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15 Febbraio 2025
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Presentato a Mirandola il nuovo Corso di laurea magistrale in Bioingegneria

 
MIRANDOLA- La medicina fa sempre maggiore ricorso alle nuove tecnologie per la diagnostica e la terapia. Servono quindi professionisti in grado di fare da tramite tra medici e tecnici, i bioingegneri. Il nuovo corso di laurea magistrale in Bioingegneria per l’innovazione in medicina dell’Università di Modena e Reggio Emila, che partirà già dal prossimo anno accademico (2024/2025) mira a rispondere a una domanda di competenze e professionalità espressa dal territorio con professionisti dotati di un elevato livello di specializzazione sia ingegneristica che biomedica, in grado di ricoprire diversi ruoli tecnici nei molteplici contesti della ricerca.

Il percorso formativo, che può contare su un finanziamento complessivo di oltre 3,5 milioni di euro sarà orientato verso le tecnologie di progettazione e sviluppo di dispositivi per la diagnostica e per la terapia, con particolare attenzione alle tecnologie digitali di elaborazione dell’informazione e della modellizzazione.

Contenuti e obiettivi del corso sono stati presentati il 23 luglio in conferenza stampa alla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola  dagli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico e Green economy) e Paola Salomoni (Università e Ricerca), dal magnifico rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, professor Carlo Adolfo Porro, e dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola Francesco Vincenzi.

Alla conferenza stampa erano presenti la sindaca di Mirandola, i rappresentanti delle associazioni di categoria, Confindustria, Lapam-Confartigianato e CNA, nonché lo steering committee del Tecnopolo di Mirandola e dell’ITS Biomedicale.

Un finanziamento complessivo che supera i 3,5 milioni di euro 

Una delle peculiarità del progetto, che ha visto pubblico e privato uniti in un proficuo lavoro di ideazione, progettazione e finanziamento, riguarda il legame con il territorio: accanto all’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha stanziato 564.700 euro, e alla Regione Emilia-Romagna, che finanzia il corso con 1,5 milioni, è presente infatti la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, che ha già deliberato l’erogazione di un contributo pari a 1,5 milioni di euro distribuiti in 15 anni ed un supporto logistico per gli uffici amministrativi. Le risorse della Fondazione in parte serviranno a supporto della gestione didattica e amministrativa, in parte garantiranno la copertura, mediante concorso, di un posto da ricercatore a tempo pieno in bioingegneria elettronica ed informatica; dopo i primi quattro anni il posto da ricercatore evolverà nel ruolo di professore associato nello stesso settore. La Fondazione ha inoltre predisposto due locali per il supporto amministrativo alla didattica presso la nuova sede della Fondazione stessa. Infine, sono già state individuate con il Comune di Mirandola aule attrezzate per la didattica.

Il Comune di Mirandola metterà a disposizione dell’Università, nel nuovo Polo Culturale “il Pico”, quattro aule da destinare alle attività didattiche, arredate e dotate delle necessarie attrezzature informatiche concordate con Unimore. L’Unione dei Comuni Area Nord, infine, sosterrà finanziariamente l’iniziativa versando all’Università un contributo annuo a sostegno delle attività didattiche necessarie per la realizzazione del progetto.

La legge regionale sulla valorizzazione dei talenti 

Il corso si è aggiudicato il bando, recentemente approvato dalla Giunta, che rientra nel percorso tracciato dalla legge regionale 2 del 21 febbraio 2023, pensata per attrarre e trattenere i talenti: persone a elevata specializzazione che possono trovare in Emilia-Romagna un lavoro, un proprio spazio professionale o di ricerca, o intraprendere un percorso di ulteriore alta formazione.

Tra gli obiettivi indicati dalla legge, infatti, c’è il sostegno anche finanziario a universitàenti di ricerca e altri soggetti dell’ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione e la promozione di iniziative che, nel quadro dell’offerta accademica del sistema regionale, favoriscano la scoperta, creazione e valorizzazione di talenti ad elevata specializzazione in coerenza con gli ambiti della strategia regionale di specializzazione intelligente.

Il corso è coerente con molteplici ambiti prioritari contenuti nella strategia regionale, ovvero innovazione nei materialidigitalizzazioneintelligenza artificiale e big data nelle imprese e PA e la salute.

Oltre al corso in Bioingegneria per l’innovazione in medicina candidato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, l’altro corso di laurea magistrale finanziato è quello dell’Università di Bologna in Ingegneria nautica presso il Campus di Forlì. 

