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16 Aprile 2024
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Primo Franciosi, da un’officina a Mirandola nel 1970 ai 105 posti di lavoro di oggi, fino alla nuova mobilità

di Simone Guandalini - Nel 1970 l’avvio dell’attività, con l’apertura, a Mirandola, di un’officina meccanica da parte di Primo Franciosi. Ora, oltre 50 anni più tardi, grazie anche alla collaborazione, sempre presente negli anni, dei fratelli di Primo, (Giuliana, Clelio, Fernando e Giuseppe) a cui si è aggiunta ora anche quella dei nipoti, le concessionarie Franciosi, tra i cinque saloni dislocati tra la provincia di Modena (Modena, Mirandola e Sassuolo) e quella di Ferrara (Ferrara e Cento), e le quattro officine dirette, possono contare su 105 dipendenti. A ripercorrerne la storia è il responsabile commerciale di tutte le concessionarie Franciosi, Luca Bergamini: “Dopo l’apertura della prima officina nel 1970, a Mirandola – spiega Bergamini - nel 1982 è avvenuto il passaggio da officina a concessionaria per il marchio Renault e, negli anni successivi, a questo hanno fatto seguito le aperture, prima nel territorio ferrarese e poi, dopo il 2012, in quello modenese, dei saloni di Ferrara, Cento, Modena e Sassuolo, che hanno affiancato quello originario di Mirandola, danneggiato dal sisma del maggio 2012. Fino ad arrivare all’attuale struttura della concessionaria Franciosi, che comprende quattro officine e cinque saloni, supportati da una vasta rete di officine autorizzate, e vanta la collaborazione di oltre 100 dipendenti”.
franciosi bergamini

A sinistra, Primo Franciosi; a destra, Luca Bergamini

Come per tante altre attività della Bassa modenese, in settori anche molto differenti tra loro, anche per la concessionaria Franciosi gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati dalle difficoltà causate in particolar modo da terremoto e pandemia: se il terremoto ha danneggiato nello specifico il salone di Mirandola, la pandemia ha, invece, modificato il mercato automobilistico: “Le difficoltà maggiori dovute al terremoto – ricorda Bergamini - le abbiamo avute a Mirandola, dove la nostra struttura principale è crollata, diventando di conseguenza inagibile. Però, grazie all’impegno di tutti, non siamo mai stati fermi, ma abbiamo anzi continuato a lavorare, sia per quanto riguarda il discorso dell’officina e dell’assistenza (ci siamo spostati nelle sedi rimaste attive e siamo riusciti a continuare a fornire assistenza a tutti i nostri clienti, anche se in maniera dislocata), sia per quanto riguarda le vendite dei veicoli. E’ stata sempre mantenuta la stessa filosofia aziendale dei fratelli Franciosi, ovvero quella di creare una grande Famiglia”. “Se, invece, facciamo riferimento al mercato delle auto precedente alla pandemia (ovvero all’anno 2019) – spiega Bergamini - dobbiamo tenere presente che è un mercato che oggi non esiste più. Nel settore automobilistico, infatti, il mercato ora è cambiato: la pandemia lo ha mutato sia dal punto di vista dei numeri che dal punto di vista della tipologia di mobilità”. “Prima della pandemia – continua Bergamini – il cliente puntava prettamente all’acquisto e alla proprietà del veicolo. Ora, invece, ci si sta spostando dall’acquisto in proprietà alle forme di acquisto con valore garantito, per arrivare al noleggio e al car sharing. Tutto ciò perché, come emerge dai dati anche nazionali, il veicolo di un privato per circa il 70% della giornata resta fermo e non viene utilizzato. Un’auto ferma, però, ha comunque un costo, che il cliente preferisce non dover più sostenere”. Ma non si tratta dell’unica modifica prodotta dalla pandemia: “Anche il mercato della vendita vera e propria, che comunque non si è arrestato ed è in ripresa dopo la pandemia – nota, infatti, Bergamini - è cambiato, perché è cambiata la mobilità stessa: oggi si va sempre più verso una mobilità sostenibile (elettrico/ibrido/plug-in). Per quanto riguarda l’elettrico, sicuramente c’è un incremento del mercato rispetto agli anni precedenti alla pandemia. Oggi, nel territorio in cui opera la concessionaria Franciosi, il mercato dell’elettrico puro vale intorno al 5,5-6%, ma è in crescita, mentre sono in netto aumento soprattutto i mercati dell’ibrido e del plug-in. Anche le infrastrutture stanno cominciando ad arrivare, sia nelle autostrade che nei comuni. I Comuni stessi stanno acquistando elettrico, perché al momento è questo il futuro”. Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, Bergamini guarda, però, con occhio ottimista al futuro: “E’ vero: le immatricolazioni sono in calo rispetto al pre-Covid, ma c’è fiducia nel mercato auto, perché si vede all’orizzonte un nuovo tipo di mobilità: più sostenibile e basata su veicoli a misura di cliente. Anche la legge sullo stop a diesel e benzina nel 2035 non ci ha scosso più di tanto perché, sebbene sappiamo che l’elettrico sarà il futuro, sicuramente diesel e benzina non spariranno nell’immediato. Un altro nostro obiettivo, come gruppo Franciosi, è quello di offrire al cliente maggiore tempo libero: per esempio, il cliente da casa sua, attraverso il nostro sito, può già programmare il tagliando del proprio mezzo”. Ottimismo che non viene scalfito nemmeno da un altro dei temi che attualmente tengono banco per quanto riguarda il mercato dell’auto, ovvero i ritardi nelle consegne di nuovi mezzi. Ritardi dovuti, in particolar modo, alla mancanza di componentistica (soprattutto quella in arrivo dal Sud-Est asiatico) che mette in difficoltà le stesse case produttrici: i ritardi, poi, si riverberano sulle concessionarie e, naturalmente, sul cliente finale: “Dovremo abituarci a consegne lunghe e ad una programmazione dell’acquisto del veicolo – spiega Bergamini. - Dopo il Covid, è cambiata la produzione: i componenti che arrivano dal Sud-Est asiatico hanno forti ritardi, amplificati dal fatto che le macchine sono sempre più tecnologiche e hanno sempre maggiore bisogno di chip, microchip ed elettronica specializzata. I ritardi nella consegna alle case produttrici si ripercuotono anche sulle concessionarie e sui tempi di consegna al cliente. Mediamente, pur variando i tempi in base al mezzo che si desidera acquistare (per esempio, ci sono anche mezzi tuttora disponibili in pronta consegna), dal momento della scelta del veicolo a quello in cui lo stesso è effettivamente a disposizione dell’acquirente ora servono 120-150 giorni. Quello che stiamo notando, però, è che il cliente, in questo momento, è già abituato e ha già capito il discorso delle consegne più lunghe. Infatti, i clienti continuano ad acquistare: la presa ordini sta andando veramente bene, soprattutto per quanto riguarda Gpl, ibrido ed elettrico. Stanno, invece, diminuendo le vendite di mezzi a benzina e diesel, soprattutto quest’ultimo è crollato veramente tanto nell’ultimo periodo”. LEGGI ANCHE:
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