Pericoltura, l’allarme degli addetti: “Crisi epocale, la pera emiliano-romagnola rischia l’estinzione”
MIRANDOLA E DINTORNI - "La pericoltura è cultura: non si potrebbe esprimere in maniera differente il legame profondissimo che intercorre fra la nostra terra e quel frutto antico e delizioso, che è la pera. Oggi, purtroppo, tale prodotto agricolo è in gravissimo pericolo: rischia sostanzialmente, nella nostra area geografica, l'estinzione". Non utilizza mezzi termini Luigi Golinelli, dottore in Scienze agrarie e proprietario, assieme al fratello Massimo, di diversi ettari di pereto, per descrivere la crisi epocale attraversata dal settore in questo frangente.
"Dal 2013, siamo impegnati a combattere contro quel nemico insidiosissimo e pervasivo che è la cimice asiatica, a cui danno manforte parassiti come l'alternaria e la valsa ceratosperma:" spiega Golinelli, "si tratta di veri flagelli per i nostri frutteti, ai quali quest'anno si è aggiunta la gelata primaverile. Il concorrere di questi elementi ha fatto sì che le raccolte risultino quasi inesistenti, determinando la sparizione di circa l'80% del fatturato. E' un vulnus drammatico, che non consentirà a tanti colleghi di rientrare delle spese sostenute per la gestione degli impianti, con una conseguente, eguale ricaduta su tutta la filiera: a risentirne, grossisti, cooperative, linee di lavorazione e anche i tanti lavoratori stagionali, annualmente impegnati nella raccolta della frutta. Personalmente, se gli anni scorsi, a questo fine, ero solito ingaggiare fino a venticinque nuove unità, quest'anno mi avvarrò esclusivamente di manodopera "fissa", data appunto la scarsissima quantità di pere".
Un disagio, quello degli imprenditori agricoli, mitigato solo in parte dall'intervento delle polizze assicurative. "Il sistema assicurativo propone tariffe troppo alte," prosegue Golinelli, "mentre i risarcimenti risultano irrisori. Nel nostro caso, occorre che sia lo Stato a farsi tutore, agendo con detassazioni, contributi e indennizzi. Le aziende in crisi a causa dell'emergenza Covid sono state giustamente sostenute, ma ora tocca a noi ricevere gli incentivi di cui il settore necessita. Varietà antiche e pregiate come la Kaiser, l'Abate Fetel e la Decana rischiano di scomparire, travolte una crisi senza precedenti: si tratterebbe di un colpo micidiale per l'intero comparto agroalimentare, che individua nella pera emiliano-romagnola una protagonista insostituibile".
L'intervento delle istituzioni è auspicato da tanti addetti del settore, i quali invocano l'azione dello Stato come ultima chance per tentare di salvare i pereti della regione. "Ci stiamo organizzando," conclude Golinelli "per far udire a chi di dovere il nostro disagio. Ho infatti creato una chat, dal titolo provocatorio Pere a due euro, in cui mi confronto con diversi colleghi a proposito delle difficoltà che stiamo attraversando: al momento, siamo circa settanta partecipanti, ma mi piacerebbe che tanti altri imprenditori e coltivatori si unissero. Dobbiamo fare fronte comune, le circostanze avverse lo richiedono. E' importante che la nostra voce giunga fino alla Regione e al Governo, dai quali al momento non sono ancora arrivate risposte: senza interventi rapidi, tempestivi, si rischia un collasso irreversibile. La questione è di un'urgenza improrogabile, le istituzioni agiscano".
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