Mirandola, antifascisti in piazza: “Inaccettabile l’atteggiamento di Greco il 25 aprile”
MIRANDOLA - Ha causato sdegno e riprovazione nei mirandolesi antifascisti, la scelta del sindaco Alberto Greco di togliersi la fascia tricolore in occasione del canto partigiano Bella Ciao. Intonata dai manifestanti nel corso della commemorazione del 25 Aprile, la canzone non aveva visto il coinvolgimento del primo cittadino, che si era allontanato convinto che la cerimonia si fosse conclusa. Una spiegazione, quella fornita da Greco, che non ha convinto ANPI e i partiti di sinistra, i quali si sono dati appuntamento nel pomeriggio di sabato 22 maggio per rivendicare il valore dell'antifascismo militante.
Folto il gruppo dei manifestanti, che, intonando canti partigiani e scandendo slogan per la libertà della Palestina, anche in risposta a chi a palazzo Bergomi aveva esposto la bandiera di Israele, ha ulteriormente protestato contro la scarsa attenzione della giunta leghista nei confronti degli atti vandalici perpetrati ai danni del monumento alla Resistenza, sito nei Giardini Pubblici.
Il discorso dell'Anpi:
Oggi siamo qui, società civile, democratica e Antifascista, per ribadire un messaggio fondamentale e per riaffermare che Mirandola è e sempre sarà una città antifascista. Tutti noi, mirandolesi e ciascuno nella sua città natale o d’adozione, abbiamo ereditato la storia dei nostri Partigiani e la dobbiamo difendere…come dobbiamo difendere tutti i luoghi che li ricordano. Pochi.giorni.prima del 25 aprile, è stato vandalizzato il momento alla Liberazione eretto nel 1973, nel cuore della nostra città, a pochi passi da qui. Un oltraggio vigliacco, subdolo, dove si è voluta cancellare la memoria di quanti hanno donato la vita credendo fermamente nei valori di libertà e democrazia. L’iscrizione citava: IL POPOLO DI MIRANDOLA RENDE OMAGGIO ALLA RESISTENZA CHE RISCATTANDO COL PROPRIO SACRIFICIO L'ITALIA DALLA TIRANNIDE NAZIFASCISTA HA TRASMESSO AI POSTERI L'IMPEGNO DI PROTEGGERE LE LIBERE ISTITUZIONI DELLA SOCIETA' UMANA AFFINCHE' LA DEMOCRAZIA VIVA. 25 APRILE 1973. Come ANPI e come cittadini di questo Paese vogliamo ribadire che non siamo solo quelli che posizionano fiori, o quelli che portano le bandiere alle cerimonie. Noi, tutti noi, siamo i posteri: gli eredi di questo lascito e per questo siamo parte attiva e concreta di Memoria ma soprattutto di Storia. E dobbiamo pretendere che le Istituzioni siano al nostro fianco senza se e senza ma in questa azione continua Lo chiediamo e pretendiamo anche dall'amministrazione Greco, che non ha ancora condannato pubblicamente questo scempio al monumento ai caduti … come giustamente fece non più tardi di un anno fa e a più riprese su tutti i canali e mezzi stampa, per la vandalizzazione dell'opera temporanea di arte moderna installata sul.busto.di Giovanni Pico, qui in piazza. Ma questa mancanza arriva in conclusione di un percorso completamente mancante delle celebrazioni per l’anniversario della Liberazione. E non pensiamo solo alla mancanza di un microfono perché il discorso del.sindaco potesse essere sentito dai cittadini. E’ mancata la presenza delle Istituzioni, quando si è deciso di delegare ad un fiorista la deposizione dei fiori sui cippi e i monumenti partigiani avvallando scuse relative alla pandemia in corso…quella stessa pandemia che non ha però fermato i suoi colleghi negli altri comuni limitrofi (anche più grandi di Mirandola) dove la deposizione dei fiori è stata svolta dal sindaco o da un rappresentante ANPI senza per questo infrangere le disposizioni vigenti. Le Commemorazioni non si appaltano.Il rispetto della Memoria si attua presenziando di persona e in modo Istituzionale con la fascia tricolore che simboleggia la Costituzione sulla quale l’uomo delle isituzioni ha prestato giuramento. Ecco, il sindaco Greco quella fascia, l’anno scorso, l’ha indossata per commemorare, nel Comune di San Possidonio, i caduti fascisti della cosiddetta corriera fantasma senza alcun disagio. Disagio evidentemente provato in piazza il 25 aprile scorso quando se l’è tolta allontanandosi velocemente mentre spontaneamente tutti i presenti intonavano Bella Ciao. Ed ecco un'altra mancanza! BELLA CIAO…e qualsiasi altro canto partigiano che quel giorno qualcuno…ha