I sindaci delle Terre d’Argine e del Sorbara intervengono sul “patto di sindacato” di AIMAG
CARPI, NOVI- I sindaci di Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera, che rappresentano il 35,15% del capitale sociale di AIMAG e il 54% della proprietà pubblica, intervengono in merito al rinnovo del “patto di sindacato”.
Questa la nota stampa:
"Siamo fortemente convinti e perfettamente consapevoli del fatto che l’Azienda fornisce servizi preziosi al territorio offrendo opportunità di sviluppo e innovazione, che essa debba essere protagonista nella transizione energetica ed ecologica delle zone servite e che stia a noi metterla nelle condizioni economiche atte anche a garantire un futuro certo ai 650 dipendenti.
All'inizio di questo millennio decidemmo di far parte di AIMAG con l'obiettivo di portare un valore aggiunto, non solo in termini economici, ma anche di occasioni per il territorio, ed era nostro preciso interesse costruire le basi per nuovi rapporti politici ed istituzionali tra la nostra area e l'intera bassa modenese e mantovana.
A proposito degli ultimi fatti, rimaniamo stupiti per il dibattito di questi giorni: è difficile capire dove sia il problema, essendo ciò che si sta per compiere solo la conseguenza delle scelte assunte a larghissima maggioranza nell'ultima riunione del “patto” di fine aprile: un ordine del giorno che impegna a rinnovare il patto stesso fino al 30 giugno 2023 per compiere alcune azioni come un nuovo patto tra i soci pubblici, dato che quello scaduto non è più attuale, e creare nuovi patti para-sociali per coinvolgere i soci privati nella governance.
Quindi respingiamo con forza il tentativo, subdolo e maldestro, di far credere che siamo intenzionati a cedere il controllo dell'azienda: è importante ricordare innanzitutto il vincolo statutario che impone ai soci pubblici di mantenere il 51% delle azioni - e attualmente ne deteniamo il 65%. Inoltre, per eventuali cessioni sono previsti rigorosi e cautelativi meccanismi a garanzia dei soci pubblici.
Ma, soprattutto, nel citato ordine del giorno, approvato anche da moltissimi sindaci della Bassa modenese e mantovana, è stato reso esplicito che nel futuro CdA si debba mantenere una maggioranza pubblica, perché è volontà condivisa continuare a garantire un forte controllo pubblico su AIMAG.
È evidente il deterioramento del rapporto di fiducia tra i comuni delle Terre d'Argine, Bastiglia e Bomporto da una parte, e molti fra quelli della bassa modenese e mantovana dall’altra; a suffragio di ciò basta leggere le cronache degli ultimi mesi.
Il rapporto di fiducia dovrà essere ricostruito e quell’ordine del giorno voleva essere un primo passo in tale direzione: il fatto di ritenerlo ora superato in modo unilaterale, da parte degli stessi sindaci che lo hanno votato, fa fare molti passi indietro al percorso di ricostruzione di un clima sereno tra i soci di parte pubblica.
Il vecchio patto non è più attuale in diversi aspetti, come ad esempio il metodo di selezione degli organismi dirigenti, che non rappresenta in modo adeguato la maggioranza dei comuni soci: va ricordato che i Comuni delle Terre d’Argine insieme a Bastiglia e Bomporto, a fronte delle percentuali che rappresentano, esprimono solamente due componenti del CdA su cinque, mentre i comuni della Bassa modenese e mantovana, con percentuali inferiori (46% della proprietà pubblica pari al 30% dell’intero capitale) ne esprimono tre, e questa anomalia va oggettivamente corretta.
Quindi, ripetiamo, nessuno vuole cedere il controllo dell’azienda, nessuno vuole vendere azioni, nessuno vuole “incorporarsi”: vogliamo semplicemente dare seguito alle decisioni che insieme abbiamo preso per ricostruire un clima di fiducia. Sta a tutti i soci pubblici provare a farlo, dando seguito innanzitutto alle decisioni assunte insieme".
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