Finale Emilia, l’Osservatorio: “Per fermare la discarica urge un’ordinanza del sindaco”
FINALE EMILIA- Il portavoce dell'Osservatorio civico "Ora tocca a noi" Maurizio Poletti interviene ancora una volta sulla situazione della mega discarica di Finale Emilia.
Questa la nota:
"La situazione relativa alla megadiscarica di Finale Emilia da 1 milione e 200 mila tonnellate di rifiuti speciali è sempre più drammatica. Se da una parte il cantiere preparatorio al conferimento dei rifiuti procede speditamente, dall'altra il processo
giudiziario che vede vari imputati accusati di molteplici reati tra cui quelli ambientali langue e ristagna, mentre continuano i gravissimi sforamenti dei parametri di legge di molteplici inquinanti presenti nelle acque di falda.Sugli sforamenti dei limiti delle sostanze inquinanti si registra un fatto nuovo che aggrava ulteriormente la situazione di inquinamento, in quanto recentemente si sono registrati clamorosi superamenti dei nuovi Valori di Fondo introdotti da Arpae-Sac nel 2023. Arpae, introducendo questi Valori di fondo, ha di fatto alzato in modo considerevole il limite di
legge di molteplici inquinanti, ma nonostante questo, i livelli di questi stessi inquinanti hanno superato abbondantemente anche i nuovi parametri.Nel solo periodo novembre 2023-marzo 2024 si sono riscontrati infatti ben 24 superamenti dei nuovi Valori di fondo
per diversi metalli e inquinanti inorganici come ferro, manganese, nichel, boro, solfati. Questi superamenti delle nuove soglie smentiscono in modo categorico le tesi di Arpae che da sempre ha continuato a sostenere che l'origine dell'inquinamento non era legato alle discariche. La verità è che queste recenti violazioni anche dei nuovi limiti introdotti,
rappresentano una vera e propria beffa per Arpae e certificano la tragica realtà di una contaminazione delle acque che sta aumentando, a conferma che l'unica origine di questo inquinamento sono le discariche esistenti Feronia 0 e Feronia1.L'inquinamento delle acque sotterranee parte da lontano e si colloca su molteplici violazioni normative che sono state commesse nel passato a cominciare dalla omessa bonifica di un sito già da molti anni inquinato, ma ancor prima dalla mancata procedura di gestione post-mortem della prima discarica Feronia 0. Su questo punto della omessa
gestione post-mortem di Feronia 0 occorre porre la massima attenzione. In effetti risulterebbero messi in opera solo interventi di smaltimento del percolato, ma non vi è traccia di tutta una serie di procedure di legge volte a definire un piano di sistemazione e recupero dell'area che tenga conto di molteplici aspetti tra cui i fenomeni di assestamento della massa dei rifiuti e la necessità di favorire il naturale deflusso delle acque meteoriche.A questo proposito appare grave la clamorosa mancanza di un sistema di copertura della vecchia discarica Feronia 0 che si mostra da sempre inerbita, senza la presenza di teloni di copertura che avrebbero impedito l'infiltrazione delle acque meteoriche nella massa di rifiuti.
Vari sono i riferimenti normativi relativi alla gestione post mortem che risultano violati, tra cui meritano di essere citati il Dgls. 36/2003 ma ancor prima il Dgls. 22/1997 (prescrizioni di post gestione discariche chiuse ex articolo 28) e addirittura un quadro normativo era previsto anche dalla delibera interministeriale del lontano 1984 (capitolo 4.2.2. punto i). Appare poi singolare il fatto che recentemente proprio il sindaco di Finale Emilia con lettera del 16 aprile 2024 abbia fatto richiesta ufficiale ad Arpae del documento formale di chiusura definitiva della discarica Feronia 0. Perché il Comune di Finale Emilia non è ancora in possesso del documento di chiusura definitiva della discarica Feronia 0 a quasi venticinque anni dagli ultimi conferimenti di rifiuti?. Per rispondere a questo quesito è bene sapere che la chiusura di una discarica avviene sempre dopo l'ispezione da parte dell'autorità preposta che deve verificare la conformità morfologica della copertura finale come chiarito anche recentemente dal Ministero dell'Ambiente nell'interpello n.115039 del 13 luglio 2023. Su questo punto è esaustivo l'Art.12 comma 2 del Dgls. 36 del 13 gennaio 2003 che dice: "La procedura di chiusura delle discariche può essere attuata solo dopo verifiche della conformità della morfologia della discarica ed in particolare della capacità di allontanamento delle acque".
Appare chiaro che nel caso di Feronia 0 non è mai stata rispettata la norma dell'allontanamento delle acque meteoriche cosi come richiesto dalla legge, in quanto non è mai stata attuata la copertura finale della discarica.
La fase di chiusura della discarica con copertura finale definitiva non è mai stata fatta violando per l'ennesima volta la legge. Quindi il fatto che il Comune di Finale Emilia non sia in possesso del documento di chiusura definitiva di Feronia 0, rappresenta l'ennesima gravissima violazione della legge e dimostra il fatto che non è mai stata attuata la gestione post-operativa. È da queste violazioni che nasce tutto, è da questi gravissimi reati ambientali che si origina questo disastro ambientale.
Di fronte ad un oggettivo peggioramento e degrado dello stato delle acque sotterranee e davanti a queste evidenti violazioni di leggi ambientali che hanno originato questo inquinamento, è indispensabile che il sindaco di Finale Emilia si attivi urgentemente per esercitare le sue funzioni di primo responsabile della salute pubblica. Non è più sufficiente inoltrare ricorsi al Tar ed esposti alla Procura della Repubblica, occorre andare oltre. Il sindaco come istituzione ha tra i suoi poteri quello dell'ordinanza sindacale che ha una forza dirompente nel bloccare attività che possono colpire la salute dei cittadini e a maggior ragione, come in questo caso, quando questi pericoli sanitari sono originati da palesi illegalità. I continui rinvii del Tar nel rispondere ai ricorsi presentati ed un processo giudiziario che stenta ad avanzare, impongono la scelta di nuove strade per bloccare questo disastro. Lanciamo un ultimo appello al sindaco di Finale Emilia affinché emetta un'ordinanza sindacale di blocco immediato del cantiere preparatorio alla megadiscarica chiedendo contestualmente l'annullamento dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale), chiedendo il parere sanitario sui rischi per la salute pubblica alla luce dell'aggravamento del degrado delle acque sotterranee del territorio di Finale Emilia e chiedendo che la megadiscarica venga stralciata dal piano regionale per i rifiuti in quanto il sito è già profondamente inquinato ed occorre procedere alla bonifica dell'intera area.
Giunti a questo punto l'ordinanza sindacale è l'unico strumento per bloccare con effetti immediati l'avanzamento di questa discarica e il sindaco di Finale Emilia in quanto primo responsabile della salute pubblica, è ora che esca allo scoperto.
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