Maltempo, agricoltura in ginocchio: a Mirandola, San Felice e San Possidonio fotovoltaici distrutti e tettoie crivellate dalla grandine
“Gli ennesimi eventi atmosferici degli ultimi giorni con le loro conseguenze catastrofiche per imprese agricole e strutture cooperative, rendono ancora più urgente una risposta di sistema per salvaguardare l’agricoltura emiliano-romagnola che rischia un grave ridimensionamento. Per questo chiediamo con forza che i territori colpiti prima dalle alluvioni di maggio e poi dalle trombe d’aria e dalle devastanti grandinate degli ultimi giorni siano riconosciuti come zone agricole svantaggiate per un periodo transitorio di almeno cinque anni. Questo intervento consentirebbe di fare recuperare competitività alle imprese, che in questo momento rischiano di perdere importanti quote di mercato, soprattutto a livello internazionale, a causa delle carenze produttive”.
È questa la richiesta rilanciata dal presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna Raffaele Drei.
Dopo le gelate primaverili e l’alluvione di maggio, che ha interessato il 42% della superficie agricola regionale, sono arrivate la grandine e le raffiche di vento dell’ultima settimana; a tal riguardo, le prime stime parlano di danni su circa 3.000 ettari di frutteti, vigneti, orticole (soprattutto pomodoro da industria) e cereali nelle aziende agricole socie delle cooperative aderenti e presenti nella già martoriata Romagna, nel Ferrarese, nella pianura bolognese e in provincia di Modena, sia nella bassa che nella fascia pedemontana. Ad essere fortemente colpiti sono stati anche gli stabilimenti produttivi e i magazzini delle cooperative agricole di conferimento e trasformazione, in particolare diverse strutture tra Ferrara e Modena che avevano investito nelle energie rinnovabili e ora si ritrovano con gli impianti fotovoltaici distrutti o fortemente compromessi, oltre che con tettoie e coperture crivellate dalle palle di grandine: è il caso degli stabilimenti di Italfrutta e Val-Cima a San Felice sul Panaro (MO), di Cipof a San Possidonio (MO), del consorzio Cesac a Mirandola (MO), del Gruppo cooperativo Conserve Italia a XII Morelli di Cento (FE), di Patfrut a Monestirolo (FE). Altri danni a coperture e tettoie anche per lo stabilimento della cooperativa Pasa a Dosso (FE) e per il magazzino di Cesac ad Argenta (FE).
“L’attribuzione per cinque anni di zona agricola svantaggiata a tutte queste aree devastate dal maltempo – puntualizza il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna – consentirebbe di alleggerire in maniera considerevole gli oneri contributivi a carico delle aziende agricole e delle cooperative, alleviando i costi ad intere filiere che saranno impegnate nella ricostruzione del potenziale produttivo e di infrastrutture aziendali, così da recuperare il posizionamento commerciale internazionale. Sono risorse fondamentali per aziende agricole e cooperative la cui sostenibilità economica è a rischio per la materia prima insufficiente”.
“È solo con interventi strutturali di questa portata – conclude Raffaele Drei - che l’agricoltura emiliano-romagnola può davvero riprendersi salvaguardando la sua vocazione di cuore produttivo nazionale, soprattutto in alcuni comparti come quello ortofrutticolo”.
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