Il mistero del telefonino di Alice Neri: squillava nelle mani dell’assassino?
Un nuovo elemento incupisce il giallo della morte di Alice Neri, la giovane mamma di 32 anni di Ravarino trovata morta carbonizzata nel bagagliaio della sua auto abbandonata in un campo a Concordia. Si tratta del suo telefonino.
L’apparecchio è scomparso, probabilmente finito bruciato nell’auto, ma si sta ricostruendo la sua attività nelle ultime ore di vita della ragazza e subito dopo. E si profila un inquietante scenario. Ovvero che il telefonino sia stato preso dall’assassino, che abbia quindi visto le continue telefonate del marito che cercava la donna. Ma perchè tenere in mano un oggetto così compromettente? Una delle ipotesi è che l’assassino abbia forse avuto l’idea di cancellare da Whatsapp qualche scambio di battute che aveva avuto con Alice. Qualcosa che avrebbe immediatamente fatto ricondurre a un rapporto pregresso tra i due, o comunque che il suo nome fosse nella rubrica di Alice. Cancellava le prove, forse, mentre l’allarme per la scomparsa di Alice era già partito.
La mattina di venerdì 18 novembre, quando di Alice Neri si erano già perse le tracce da almeno quattro ore, il suo telefonino squillava ancora. In un modo strano, osserva il fratello Matteo durante la trasmissione Quarto Grado, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi su Rete 4.
“Quando il marito Nicholas che provava a telefonare, il telefono di Alice squillava ma le chiamate venivano rifiutate, e questo avveniva con tempistiche diverse: entrava la segreteria, ma non subito e in tempi diversi da una telefonata all’altra. Non era una semplice chiamata cui uno non risponde“, spiega Matteo, e aggiunge: “Non trovando riscontro con le telefonate il marito ha provato l’app “Trova telefono” che fa squillare il telefonino che cerchi per cinque minuti interi. Il telefono squillava, ma lo squillo è stato interrotto. Alice non aveva abitudine di buttare già il telefono, al massimo il telefono squillava a vuoto“.
L’applicazione di geolocalizzazione che marito e moglie condividevano localizzava l’ultima posizione del cellulare di Alice alle 3.40 a Concordia, nei pressi del bar in cui aveva trascorso la serata con l’amico oggi indagato (insieme al marito per omicidio volontario). Dopo le 3.40, il silenzio. Alle 6 del mattino la localizzazione risultava disattivata e alle 7 il telefono non dava più alcun segnale. Con i dovuti accertamenti tecnici, però, potrebbe avere davvero tanto da raccontare.
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