Novi, dal 17 al 26 settembre la 13esima edizione di AiaFolkFestival
NOVI DI MODENA - A Novi di Modena parte la tredicesima edizione di AiaFolkFestival, la kermesse ideata e organizzata dal Coro Mondine, con il patrocinio della Proloco “Adriano Boccaletti”, del Comune di Novi, e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
Il XIII AiaFolkFestival è un'edizione di riscossa dopo la pausa forzata del 2020 a causa della pandemia da Covid-19 e si svilupperà su dieci giorni consecutivi: dal 17 al 26 settembre 2021. Protagonista come sempre la musica ma anche arte, poesia, letteratura, spettacolo e gastronomia renderanno vive le strade, gli spazi verdi, gli angoli nascosti e gli edifici storici del nostro comune. Quest’anno il festival si arricchisce anche di RamificAZIONI, l'evento di Urban Land Art. Di seguito le dichiarazioni del comitato organizzativo della kermesse:
"Questa tredicesima edizione di AiaFolkFestival – spiega Maria Giulia Contri, direttrice del Coro Mondine di Novi – era già stata ideata a fine 2019 per essere pronta come da tradizione a fine giugno dell’anno successivo, ma sappiamo tutti ciò che abbiamo passato con la pandemia: ogni evento, ogni spettacolo, piccolo e grande, ha dovuto subire annullamenti, restrizioni e sospensioni. L’AiaFolkFestival 2021, spostato per quest’anno a fine settembre, sarà quindi una vera e propria riscossa perché nel frattempo si è arricchito di eventi, di contenuti e di novità. Innanzitutto il filo conduttore di questa edizione è l’Albero, per lanciare anche noi nel nostro piccolo, un messaggio di rispetto e di attenzione massima nei confronti della natura e dei suoi più maestosi e fragili rappresentanti. “Inalberarsi” è l’orgoglio di essere albero in un mondo che spesso ne nega il suo valore, ma anche un invito a noi esseri umani di rizzarsi sul proprio tronco e diventare insieme come tanti alberi che si proteggono a vicenda. Un atto di orgoglio collettivo. Questo AFF2021 sarà anche l’occasione di lancio del nuovo album del Coro Mondine, ricco di collaborazioni con i grandi artisti che abbiamo avuto l’onore di incontrare nel nostro cammino, da Paolo Fresu a Ginevra Di Marco, passando per Cisco, le Chemin Des Femmes, La Metralli, SebaMat e gli amici Flexus per citarne solo alcuni. Cisco sarà inoltre il protagonista, con il suo concerto, della serata di sabato 25 settembre e concluderemo domenica 26 insieme agli amici e alle amiche del Coro Farthan di Marzabotto, diretto dall’instancabile Elide Melchioni". "Tutto il mondo è un paese – aggiunge Manuela Rossi, presidente e memoria storica del sodalizio – e Novi, per dieci giorni, sarà un mondo in piccolo, che regalerà un Festival ricco di proposte musicali e culturali che in molti ci invidiano, facendo esibire sul nostro palco e proponendo in diversi luoghi del territorio, nomi ed eventi all’altezza di una grande città. Nei nostri viaggi come Coro portiamo il nostro orgoglio che ci viene dalle terre in cui siamo nate, sono le nostre radici, è il nostro dna ed è l’eredità che lasciamo ai nostri figli. Questa kermesse è l’occasione per stare insieme agli amici e farli stare insieme per fare festa". "Con questa edizione dell’AFF – interviene Diego Zanotti, responsabile dell’organizzazione – viene inserita una nuova parte tutta dedicata alle arti visive. “Inalberarsi, Post Lockdown Art”, “Ramificazioni, Urban Land Art” e “Arte in Strada, le Maestre Madonnare” faranno ritornare a Novi l’appuntamento con l’arte. La presentazione di questa sezione è stata affidata a Gianfranco Ferlisi, direttore del MAM di Gazoldo degli Ippoliti in provincia di Mantova e avrà il coordinamento artistico di Carlo Moretti, pittore e scultore di origini mantovane e novese d’adozione. “Inalberarsi” e “Ramificazioni” apriranno quindi il Festival tra venerdì 17 e sabato 18 settembre e si potranno visitare in orari e giorni programmati fino al 26 settembre. Da domenica 19 fino a giovedì 23, ogni giorno troveranno spazio le presentazioni di libri con gli autori: Marco Ferrari, Davide