deciso di non far suonare alla banda cittadina, cosa mai accaduta prima in 76 anni di solitudine democratica mirandolese. Beh siamo qui anche per dire che nessuno ci può vietare di cantare le nostre canzoni, quelle che ci rappresentano e che sono diventate un simbolo importante per moltissime persone nel mondo. Bella Ciao non è il canto di una parte politica, non è un canto divisivi ma invece rappresenta valori universali di libertà e opposizione alle dittature e alla guerra, senza riferimenti politici o religiosi. Sarebbe stato difficile, altrimenti, unire le varie anime antifasciste che avevano lottato contro il nazifascismo, così diverse tra loro negli ideali eppure unite nella lotta comune contro l’invasore. Oggi Bella ciao è uno dei testi più conosciuti, tradotti e cantati a livello mondiale, è una canzone universale, non necessariamente legata al mondo della Resistenza. Oggi riveste un significato storico-sociale a livello internazionale, comparendo in diversi momenti della storia politica di paesi diversi dall’Italia. Nel 2013 è stata intonata ad Istanbul dai manifestanti contro il premier turco Erdoğan, nel 2015 è stata cantata in occasione delle commemorazioni delle vittime del giornale satirico francese Charlie Hebdo e durante il funerale di uno dei suoi vignettisti. È diventata l'inno dei Fridays for future. Chi oggi si vergogna di cantarla di … o si ascoltarla dovrebbe evitare di presentarsi in piazza il 25 aprile. Una cosa che non è mancata in questa stessa piazza, meno di un messe fa, il 25 aprile 2021 e nonostante la mancanza di un invito formale, è stata l'ANPI, in una piccola delegazione di 3 persone per rispettare le norme anticovid ma c'eravamo!!! E non mancavano i cittadini che hanno voluto essere presenti come da tradizione per ricordare la Liberazione dalla.dittatura e la nascita della democrazia. Per ricordare che Mirandola, nei venti mesi di lotta di Liberazione, subì la vigliacca uccisone di 52 persone ed è per loro e per chi non ha più un parente che li ricordi che siamo stati e dobbiamo essere presenti, e ricordarne la storia… Ognuno ne ha una. Mio nonno Nino Gualdi era un’ antifascista della prima ora che si contrappose alle camice nere venute dal mantovano, suo figlio, mio zio, Luigi Gualdi vice comandante di Battaglione fu ucciso dai fascisti all'età di 18 anni. E tante altre storie come la mia potrebbero essere raccontate e meritano di esserlo. Ogni anno ci impegniamo a farlo con ogni mezzo e non smetteremo di farlo tanto più oggi dove di continuo siamo obbligati ad alzare la voce per rivendicare il diritto nostro e di tutti, oltreché il dovere, di ricordare quei valori che oggi più che mai appaiono attuali e indispensabili alla nostra società. A chi ci chiede dialogo perché preoccupato della manifestazione di oggi, come recita l’ ultima comunicazione inviataci da questa amministrazione, ricordiamo che noi siamo sempre disponibili a riprenderlo, prima di tutto per il rispetto che portiamo alle istituzioni che rappresentano. Un dialogo che, ricordiamolo, è iniziato con il.patrocinio negato alla ormai tradizionale Pastasciutta antifascista che ogni 25 luglio festeggia il ricordo della caduta.della.dittatura fascista nel.1943. La.mancanza di un patrocinio, decisa da un sindaco da poco eletto, era il 2019. Oggi chiediamo da parte di questa amministrazione una dichiarazione forte e perentoria di condanna alla distruzione di un monumento storico a ricordo della Resistenza. Ma chiediamo soprattutto rispetto per la cittadinanza perché non abbiamo sentito nessuna scusa per quanto accaduto il 25 Aprile da parte del primo cittadino che si è allontanato durante il coro spontaneo di bella ciao togliendosi la.fascia tricolore. Oggi siamo qui per ribadire ancora una volta, assieme ai ragazzi che ci hanno contattato per organizzare assieme questa manifestazione e assieme a tutti voi, che noi non ci fermeremo. Continueremo a vigilare su tutti coloro che con i propri gesti offendono la memoria della Resistenza.e dell’antifascismo. Vogliamo una Mirandola consapevole, coinvolta, attiva, resistente e Antifascista perché è la Costituzione, scritta con il sangue dei nostri cari, che lo dice. W la Resistenza w l'antifascismo
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