Imprenditore mirandolese arrestato, Cgil Mirandola: “Indignarsi davanti a chi sottrae risorse alla società”
LEGGI ANCHE:"Il recente arresto dell’imprenditore mirandolese Massimiliano Sciava, operante nel settore della somministrazione di mandopera e rintracciato nella suite di un albergo a cinque stelle della costa romagnola dove abitava stabilmente da un anno, rappresenta da una parte lo specchio di un degrado morale che sembra non avere fine e, dall’altra parte, la speranza di un Paese che comunque riesce a perseguire questi personaggi.
L’imprenditore, amministratore di fatto di sette società, è accusato di falso in bilancio e frodi fiscali (10 miliardi di euro di “buoni lavoro” fittizi e 24 milioni di euro di crediti di imposta fittizi), ma per il fisco aveva un reddito da semplice dipendente, 31mila euro nel 2020. Se le accuse verranno confermate si delinea la figura del nuovo arcitaliano dei nostri tempi: faccendiere, nababbo, innamorato del fascismo e della bella vita, ma soprattutto inaffondabile.
Sì, perché Massimiliano Sciava, come dimostrano i suoi post su Facebook, è un personaggio che si destreggia da decenni tra indagini giudiziarie e provvedimenti ministeriali, conoscenze altolocate e una girandola di imprese che aprono e chiudono: irregolarità nell’attività di somministrazione del personale da parte dell’agenzia Xanta-ex Italservice (denunciate dalla Cgil già a partire dal 2004); irregolarità finanziarie legate all’immigrazione clandestina (2011); esercizio abusivo dell’attività bancaria/assicurativa e bancarotta (2011).
Questa nuova tipologia di imprenditori, signori del lavoro povero, specula sui giri d’affari delle false società di manodopera, prosperano per anni negli ingranaggi del lavoro precario e irregolare, spesso nell’accondiscendenza di imprese che così abbassano costo del lavoro e servizi facendo concorrenza sleale alle imprese buone.
“Ringraziamo la Procura e la Guardia di Finanza per il lavoro svolto – dichiara Marco Bottura, della Cgil di Mirandola - Si tratta di indagini che richiedono tempo e risorse, ma colpiscono grumi di illegalità che procurano danni sociali enormi. Come cittadini dobbiamo avere la forza di indignarci sapendo che questi imprenditori sottraggono risorse a tutta la società. Come organizzazione dei lavoratori chiediamo una legislazione che tolga l’umiliazione del lavoro povero e precario così diffuso nel sistema degli appalti, nella somministrazione di lavoro e in tutte le forme precarie, una legislazione insomma che non favorisca le illegalità. E’ davvero incredibile – chiude così il sindacalista – che in questi giorni di campagna elettorale si sentano invece voci di “pace fiscale”, invece di preoccuparsi di legalità che è diventata la priorità di questo Paese”.
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