Bregola, Geraldina Gottardi; il recital per attrice e cantautore di e con Elisa Lolli e Marco Sforza; il reading di Marco Manicardi che presenta il libro di Sergio Pilu con le musiche di Caterina Imbeni; i due appuntamenti ormai consolidati con le poesie di autori e appassionati novesi “Il tandem di Poesie”; la passeggiata tra gli alberi “Bagno di Foresta” a cura della naturopata Andrea Vegher; la video-installazione “(M)Covida, state a casa, vi porto io in giro per il Belpaese” dello scultore, incisore e direttore artistico di Excellence Fine Art Carmine C. Sabbatella, presentato da Lara Ferrara con musiche di Giuseppe Cacciola, percussionista e batterista del Teatro alla Scala di Milano, eseguito in duo con Andrea Santarsiere, percussionista, batterista ed assistente timpanista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma; infine lo spettacolo “Unci Dunci Trinci”, dedicato ai più piccoli a cura di Gianluca Magnani e Fabio Bonvicini, filastrocche, storie, cante e conte della tradizione popolare, suonate con qualsiasi cosa. Nelle serate del 24, 25 e 26 settembre ci saranno gli eventi musicali clou del Festival con i concerti del Coro Mondine e Flexus con gli amici per presentare il nuovo album del Coro il venerdì sera; il Baci e Abbracci Tour di Cisco il sabato sera e il Coro Farthan di Marzabotto nel tardo pomeriggio di domenica che presenta il concerto “A Sud delle donne: mali d’amore e altre stregonerie” diretto da Elide Melchioni".L’AiaFolkFestival gode del patrocinio del Comune di Novi di Modena e della Proloco “Adriano Boccaletti” e per la parte musicale del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito e i partecipanti dovranno rispettare tutte le disposizioni vigenti per il contrasto del virus da Covid-19, compreso il possesso di green pass ove richiesto. Nelle tre sere dei concerti sarà funzionante “La Locanda della Mondina” per deliziare i palati più esigenti con menù tradizionali, piadine e gnocco fritto. Di seguito, alcune informazioni in più sui progetti legati alle arti visive arti visive, “Inalberarsi, Post Lockdown Art” e “Ramificazioni, Urban Land Art”, fornite, attraverso un comunicato stampa, da Gianfranco Ferlisi, direttore del MAM di Gazoldo degli Ippoliti (MN) e curatore delle rassegne di Arte Visiva all’interno della programmazione di AiaFolkFestival “Inalberarsi – Post Lockdown Art” Gli ultimi mesi hanno visto i musei e i luoghi d’arte riaprire lentamente le loro porte ai visitatori. Anche il PAC di Novi di Modena, con qualche piccola misura precauzionale e grazie al green pass, si muove. Tuttavia, se è vero che la crisi dovuta al virus e al lockdown ha avuto l’effetto deprecabile di ridurre drasticamente le opportunità espositive è vero anche che il lockdown ha regalato tempo per la ricerca e aumentato le opportunità di rinnovamento estetico. Un piccolo ma produttivo vantaggio. E pure gli artisti sono cambiati. La messa a punto dei siti web e le presenze online sono diventate abitudini costruttive e condivise, così come le partecipazioni sui social. Tutti ormai apprezzano sempre più gli interventi digitali. Personalmente, da quando ho scoperto internet, negli anni novanta, l’ho sempre considerato uno strumento essenziale per chiunque, e, in specifico, in campo creativo, per chi volesse scavalcare le barriere fortificate dei “recinti dell’arte”. Tanti artisti sono stati contaminati da spinose questioni sociali, da pericolose minacce esistenziali, dalle evidenti devastazioni del cambiamento climatico. Sono perciò scesi dall’albero in cui spesso si rifugiavano e hanno cominciato ad inalberarsi consapevolmente... Ed eccoci arrivati finalmente all’esito di questa premessa: chi si accosta, appunto, a “inAlberarsi” (questo il titolo della speciale rassegna del PAC) comprenderà bene i cambiamenti avvenuti in comportamenti, temi e poetiche dell’universo artistico. Le opere di Maddalena Barletta, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Massimo Bassi, Sara Bendin, Adriano Boccaletti, Massimiliano