A Cavezzo è ribaltone con Venturini sindaco: ecco come il Pd ha perso questo Comune
Di Antonella Cardone
Cavezzo ha un sindaco di centrodestra per la prima volta nella sua storia, Stefano Venturini. Non è più considerata una rarità per il nostro territorio, dove ha sempre governato il Pci e il Psi pur con isolate sacche di Democrazia Cristiana, come a San Felice, paese che infatti ha scelto un sindaco non di sinistra già cinque anni fa, e a questo giro lo ha anche riconfermato.
Non siamo a Mirandola, dove pure la Lega ha vinto nel 2019, né a Finale, dove ha vinto pure prima, città entrambe più grandi e più politiche.
Cavezzo è un paese piccolo con una tradizione salda, quindi, cosa è successo?
Primo dato, la perseveranza nel voler candidare una persona adatta al ruolo nonostante i tempi. L’uomo che fece l’impresa è Stefano Venturini, che di lavoro fa il vigile del fuoco - un eroe a prescindere dalla politica - e che da quindici anni prova a farsi eleggere, forte di un pacchetto di voti inamovibile, costruiti sulla sua credibilità personale, più che sulla appartenenza politica, che viaggia sui 1600 consensi sicuri,
Quindi stavolta gli è tecnicamente bastato convincere una manciata di persone per avere la meglio: è arrivato a 2000. Un risultato storico: il 60%
Il paradosso è che Cavezzo non è un Comune a maggioranza di centrodestra. Anche oggi che ha eletto un sindaco di centrodestra.
Infatti alle urne sabato e domenica 1.190 cittadini hanno scelto il Partito democratico, 134 Alleanza Verdi e Sinistra, 79 Azione, 203 Movimento Cinque Stelle, 39 Pace Terra e dignità, Alternativa popolare: totale 1659 voti non a destra.
Il motivo della vittoria di Venturini al quarto tentativo è che il consenso del centrosinistra si è disgregato. E perché? Si fa fatica ad attribuire la ragione al governo uscente. Lisa Luppi per dieci anni ha governato oggettivamente bene. Quella di Cavezzo è una ricostruzione che molti additano ad esempio. Ha anche lasciato un corposo avanzo di bilancio, zero debiti. Eppure.
Eppure da un po’ era cominciato il fuoco di fila della delegittimazione, su di lei piovevano critiche da destra (e ci sta) e pure da sinistra. Una donna di potere dà sempre fastidio, e non stupisce quindi che nessuno del suo partito le abbia chiesto di ricandidarsi.
Non solo: nessuno della Giunta o del Pd si è fatto avanti, e così si è puntato sull'outsider, un candidato debole, debolissimo. Antonio Turco ha vissuto a Cavezzo per poco tempo, ci vive da poco tempo e non ci è neanche nato, cose che in piccole realtà come queste contano molto. E’ anziano, maschio, occidentale, istruito e cis, cose che non hanno ormai molto appeal sull’elettorato, specie di sinistra.
Il programma di Turco pur concreto, fattibile, ambizioso ma coi piedi per terra, non è evidentemente piaciuto ai cavezzesi, ma si è parlato poco di proposte, anzi, non si sono proprio confrontate le proposte dei due candidati, visto che Venturini e Turco non hanno mai fatto un dibattito pubblico insieme. Aggiungiamo che la sua campagna elettorale è stata nervosa, non tanto serena (ne abbiamo parlato qui), mentre il low profile di Venturini, attento a ogni parola e che ha tenuto lontano le passerelle dei leader di destra, è piaciuto a tutti.
La lista di Turco non è andata male, i candidati erano buoni e si sono fatti valere. Ma non è bastato. Non è bastato governare bene, non è bastata una proposta credibile. In termini di voti Venturini ne ha raccolti 2087, Turco si è fermato a 1.342, 300 in meno rispetto a quello della Luppi cinque anni fa, e per l'appunto, 300 in meno dei voti di centrosinistra alle coeve elezioni europee. Sono elettori di centrosinistra che non lo hanno votato.
Insomma, uno che non molla a destra, uno debole a sinistra ed ecco che si spiega il ribaltone.
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