Claudio Bonettini, ecco come è andato il suo Iron Man a Cervia
SAN FELICE SUL PANARO - Claudio Bonettini, come è andato il suo Iron Man a Cervia? A San Felice l'atleta dilettante cinquantenne non porta una medaglia, perché ha completato solo due delle tre gare previste, ma qualcosa di molto più importante: la consapevolezza di poter fare qualunque cosa. E di non aver paura di nulla. Questo è quanto ci racconta una volta tornato a casa.
Avevamo lasciato Claudio venerdì alla vigilia del suo primo IronMan, la gara che aveva affrontato dopo un anno di duro e intenso allenamento.
Come è andata a Cervia?
Una emozione assoluta, un'emozione indescrivibile. Per come ci ero arrivato, obiettivamente, è un bel risultato aver completato due gare, la seconda con solo un minuto in più del previsto, il che non mi ha permesso di accedere alla terza. Non ho fatto l'ultimo pezzo, la maratona. Ma d'altro canto dopo l'incidente avvenuto a maggio ho ancora male alle ossa dei piedi: purtroppo non era stato curato bene, non avevo bene allenato la corsa, 42 km non li avrei avuti nelle gambe.
Che beffa, però, non poter accedere all'ultima prova per un minuto in più!
Io pensavo che in 16 ore complessive a disposizione avrei potuto fare tutto, ma le regole quel giorno erano diverse. Ho fatto male il nuoto perchè il mare era molto mosso, io non sono nuotatore professionista nè uomo di mare, sono semmai uomo della Nebbia! Con la prima prova di bicicletta sono stato bravo a tenere tutto in sette ore, ho fatto meno del previsto ma non si poteva recuperare dopo.
La prova in mare però l'hai conclusa, non è poco.
Il mare era un disastro, moltissimi hanno abbandonato. Io sono arrivato a tempo limite ma per un minuto non ho potuto fare la maratona.
Capita spesso di ritirarsi?
C'è chi è stato male in mare, c'è chi è caduto. Ho visto un professionista in bicicletta sdraiato lungo la strada, si era ritirato. Sono talmente tante le casistiche possibili...
Cosa ti è piaciuto in particolare di questa esperienza?
Il clima positivo, le emozioni da film, la solidarietà sportiva tra gli atleti, specie professionisti. In particolare durante la gara di bicicletta, quando nel giro circolare loro finivano il primo di due e ci incrociavano mentre noi eravamo ancora dietro. Ti motivavano, ti sostenevano, leggevano il nome sulla pettorina e gridavano "Claudio go", "Cluadio alè", ognuno nella sua lingua.
Sconvolgente poi il momento della partenza in mare, dove siamo tutti fermi ai blocchi: la musica a palla, tutti battono le mani, le urla, i brividi, sembrava di essere in un film. Lì ho proprio realizzato che ero dentro all'evento sportivo più grande al mondo.
Ora cala l'adrenalina?
Adesso ho due settimane di stop biologico. Fisicamente mi sento bene, ma dopo uno sforzo così il corpo deve riportarsi in equilibrio. Dopo ricomincerò ad allenarmi, mi concentrerò molto sulla corsa, a primavera ricomincio gli allenamenti completi.
Non molli, eh?
Io sono molto grato di esserci stato da persona qualunque, sono molto motivato e consapevole che una impresa del genere può essere nelle corde di tutti con un buon allenamento, una buona alimentazione, la giusta concentrazione. Chiunque può arrivare a fare IronMan e anche a finirlo.
Sono proprio motivato, è stato tutto un percorso di un anno che mi ha cambiato a livello caratteriale, so di poter essere e fare qualunque cosa, ho capito che una persona può essere o fare qualunque cosa nella vita. Non ho paura di nulla.
Cosa farai?
A settembre riprovo Iron Man lungo, e prima ancora faccio un un mezzo Iron Man: devo pur riempire il medagliere che mi ha regalato mia moglie!
Nella fotogallery, alcuni momenti di Claudio Bonettini ad IronMan Italia 2024
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