Boschini, Giuseppe Branà, Monica Callegari, Massimo Canuti, Emanuela Cerutti, Elena Fabretti, Lara Ferrara, Nicla Ferrari, Mattia Freddi, Matteo Gandini, Sara Gelmini, Franco Girondi, Mariella Gorla, Franco Mora, Carlo Moretti, Sara Puglisi, Natale Rovesti, Carmine C. Sabbatella, Tiziana Salvi, Elisa Sivieri e Tytty San (Santa Sammartino) sono realizzazioni che hanno portato all’arte un’apertura liberatoria, con un’immersione in una dimensione inedita per creatività e contenuti. Il tempo della “chiusura” è stato lungo, ma forse non inutile: forse qualcosa abbiamo imparato dal “rallentamento” forzato che ancora influenza le nostre vite. Tutti questi artisti hanno compreso che il ritorno a una normalità deve significare riempire ogni momento di ogni singolo giorno di responsabilità e di rispetto per la natura e per il pianeta in cui viviamo. Ognuno di loro ha capito che la distanza fisica può (e forse deve) generare comunque “vicinanza sociale”, solidarietà e impegno. E infine a tutti è apparso chiaro che la ricerca del bello, nello spazio della creatività umana, può aiutare e dare nuovo senso alle purtroppo brevi opportunità dell’esistenza. Tutte le opere esposte intessono un dialogo con un ambiente da tutelare, valorizzandone la rappresentazione formale (pittorica o fotografica, iconica o aniconica), rendendolo protagonista di un’operazione che interpreta la natura nella sua più poetica dimensione umana e artistica. L’Aia Folk Festival accende dunque di nuova luce il PAC di Novi di Modena con una rassegna nuova e interessante: sarà la speranza di una stagione in cui rivivere e far rivivere ancora gli appuntamenti estetici “in presenza”. “Pienamente convinti, certo, che l'esperienza fisica e visiva dell'arte e la relazione integrata e integrante con le comunità artistiche siano essenziali per riavviare un dialogo pieno ed efficace – come afferma Gianfranco Ferlisi - eccoci pronti a ricominciare. Qui, nella futuribile architettura del Polo Artistico Culturale di Novi di Modena, si offrono testimonianze di varie esperienze di post lockdown art. Qui ogni formalismo superfluo è bandito. Qui si entra nelle novità di distinte ricerche. Mentre ogni artista ci porta a comprendere il valore del bello. Amore, Anima, Pietas, Bellezza: nella realtà in cui viviamo queste forze sono tra le poche tracce della consistenza intangibile delle dimensioni ideali. Una grazia speciale è, ciononostante, visibile in ogni opera: segni di un invisibile che irrompe nel visibile. Chi cerca il Bello si imbatte in un frammento, in una piccola scintilla del mondo superiore al quale apparteneva e dal quale è caduto. Tuttavia, benché la bellezza che osserviamo sia piccola, un’inezia, è pur sempre un dono specialissimo. E lo spettatore che osserva e si aggrappa a questa scintilla, comprende l’intuizione dell’artista e la fatica del suo operare”. “RamificAZIONI – Urban Land Art” "Natura e arte agiscono sulle “RamificAzioni” dell’antico parco di Villa delle Rose che corona la storica dimora, un tempo appartenuta ai Testi Rangone, in via Gramsci, 7 a Novi di Modena. Questa speciale declinazione di “Urban Land Art” – curata da Gianfranco Ferlisi - si presenta nella bellezza di una sorta di Arcadia punteggiata da magnolie e querce, da pioppi e tassi, da pini argentati e ontani. In questa oasi riscoperta, tra alberi che dichiarano la loro resistenza al cambiamento climatico, tutti noi sperimentiamo l’interazione tra la loro chioma, i loro rami, o i loro tronchi e gli altri elementi del paesaggio circostante. In questo eden padano gioiamo nello scoprire che gli alberi sono, ancora oggi, la tecnologia più efficace contro il caldo mentre le azioni artistiche, nelle sue ramificazioni, ne esaltano il ruolo e regalano opere sacre come una preghiera, talvolta volatili come sogni perché destinate a dissolversi, a corrompersi e a svanire, come, del resto, tutto ciò che è terreno. Ma un’opera non scompare mai del tutto perché l’essenza delle azioni estetiche terrene (installazioni e sculture