5 risposte dell’Ausl alle nostre domande sull’ospedale di Mirandola
In risposta all’articolo “5 domande – in attesa di risposta – sull’Ospedale di Mirandola” pubblicato dalla testata online “SulPanaro.net”, l’Azienda USL di Modena risponde punto su punto ai dubbi espressi:
1 – Gli anestesisti rimasti a Mirandola sono quattro con turni di 12 ore massimi ciascuno, e per eseguire gli interventi di chirurgia sia generale che ortopedica e ginecologica (queste sono le specialità che riguardano l’ospedale di Mirandola) non sono sufficienti per accompagnare ortopedici, chirurghi e ginecologi durante le operazioni. Quindi come si fanno a garantire 24 ore su 24 gli interventi programmati e le urgenze e la sala parto?
Come ogni Azienda sanitaria d’Italia, anche l’Azienda USL di Modena deve fare i conti con la carenza di specialisti, in modo particolare di anestesisti; gap che si sta cercando di colmare attivando tutti gli strumenti a disposizione, ovvero promuovendo bandi di selezione a tempo indeterminato e per incarichi libero professionali. Detto ciò, al Santa Maria Bianca è attiva una guardia anestesiologica H24, che consente di effettuare le urgenze ostetriche-ginecologiche, oltre alla gestione delle eventuali emergenze intraospedaliere e, più in generale, di tutte le condizioni cliniche di instabilità, che esulano dalle competenze dell’internista o del chirurgo. Un ulteriore supporto, a servizio dell’attività chirurgica programmata, è garantito da una logica di sistema che vede gli specialisti della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Area Nord, diretta dal Dott. Alessandro Pignatti, operare secondo necessità su entrambe le sedi, ovvero l’Ospedale di Mirandola e quello di Carpi. Inoltre presso il Santa Maria Bianca viene garantita una pronta disponibilità su chiamata del medico anestesista, h12 negli orari notturni dal lunedì al venerdì e h24 sabato, domenica e festivi, assicurando così il trasporto di pazienti gravemente instabili presso altre strutture ospedaliere provinciali.
2 – Quante sale operatorie ha l’ospedale di Mirandola? L’Ausl parla di quattro, ma non specifica che differenza c’è tra l’una e l’altra. Le sale operatorie, logisticamente parlando, sono sì quattro, ma solo due sono per gli interventi maggiori, quelli dove sono previste le anestesie totali. Le altre due sono esclusivamente dedicate alla endoscopia (gastroscopia, colonscopia …) e alla chirurgia specialistica ambulatoriale (oculistica e dermatologia): piccoli interventi non paragonabili a quelli che si fanno di urgenza nelle sale operatorie vere e proprie. Del resto, se fossero veramente 4 le sale operatorie dedicate a Mirandola interamente a interventi chirurgici e ortopedici, perché questi vengono eseguiti a Carpi o a Modena?
Si ribadisce che le sale operatorie dell’Ospedale di Mirandola sono 4 e non 2; inoltre, non è affatto vero che “l’Ausl non specifica che differenza c’è tra l’una e l’altra”: nella replica fornita si può infatti leggere che “due, collocate nel Corpo 08, sono dedicate alla casistica ordinaria (chirurgia, ortopedia, ginecologia), mentre le altre due trovano spazio nel Corpo 02 e sono dedicate alla casistica di Day surgery, ambulatoriale (oculistica, dermatologia, otorinolaringoiatria, endoscopia digerente e respiratoria, chirurgia generale, ortopedia etc..) e all’attività endoscopica digestiva e bronchiale”. In nessuna parte del testo fornito, dunque, è stato asserito che in tutte e quattro le sale operatorie di Mirandola vengono effettuati interventi chirurgici e ortopedici in regime ordinario (con il supporto anestesiologico). Ma così come sono importanti gli interventi chirurgici ordinari, altrettanto lo sono quelli in Day surgery o in regime ambulatoriale: l’attività chirurgica ambulatoriale necessita di competenze specialistiche di assoluto valore e garantisce una risposta preziosissima ai cittadini del territorio del Distretto di Mirandola. La maggior parte delle problematiche chirurgiche sono legate a patologie di piccola/media entità, capaci però di causare innumerevoli disagi all’utenza e, in alcuni casi, di causare invalidità o addirittura il decesso. Una parte della patologia di parete (ernie) possono essere eseguite ad esempio in regime ambulatoriale, così come si può dare risposta a numerose patologie ortopediche (dito a scatto, tunnel carpale, ecc..) che sono causa di dolore e disfunzioni fisiche che impattano negativamente sulla vita delle persone. In questi casi la soluzione al problema di salute è garantita proprio all’interno delle sale del Corpo 02, dedicate agli interventi ambulatoriali. Altre casistiche, tutt’altro che residuali, riguardano il trattamento della cataratta in ambito oculistico, la rimozione di nevi/lesioni anche cancerose a livello dermatologico che, se non curate, possono avere ripercussioni gravissime. Inutile poi sottolineare l’importanza dell’attività endoscopica sia digestiva che bronchiale, decisive per la diagnosi e il trattamento di patologie anche oncologiche, cui si è aggiunta di recente l’attività cistoscopica ad opera degli urologi.