 

I contenuti del corso in Bioingegneria per l’innovazione in medicina

Il corso di studi in Bioingegneria per l’innovazione in medicina nasce in risposta prima di tutto alle esigenze manifestate dagli studenti delle lauree triennali di ambiti affini tramite questionari, ma anche da parte delle associazioni di categoria consultate (Ordini degli Ingegneri e Confindustria, associazione degli Ingegneri clinici, Società Italiana di Telemedicina, Società Italiana di Health Technology Assessment), dalle Aziende sanitarie e Ospedaliere (Aziende sanitarie e Policlinico di Modena, Associazione Italiana Ospedali Privati), dalle strutture per il trasferimento tecnologico quale il Tecnopolo di Mirandola e dalle numerose imprese del comparto biomedicale, che nel territorio di Mirandola sono particolarmente concentrate.

Sarà organizzato sotto la responsabilità del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze ed è proposto in maniera congiunta con il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” della stessa Università.

Il corso di studi è stato progettato con l’intento di formare specialisti nel settore ingegneristico e biomedico, in grado quindi di ricoprire ruoli tecnici, organizzativi e di ricerca avanzata. Il corso si differenzia rispetto al panorama nazionale delle lauree in ingegneria biomedica grazie ad un’offerta multidisciplinare che mira a formare figure professionali capaci di fare da tramite tra l’ambito biomedico e clinico e il mondo tecnologico e di progettazione.

Per lo sviluppo della cosiddetta medicina predittiva, di precisione e personalizzata sono infatti fondamentali strumenti e sensori biomedici avanzati dotati di tecnologie digitali, modelli astratti di sistemi biologici nonché farmaci e terapie nanofarmaceutiche avanzate, tutti temi proposti nel nuovo corso di laurea magistrale. 

Secondo i dati forniti da Confindustria il settore dei dispositivi medici in Italia nel 2023 ha generato un mercato che vale 17,3 miliardi di euro tra export e mercato interno e conta 4.449 aziende, che occupano 118.837 dipendenti. L’occupazione è altamente qualificata (49% laureati; 2,6% con dottorato di ricerca) e bilanciata per genere (44% donne). Le regioni dove opera il maggior numero di occupati sono la Lombardia (41%), l’Emilia-Romagna (13%) e il Veneto (11%). In particolare, il distretto biomedicale di Mirandola conta oltre 100 aziende con 4.900 occupati per un volume di affari superiore al miliardo di euro. 

La filiera della salute in Emilia-Romagna si articola su oltre 42mila imprese. In particolare, nel territorio modenese, principale bacino d’utenza per questo progetto, spicca per concentrazione di aziende tematiche e per fatturato il distretto biomedicale dell’area di Mirandola. Non molto distante, a Budrio (Bologna) si trova un’altra importante concentrazione del settore della protesica. Senza contare i numerosi poli ospedalieri e sanitari del Sistema sanitario regionale con una fitta rete di laboratori universitari, tecnopoli, imprese ed incubatori per start-up innovative.

Il percorso di formazione potrà partire dagli Istituti Superiori come l’ITS Biomedicale e consolidarsi nella di laurea magistrale in Bioingegneria per l’innovazione in medicina. I laureati avranno così la possibilità di arricchire il sistema produttivo del territorio regionale attraverso un inserimento diretto nel mondo del lavoro.

Alcuni degli insegnamenti previsti saranno svolti direttamente nel comune di Mirandola, presso sedi predisposte dall’Amministrazione con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio. L’obiettivo infatti è quello di formare bioingegneri in grado di inserirsi nel mondo del lavoro rapidamente: lo stretto rapporto con il tessuto produttivo non potrà che agevolare questo processo. Il corso nasce inoltre con una prospettiva di apertura internazionale, perché l’università intende includerlo nel protocollo di collaborazione di ricerca europea per le neuroscienze EBRAINS Europe. In questo modo si punta a consolidare l’attrattività del territorio verso investitori internazionali.

Pur essendo relativamente giovani, visto che i primi corsi sono stati avviati nel 1995 a Milano e Genova, le lauree magistrali in Bioingegneria hanno avuto un costante incremento degli iscritti. All’interno del panorama regionale il nuovo corso affiancherà il corso di Laurea in Bioingegneria dell’Alma Mater Studiorum della sede di Cesena, l’unico attualmente esistente in regione.

 
 
 
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