comprese) può sopravvivere a lungo, perché un’opera appartiene all’amalgama di tutti i giorni esperiti dalle nostre esistenze e i giorni restano e accompagnano, nel tempo, il ricordo. Permane e resta, dell’essenza di ogni esistenza, ciò che questa esistenza ha testimoniato, con una ricerca artistica intrisa di etica e di giustizia e, naturalmente, del sentimento del bello. I giorni dell’arte permettono dunque il rigoglio del giardino delle delizie di Novi di Modena. Le opere che punteggiano l’intero contesto sono installazioni di Land Art e Earth Art (e non solo) realizzate appositamente per l’occasione, in prevalenza da artisti emiliani, mantovani e veronesi e per chi si accosta a “RamificAzioni” (questo il titolo della speciale rassegna a cielo aperto), sono la materializzazione di processi ideativi e di interventi ispirati: la loro presenza è ripagata soprattutto dalla qualità delle emozioni che suscitano. Ma queste opere traggono forza e importanza anche dal lavoro condiviso, dal sentimento appagante di una comunità che associa il bello al paesaggio, da un senso di sacralità che riconosce nel territorio una perennità che non va perduta, come patrimonio identitario da preservare. Le opere di Roberto Alessandria, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Caterina Borghi, Giuseppe Branà, Milena Buzzoni, Tina De Falco, Antonella De Nisco, Lara Ferrara, Nicla Ferrari, Franco Girondi, Paola Mancini, Enrico Manelli, Bruno Mangiaterra, Gianni Mantovani, Iolanda Martini, Carlo Moretti, Ermanno Poletti, Chiara Reggiani, Carmine Sabbatella, Tytty San (Santa Sammartino), Marzia Sandri, Davide Squassabia, Luciana Soriato e Federica Toni, opere quasi tutte legate alla manualità e alla naturalità dei materiali, propongono una felice indagine sulla natura, riletta attraverso l’intervento libero degli artisti nella natura, con la natura e sulla natura. “RamificAzioni” è una scommessa su un luogo, recuperato dopo le vicissitudini del terremoto, in cui accendere il confronto tra linguaggi artistici, tra vicende estetiche dissimili, tra vere e proprie sculture, tra installazioni calibratissime, tra intrecci vegetali, tra tronchi e foglie, tra acqua e cielo. Qui molti artisti si sono distaccati dalle poetiche della loro produzione routinaria per provare l’ebbrezza di una libertà da contrapporre all’inesorabilità del consumismo, alla povertà dei molteplici opportunismi. A Villa delle Rose non saranno permessi solamente residui passatistici e oziosità da perditempo: nessuno cercherà le romanticherie del sublime. Tutti contribuiranno a creare un dialogo con un ambiente da mantenere e migliorare, valorizzandone la rappresentazione, assecondandone l’essenza consolidata eppure trasformabile, rendendola protagonista di un’operazione che esperisce la natura nella sua essenza puramente umana e artistica. Tutti gli artisti creeranno, insieme, il miracolo dell’arte. Perché la natura si accresce grazie alle nostre azioni e meditazioni, alla nostra cultura e al nostro operare nella dimensione della comunità. Le opere di “RamificAzioni” esalteranno la bellezza in un necessario un dialogo coi luoghi e con le persone appartenenti ai luoghi grazie a semplici brandelli di esperienze ambientali. Qui, come afferma Gianfranco Ferlisi (il curatore della mostra), “ci si accorge che, grazie agli artisti, è possibile mutare la visione del mondo, perché negli alberi e nell’erba, nelle zolle e nei sassi, tra i rami e le foglie, calerà una linfa speciale, fatta di sensibilità, studio e cultura. E poi la valenza di queste opere appare ancora più significativa agli occhi della comunità novese: perché esse mostrano che l'arte è, comunque, un percorso prezioso e ricchissimo, che sa proporre le sue leggi al mondo senza alterarne l’autenticità: è così che grazie all’arte il paesaggio assume costantemente nuovi confini, sconcertando le piccole o grandi certezze degli uomini, aprendo lo sguardo ad improvvise ed inaspettate emozioni”.
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