Trovata carbonizzata nell’auto a Concordia, la verità delle telecamere: l’amico ha preso un’altra strada
Trovata carbonizzata nell’auto a Concordia, la verità delle telecamere: l’amico ha preso un’altra strada. E’ quanto rivela il fratello di Alice Neri, Matteo, l’altra sera intervenuto alla trasmissione su Rete 4 a ’Quarto grado’.
Matteo ha spiegato che “l’auto di Alice, alle tre del mattino, dopo la serata trascorsa al bar a Concordia con il collega di lavoro di San Possidonio attraversa l’incrocio di un semaforo, quello tra via per Mirandola e via Gramsci: la sua auto va in una direzione e quella del collega con cui aveva trascorso la serata dall’altra, verso casa sua. Le due auto passano a dieci minuti di distanza, prima quella dell’amico, poi quella di Alice“.
Cosa ha fatto Alice in quei dieci minuti davanti al bar ormai chiuso? Aspettava qualcuno? E soprattutto, una volta partita, Alice però non ha intrapreso la direzione di casa. Aveva sbagliato strada? Doveva andare da qualche altra parte in piena notte? La direzione che ha preso è quella del luogo dove poi la sua auto è stata ritrovata carbonizzata.
L’unica certezza è che la sua macchina a quell’incrocio è andata da quella parte. Al momento le immagini sono troppo sgranate per vedere se ci fosse alla guida lei o qualcun altro, e se fosse da sola nel mezzo.
Gli inquirenti stanno analizzando minuziosamente le telecamere, le immagini di tutta quella giornata, di tutti gli spostamenti di Alice e di quello che accadeva intorno a lei. Da quando ha lasciato quel semaforo, dell’auto non si è più saputo niente, ci sono sedici ore di buio da quel rilevamento notturno all’incrocio di Concordia su via per Mirandola.
Intanto in via Santi, le telecamere del Comune hanno immortalato una terza auto che girava di notte per Concordia proprio in quelle ore. E’ legata all’omicidio?
Tra i quesiti anche quello relativo all’allontanamento del presunto killer dal luogo dell’incendio: se fosse arrivato nelle campagne di Fossa guidando l’auto della vittima, come è tornato a casa? Tra le ipotesi c’è quella che l’autore dell’omicidio possa vivere poco distante da quella zona di campagna e una bicicletta sarebbe stata sufficiente per scappare. Potrebbe anche essersi allontanato a piedi. Anche in questo caso, forse, ci sono telecamere che lo hanno immortalato.
Sono una cinquantina le telecamere della zona al vaglio degli inquirenti. Appartengono a privati, aziende, ai Comuni, e la Procura le sta analizzando tutte, specie nell’arco di tempo che va da giovedì sera a venerdì pomeriggio. Hanno vari gradi di visibilità, tra il buio, la nebbia, la condensa, ma le strumentazioni tecniche potranno aiutare a far loro raccontare molto di quella notte.
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