Finale Emilia, spuntano altre vittime del catechista predatore di ragazzine
FINALE EMILIA – Il caso delle molestie alle ragazzine raccontato da Trincia a “Chi l’ha visto” ha avuto com’era prevedibile una grande risonanza. Sui social e non solo lì, si sono scatenati i commenti, soprattutto di persone che si interrogano su come sia possibile che sia accaduto tutto questo.
Valentino, questo il nome di fantasia che è stato utilizzato per ricostruire gli eventi in quel di Finale Emilia, è un 37enne che approcciava sui social ragazzine minorenni del paese tra quelle che già conosceva, grazie alla sua attività in parrocchia, dove faceva l’assistente catechista, postando sulla chat telefonica foto delle sue parti intime, immagini pornografiche e scrivendo messaggi allusivi dal contenuto erotico, volgare e scabroso. Tante sono le ragazzine di 13, 14, 15 anni finite nella rete del predatore: le testimonanze venute a galle sono più di una, e tante, tante altre vengono racconatate in paese a telecamere spente.
Sul fatto, che risale al 2018, con uno strascico più recente a febbraio 2020, in una palestra, non vi sono denunce alle forze dell’ordine da parte dei genitori delle minori. Ma solo la ricostruzione giornalistica, una scelta di gogna mediatica che ha lasciato perplessi non pochi finalesi.
Chi ha riconosciuto l’uomo racconta che era sempre sembrato un po’ strano e che le ragazze gli stavano alla larga proprio per i suoi commenti e gli approcci morbosi che faceva di persona. Ma nessuno pensava sul web che si sarebbe spinto a tanto, con le ragazzine poi.
Durante la puntata di mercoledì, Trincia ha intervistato il parroco don Daniele Bernabei: “Questo giovane è malato, si sta curando, lo ha detto lui stesso nel corso della trasmissione ammettendo il suo sbaglio e la sua fragile personalità non trarrà certo giovamento da questo tritacarne mediatico. Nessuno intende giustificarlo, anzi tutt’altro, ma non è un pedofilo seriale, né un predatore sessuale da finire sotto i riflettori nazionali“. Per altri, invece, ci sarebbero gli estremi del reato pedopornografico, “ed in quanto tale è giusto che sia stata portata alla ribalta questa vicenda“.
I finalesi si interrogano anche sul ruolo di controllo di don Daniele nella vicenda.
La Diocesi di Modena ha una sua posizione ufficiale sulla questione, difende l’operato del parroco e fa sapere che “don Daniele non solo all’epoca informò subito il Vescovo don Erio Castellucci delle segnalazioni riguardanti il catechista, ma si premurò di rimuoverlo prontamente dall’incarico di catechista e di allontanarlo immediatamente da ogni attività parrocchiale“. Solo successivamente, e dopo lunghi mesi trascorsi senza alcuna altra segnalazione, il giovane si ripresentò nella corale parrocchiale. Fatto che i genitori contestano a don Daniele, il quale tuttavia non venne mai messo al corrente del contenuto dei messaggi inviati dal giovane. Li ha visti solo quando glieli ha mostrati Trincia. “Non sapevo cosa contenessero, lo imparo ora” ha detto don Daniele nel corso della puntata.
La diocesi e il Vescovo, già nel 2018, quindi, erano stati informati dal parroco. Dopo l’andata in onda del servizio, intanto, don Erio e don Daniele, che ha annunciato di “voler svolgere approfondite indagini relative al 2018“, hanno avuto un colloquio telefonico.
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