Rossa, per supportare in sinergia con i servizi sociali persone disagiate, le sue capacità organizzative furono fortemente richieste e volute dalla comunità finalese.
Lodi nel 2017, per dare priorità alla salute, ha dovuto rallentare il suo ruolo operativo ma nulla le impedisce di essere comunque utile nelle pubbliche relazioni o ‘relazioni umane’ di cui una buona organizzazione ha assoluta necessità per crescere. Competenze che Laura mette in pratica anche per un’altra Associazione: Artinsiene, fondata con alcuni amici allo scopo di promuovere la cultura e l’arte sotto tutte le forme. “Perchè la cultura e l’arte sono la base della formazione umana e sociale” - ribatte.
“Durante tutti gli anni della mia attività le storie dei migranti si sono intrecciate con quelle di persone locali. Ed hanno aggravato la situazione il terremoto, la pandemia e nell’ultimo periodo purtroppo si è aggiunta anche una guerra. A queste persone vulnerabili con un vissuto o con un presente faticoso, serve assistenza materiale ma anche morale” - dice.
A conclusione di questa chiacchierata chiedo a Laura di giovani e volontariato: “Credo che un giovane dovrebbe fare questa esperienza. Credo che un senso di generosità e di sensibilità sociale sia insito in tutti. Ritengo sia dovere di tutti educare i ragazzi alla solidarietà sin dalla scuola, per insegnare loro a non guardare solo il proprio orticello ma estraniarsi dal tessuto sociale in cui vivono, per accorgersi che ci sono persone che soffrono anche a pochi metri da noi. Prenderne atto è il primo passo per scendere attivamente sul campo, perchè anche il più piccolo dei gesti può fare la differenza nella vita delle persone”.
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