La Mirandolexit non si può ancora fare. Il Tar boccia la secessione di Mirandola
La Mirandolexit non s’ha (ancora) da fare. Il Tar boccia la secessione di Mirandola decisa dal Comune a trazione leghista. Annullata la delibera che sanciva il recesso dall’Unione dei Comuni dell’Area Nord: non si può fare prima prima che siano trascorsi 5 anni dall’ultimo conferimento dei servizi.
Dopo la sospensione decisa a fine ottobre, adesso il Tribunale amministrativo si è pronunciato definitivamente bacchettando il Comune di Mirandola perchè non ha rispettato i tempi previsti dalla normativa in vigore, senza un accordo con gli altri Comuni e senza ragioni oggettive evidenti. In sostanza, la sentenza del giudice amministrativo ha accolto tutte le motivazioni presentate dai sindaci della superstite Unione.
Mirandola si era detta pronta a uscire dall’Ucman questo gennaio, ma a ottobre la sospensiva del Tar aveva bloccato tutto in attesa dell’udienza di febbraio. Adesso sono state confrontate le argomentazione dell’Unione e della Regione Emilia-Romagna, che si è costituita ad adiuvandum all’Unione in questo procedimento legale, con quelle del Comune, e il Tribunale Ammnistrativo in punta di diritto ha spiegato che ancora Mirandola non può lasciare l’Ucman.
Il sindaco Alberto Greco ha già annunciato di essere pronto a portare il caso davanti al Consiglio di Stato.
LE REAZIONI
Paolo Negro: “Il Tar ci dà ragione su merito e conseguenze”
Greco sulla sentenza del Tar: “Motivazioni poco convincenti, valuteremo come procedere”
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