Stretta sul Superbonus, i comuni del cratere in Emilia esclusi dalle deroghe
“Il Governo ha deciso di includere nelle deroghe al dl Superbonus tutte le regioni colpite da terremoti e sisma, esclusa l’Emilia-Romagna: una discriminazione vergognosa, che ignora le richieste di sindaci e amministratori locali, anche di centrodestra, e che colpisce in particolare quelle famiglie, cittadine e cittadini che ancora oggi stanno completando la ricostruzione dei propri immobili e che vengono lasciati soli e nella disperazione, con un incomprensibile cambio in corsa delle norme. La ricostruzione privata in Emilia è pressoché completata, ma non importa il numero delle persone coinvolte: stiamo parlando di chi ha dovuto rallentare i lavori per il caro materiali o per completare tutte le procedure richieste visto l’utilizzo di denaro pubblico, persone a cui il Governo volta le spalle. Solo in Emilia-Romagna”.
“Non abbandonare le aree terremotate è giusto e doveroso - spiega Bonaccini -. A maggior ragione, è incomprensibile che da questa deroga vengano però esclusi i comuni del cratere dell’Emilia, seppur ormai ridotto. Lo sconcerto ci arriva in queste ore dai cittadini, dai sindaci di ogni colore politico, dalle associazioni di impresa. Mi stanno contattando increduli e indignati per la scelta del Governo. La nostra richiesta è che venga immediatamente modificato il provvedimento, riparando a quella che appare come una vera e propria discriminazione su base politica”.
“Non voglio credere sia così, ma sarebbe l’ennesima scelta - prosegue Bonaccini - operata dal Governo verso questa regione, che si aggiunge alle mancate risposte che attendiamo ormai da 10 mesi sullo stanziamento dei fondi per la ricostruzione post alluvione in Romagna. Si tratta di uno schiaffo che punisce proprio chi ha lavorato senza lamentarsi, ma rimboccandosi le maniche per risollevare territori che furono drammaticamente colpiti con oltre 11 miliardi di danni e oggi vedono cresciuti i posti di lavoro, il numero di imprese e il Pil prodotto: è assolutamente inaccettabile”.
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