“Cispadana opera vecchia e superata”, il Coordinamento No autostrada scrive al premier Draghi
In seguito alla visita al distretto ceramico modenese da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi, il Coordinamento cispadano No autostrada - Sì strada a scorrimento veloce ha scritto una lettera, indirizzata al premier, a proposito della realizzazione dell'autostrada Cispadana. Di seguito, il comunicato:
"Al presidente del Consiglio Mario Draghi, in visita al Distretto Ceramico di Sassuolo il 01/06/2021, ricordiamo che la Cispadana in forma autostradale, citata nell’incontro sia dal presidente Bonaccini che da Tomei della Provincia di Modena e Savorani di Confindustria ceramica, rimane un’opera vecchia come concezione, superata, dannosa per il territorio e l’ambiente, che non affronta e non risolve i problemi di traffico e dell’inquinamento atmosferico del territorio interessato anzi, da dati progettuali, li aggrava. A bloccare l’apertura dei cantieri, annunciata negli anni e mai attuata, è l’incapacità di A.R.C. di predisporre un progetto definitivo (mancando di conseguenza quello esecutivo, la Conferenza dei Servizi, lo studio costi-benefici e quello economico finanziario) che risponda alle numerose obiezioni, oltre 200, della V.I.A. ministeriale ma soprattutto la presa d’atto che i flussi di traffico sono insufficienti per giustificare un’autostrada. È quello che inascoltati diciamo da anni. A.R.C. ha chiesto ed ottenuto dalla Regione Emilia Romagna (concedente esclusivo) un ulteriore esborso di denaro pubblico (100 milioni extra contratto oltre ai già stanziati 279) con la motivazione della insostenibilità economica dell’opera (numeri di passaggi/pedaggi sensibilmente ridimensionati rispetto alle previsioni contenute nello Studio di fattibilità del 2005). Per avere i finanziamenti bancari al Project financing A.R.C. ha bisogno delle garanzie del proprio socio di maggioranza, cioè di Autobrennero S.p.A. che, senza il rinnovo della concessione dell’A22, non può darle. Fermare la Cispadana autostradale e puntare al completamento della Cispadana a scorrimento veloce cat. C1, come i tratti già esistenti e come previsto dalla Regione nel progetto del 2004, sviluppare un sistema della mobilità più sostenibile riorganizzando la logistica puntando sul trasporto ferroviario che la stessa Regione si sta impegnando a realizzare e che a maggior ragione rendono superata e quindi inutile una nuova autostrada. Il futuro del distretto biomedicale mirandolese, di quello metalmeccanico centese e dell’agro-alimentare richiedono nuove visioni e infrastrutture all’altezza delle nuove sfide e non opere che guardano al secolo scorso come la Cispadana autostradale. Se a tutto questo aggiungiamo l’importante valorizzazione che sta avendo il Porto di Ravenna con il collegamento ferroviario per e dal Brennero abbiamo un quadro esaustivo della inadeguatezza temporale, economica e ambientale di questa idea autostradale. Il presidente della Regione Bonaccini, il presidente di Confindustria Ceramica Savorani e il presidente della Provincia Tomei non perdono occasione per chiedere al Governo di operare per rinnovare la concessione dell’A22 ad Autobrennero S.p.A. quando sappiamo che con le norme inserite nella legge di Bilancio dal precedente Governo, andando ben oltre le sue competenze, ora la responsabilità dello stallo è in capo ai soli azionisti pubblici di Autobrennero che non sanno, o non vogliono, liquidare i soci privati della stessa Autobrennero. Come Coordinamento cispadano NO autostrada – SI strada a scorrimento veloce chiediamo da anni quella mobilità sostenibile ora supportata anche dal Piano di finanziamenti predisposto dalla U.E. per il rilancio economico dopo la pandemia. Non sappiamo come finirà la storia, ma troviamo incredibile che il vincitore di una gara pubblica possa chiedere altri soldi pubblici, già concessi dalla Regione, che è di fatto il cambiamento delle condizioni contrattuali con cui si è aggiudicato l’opera. Proprio per la sovrastima dei flussi di traffico (Studio di Fattibilità 2005), previsti nel Piano Economico Finanziario, diventa fondamentale il rinnovo ad Autobrennero Spa della concessione dell’A22, scaduta nel 2014. Non dovrebbe essere così perché A.R.C. S.p.A. e Autobrennero S.p.A. sono soggetti distinti e i cantieri della Cispadana autostradale dovrebbero già essere aperti da anni, come ripetutamente annunciato dalla regione, indipendentemente dal rinnovo o meno ad Autobrennero della concessione dell’Autostrada Modena-Brennero. Questo invece non è. Per poter accedere ai necessari finanziamenti bancari, stante i pochi ricavi da traffico su cui potrà contare, A.R.C. S.p.A. ha bisogno delle garanzie del proprio socio di maggioranza, cioè di Autobrennero S.p.A., che senza rinnovo dell’affidamento non può darle. Per Autobrennero S.p.aA. il problema è doppio, perché i conti non tornano neanche per AutoCS S.p.A., altra sua partecipata, che ha vinto la gara per la realizzazione e la gestione della Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo. Ma perché Autobrennero Spa dovrebbe investire in opere fallimentari e destinate ad avere bilanci in perdita come la Cispadana autostradale e la Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo? La risposta è semplice: Autobrennero vuole il rinnovo della decisamente più remunerativa A22. Nel nostro paese ha sempre funzionato così: concessioni a tempo determinato sono diventate praticamente eterne in cambio di opere aggiuntive non sempre utili al territorio interessato. Da qualche anno, però, ci si è messa di mezzo la legislazione europea che impone gare aperte per le concessioni scadute. Per sfuggire alla gara europea e avere l’affidamento diretto Autobrennero deve trasformarsi in una S.p.A. interamente pubblica, liquidando i soci privati che, per uscire, pretendono un corrispettivo economico molto più elevato del valore delle azioni in loro possesso. Da qui lo stallo e le ripetute proroghe negli anni della concessione della Modena-Brennero per dare tempo ai soci pubblici e privati di trovare un accordo. L’ultima proroga scade il 31 luglio 2021 e il ministro Giovannini ha detto che sarà l’ultima. Noi lo speriamo. Considerate queste difficoltà, è ancora possibile fermare la Cispadana autostradale e sviluppare un sistema della mobilità realmente sostenibile, puntando su una diversa logistica delle merci per decongestionare le strade del comprensorio biomedicale mirandolese e metalmeccanico centese, come del resto la Regione ha deciso di attuare nel tratto di Cispadana a scorrimento veloce cat. C1 da Reggiolo a Parma con il potenziamento della ferrovia esistente (come del resto è possibile fare da Reggiolo a Ferrara), per spostare più merci dalla gomma al ferro, per ridurre le emissioni di gas climalteranti, come chiedono l’Europa e i milioni di giovani scesi in piazza in difesa del clima e del loro futuro. “Produrre in modo sostenibile” come dichiarato da Bonaccini richiede coerentemente anche il “trasportare in modo sostenibile”! Il futuro dell’economia nei nostri territori sta a cuore anche a noi ma richiede nuove visioni infrastrutturali all’altezza delle nuove sfide e non opere che guardano al secolo scorso come la Cispadana autostradale. Ci riflettano anche Bonaccini, Savorani e Tomei che, ossessionati dalla Cispadana autostradale, sembrano considerare la Cispadana e la Bretella come trofei da portare a casa, indipendentemente dalla loro utilità".
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