Marzia Lugli al Tedx di Mirandola: “Ecco la nuova frontiera medica che nasce dal dialogo tra medicina e ingegneria”
MIRANDOLA - "Per molto tempo abbiamo pensato alla medicina come a una disciplina riservata solo ai medici. Spesso definita un’arte o una missione. Poi è arrivata la tecnologia, finalmente. E abbiamo realizzato che da soli non bastiamo più. E si è capito che "Non c’è innovazione vera senza collaborazione. E il futuro in medicina, come in ogni rivoluzione, non lo costruisce un singolo eroe. Il futuro lo costruisce una squadra". E' quanto ha spiegato dal palco del Tedx di Mirandola sabato scorso la professoressa sanfeliciana di Chirurgia Venosa Profonda all’Università di Bologna ed alla Sorbona di Parigi. Chirurgo Vascolare presso Hesperia Hospital di Modena e Direttrice Sanitario nonché Co-fondatrice della Fleboxan Vein Clinic, che è stata tra gli speaker di questa ultima edizione 2025, Tedex– The Art of Building Futures.
“Quando la scienza incontra l’ingegno, la medicina evolve", è il titolo del suo intervento, per raccontare una frontiera medica che nasce dal dialogo tra medicina e ingegneria.
La sua visione? Un nuovo intervento chirurgico endovascolare ad alta precisione che rivoluziona la cura delle vene profonde, frutto di un lavoro sinergico tra medici e ingegneri biomedici. Un esempio concreto di come la collaborazione multidisciplinare stia ridisegnando il futuro della salute.
Nel corso degli ultimi 10 anni l’equipe di Hesperia Hospital diretta dal Prof. Oscar Maleti ha infatti realizzato una valvola sintetica che può essere inserita nelle vene profonde danneggiate dalla trombosi venosa.
Ha spiegato Lugli dal palco di Mirandola:
La trombosi venosa è una patologia infida e subdola, può colpire giovani, sportivi, persone apparentemente sane.
Un giorno stanno bene, il giorno dopo si trovano a dover affrontare una malattia cronica limitante pesantemente la propria attività quotidiana, con un rischio elevato di gravi complicanze quali ulcere o la più temibile – l’ embolia polmonare- un vero killer silente.Oggi la chirurgia venosa profonda, dopo essere rimasta immobile per anni, è diventata uno dei campi più dinamici ed evolutivi della medicina moderna.
Oggi infatti abbiamo a disposizione una teconologia endovascolare che, quando applicata in tempo, è in grado di frantumare ed asportare il trombo riducendo il danno alle vene profonde.
Quando però non si arriva in tempo il trombo può fare danni permanenti, ed il danno forse più rilevante è la distruzione delle valvole venose, quei minuscoli lembi che fanno risalire il sangue al cuore.
Sono le strutture più sottili del nostro corpo, eppure capaci di sostenere una pressione enorme.
Una volta danneggiate, non si rigenerano.
E’ proprio in questo ambito che la ricerca di Centro di Chirurgia Venosa Profonda di Modena, Centro riconosciuto dalla UEMS come riferimento nazionale, si è focalizzata fino ad arrivare a concretizzare il progetto di costruzione della valvola venosa endovascolare, un’innovazione chirurgica di alto livello tecnologico.
E’ importante constatare che la nostra zona ha reso possibile questa innovazione perché tutto ciò è frutto di una stretta collaborazione tra diverse intelligenze: medicina, ingegneria, fisica oltre alla volontà comune di migliorarsi e migliorare le condizioni del paziente.
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