3 – Quante sale operatorie sono aperte a Mirandola? Delle due sale operatorie dedicate agli interventi maggiori di chirurgia e ortopedia che prevedono il ricovero, solo una ha riaperto dopo il lockdown, ma solo per interventi di chirurgia elettiva cioè per interventi programmati e non per le urgenze. Quindi da marzo a Mirandola non si fanno più urgenze e qualunque intervento urgente per gli 86 mila abitanti della Bassa si fa altrove. L’8 agosto chiuderà anche la seconda e non si sa di preciso quando riaprirà.
Dopo il lockdown, pur riaprendo tutte e quattro le sale, solo una è stata dedicata all’attività chirurgica ordinaria, a causa anche della nota difficoltà a reperire in particolare il personale anestesista. Oltre alle misure intraprese per la ricerca di personale, sottolineate nella risposta alla prima domanda, l’Azienda USL ha messo in campo molteplici soluzioni organizzative che hanno dato i loro frutti: il supporto intraziendale all’Area Nord con invio di professionisti di Area Sud, il supporto interaziendale con l’utilizzo di anestesisti dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria e il reclutamento di specializzandi attraverso bandi specifici per l’emergenza Covid. Tutte queste azioni hanno garantito una continuità del servizio anestesiologico in Area Nord, consentendo non solo una risposta competente nella fase di maggiore pressione del Coronavirus, ma anche la ripresa di buona parte dell’attività chirurgica, anche nel Distretto di Mirandola. Diverso è il discorso delle urgenze, che per essere eseguite in sicurezza, devono prevedere spazi di ricovero tutelati anche nel rispetto delle indicazioni Ministeriali e Regionali per il contrasto della diffusione del coronavirus. Da marzo scorso l’Ospedale di Mirandola, insieme agli altri ospedali della rete provinciale, ha dovuto fare i conti con una pandemia, che ha portato – nel momento di picco emergenziale – ad accogliere contemporaneamente sino a 60 pazienti Covid positivi e sospetti. Uno sforzo importante che ha costretto la Direzione ospedaliera a recuperare aree da mettere a servizio dell’assistenza dedicata ai pazienti Covid, aree presenti tuttora. Di qui la necessità di trasferire temporaneamente le degenze della Cardiologia e gli interventi urgenti presso altre sedi: l’attuale organizzazione dell’Ospedale deve infatti prevedere aree filtro per l’isolamento dei pazienti in attesa di esito del tampone per garantire la sicurezza di tutti. Come già ribadito, è intenzione dell’Azienda ripristinare i percorsi di entrambe le urgenze nel più breve tempo possibile, così come il rientro della Cardiologia.
In riferimento alla pianificazione operatoria, per fugare ogni dubbio, ecco il dettaglio delle sale assicurato a partire dal 10 agosto:
- dal 10 al 14 agosto: 1 sala disponibile per le urgenze ostetrico/ginecologiche (storica chiusura di tutte le altre sale)
- dal 17 al 31 agosto: 1 sala attiva con n.3 sedute ordinarie e Day surgery, 1 sala dedicata alle urgenze, 1 sala dedicata all’endoscopia digestiva con 11 sedute, 1 sala dedicata all’attività ambulatoriale multispecialistica con 8 sedute)
4 – Cosa faranno chirurghi e anestesisti senza le due sale operatorie maggiori? Resteranno a occuparsi di unghie incarnite, di asportazione di nei e di poco altro? Resteranno in attesa di un cesareo nella loro fortezza Bastiani? O saranno spostati su Carpi e Modena? E, nel caso, quando e se torneranno a Mirandola?
Per entrambe le équipe (chirurgica e anestesia), l’AUSL si sta impegnando in una politica di ripristino e potenziamento dell’organico che consenta di assicurare tutte le attività di competenza, comprese quelle ambulatoriali. Attività che sono stabilmente assicurate presso il Santa Maria Bianca e che saranno ulteriormente potenziate non appena si otterrà il necessario riequilibrio dell’organico. Con la ripresa dell’attività da settembre, non sussiste dunque pericolo che professionisti vengano trasferiti presso altri ospedali.
5 – Ausl e il Pd spiegano che nel mese di agosto la programmazione chirurgica è sempre stata tradizionalmente ridotta, sia per permettere la rotazione dell’organico per i congedi estivi, sia perché pochissimi pazienti accettano di essere operati in questo mese. Ma se così fosse, perché non viene fornita una data di riapertura? Perché questo mistero?
La ripresa degli interventi programmati di ortopedia, ginecologia e di chirurgia generale è stata fissata per la prima settimana di settembre. L’iter di programmazione chirurgico è un processo complesso che deve valutare molteplici variabili: la consistenza delle liste di ciascuna specialità, il volume di pazienti per cui stanno scadendo i termini di priorità, la programmazione di tutte le attività delle singole specialistiche ed il relativo piano di lavoro delle equipe, nonché la disponibilità del posto letto che deve essere assicurata al paziente. Proprio in questi giorni si sta lavorando alla messa a punto di questa programmazione, relativa al mese di settembre. Dunque, nessun mistero, ma semplicemente la solita routine che ogni anno si ripete nel periodo estivo e che, a differenza di quest’anno, non ha mai destato polemiche.
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