Caporalato a Carpi, Gruppo Misto: “Fare chiarezza sull’inchiesta”
CARPI- Fare chiarezza sull'inchiesta che ha portato alla luce un'organizzazione criminale dedita al caporalato nel settore della logistica, nell'area di Carpi.
Lo chiede un'interrogazione della consigliera delĀ Gruppo Misto rivolta alla Regione in cui si domanda "se non si ritenga questa vicenda estremamente preoccupante e, non a caso, in un settore, quello della logistica, che a livello regionale ĆØ cresciuto negli ultimi anni a dismisura, contraddistinto da una precarietĆ ormai strutturale, con esternalizzazioni spinte al massimo, norme di tutela inefficaci e condizioni di lavoro sempre peggiori; se non si ritenga necessario un diverso approccio al contrasto di queste situazioni di illegalitĆ diffusa che vada oltre i pur condivisibili protocolli, patti e carte".
L'indagine della polizia di Modena, coordinata dalla Procura, ha sgominato una banda - arrestando 20 persone - chiamata "Ak 47 Carpi" contestando i reati di estorsione, minacce, lesioni personali, riciclaggio di denaro e sfruttamento del lavoro nero tramite ācaporalatoā. Il gruppo, composto di pakistani, operava anche a Brescia e Piacenza. Secondo le accuse, alcuni degli arrestati avrebbero minacciato i lavoratori in nero anche con armi improprie - due degli inquisiti sono accusati di tentato omicidio - arrivando a illeciti profitti per 1,5 milioni di euro, stando alle indagini della Guardia di finanza. "La maggior parte degli indagati - si legge nell'interrogazione - sarebbero stati dipendenti di una societĆ di servizi logistici legata al trasporto di merci, con sede legale nel vicentino, che risulterebbe estranea ai fatti criminosi contestati e che avrebbe in appalto la manodopera dei corrieri allāinterno di una nota societĆ di spedizioni". Le indagini, continua la consigliera del Gruppo Misto, avrebbero fatto emergere "un rapporto di collaborazione con una societĆ per azioni, operante nel settore della logistica, che avrebbe permesso ai membri dellāassociazione di alimentare una lucrosa attivitĆ di 'caporalato' con un pesante quadro di intimidazioni e violenze e lāobbligo, per le vittime assunte come corrieri, di versare gran parte del loro salario agli appartenenti alla banda". Inoltre, due indagati, in precedenza sarebbero stati sindacalisti in "due societĆ di spedizione e chi provava a ribellarsi a questo stato di cose diventava automaticamente vittima di spedizioni punitive con veri e propri pestaggi".
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