Nonantola, le opposizioni sull’area ex-Pip Gazzate: “Alluvione non ha insegnato nulla?”
NONANTOLA - Attraverso una nota stampa congiunta, i gruppi consiliari di Nonantola, "Nonantola Progetto 2030" (capogruppo Alessandro di Bona), Movimento 5 Stelle (capogruppo Omer Zoboli) e "Nonantola Libera" (capogruppo Francesco Cosimo Antonucci) intervengono in merito alla presentazione del progetto relativo al nuovo insediamento che riguarderà l'area ex-PIP Gazzate:
"Abbiamo letto con attenzione l’articolo apparso sulla Gazzetta di Modena dello scorso 16 febbraio, dove per la prima volta la sindaca di Nonantola “presenta” il progetto di nuovo insediamento che riguarderà l’area ex-PIP Gazzate: su un’area di circa 84 mila mq, l’azienda O&N “amplierà il proprio stabilimento e magazzino”. La sindaca omette, però, un particolare alquanto rilevante: il 70% del futuro insediamento non riguarderà l’O&N, bensì la multinazionale dei trasporti DSV (ex Saima Avandero) che costruirà un enorme polo logistico per la Maserati, Lamborghini e Ducati. Il buon Di Pietro direbbe: “ma che ci azzeccano costoro con l’azienda tessile?” Forse, nel tacere questo secondo soggetto, la sindaca non vuole alimentare ulteriore allarmismo fra i cittadini viste le già pesanti condizioni del traffico – soprattutto nello snodo Navicello – e visto che stiamo parlando di un’area ad elevato rischio idraulico? Dopo che per anni si è tenuto all’oscuro il Consiglio comunale degli accordi che Amministrazione comunale e Consorzio Attività Produttive (che ha in gestione l’area) stavano prendendo con l’impresa e nonostante nel 2011 lo stesso Consiglio comunale di Nonantola avesse approvato un diverso progetto per utilizzare quell’area per la rigenerazione dell’intera area artigianale – in un'ottica di riconversione ecologica, sia dal punto di vista energetico che idraulico – e dopo la convocazione, tardiva, della Commissione Urbanistica avvenuta qualche giorno fa a giochi fatti – ma alla presenza degli acquirenti – oggi leggiamo che l’unica offerta per l’utilizzo di quel territorio è venderla tutta... al migliore offerente? Ma l’alluvione del 2020 non ha insegnato nulla alla nostra sindaca, alla quale bastano le rassicurazioni dell’azienda che costruirà la vasca di laminazione e provvederà a mettere a dimora lo stesso numero di piante che ovviamente dovrà tagliare per costruire il magazzino? Altrettanto, la sindaca ci rassicura sull’impatto sulla mobilità: qualche mezzo pesante verrebbe da Modena, senza incidere sul traffico presente dalla parte opposta! Perché si vuole minimizzare l’impatto che invece tale realizzazione avrà? Perché lo si vuole mistificare con l’aumento dell’occupazione (in verità, con dati quantitativi e qualitativi vaghi e “unilaterali”) e del benessere complessivo per tutta la comunità, mentre nulla si dice in tema di transizione energetica e di lotta ai cambiamenti climatici? Possono davvero bastare la desigillazione del parco della Resistenza e la realizzazione del Parco Urbano nella striscia compresa fra la tangenziale e via Gazzate per compensare l’impatto del nuovo polo logistico e del prossimo comparto della “Consolata”, dove agli insediamenti commerciali si aggiungeranno quelli produttivi tolti dal PIP Gazzate per fare posto alla logistica? Se Modena continua ad essere fra le province italiane più inquinate d’Italia e l’aria della pianura padana fra le peggiori al mondo, non possiamo persistere su politiche urbanistiche che consumano e impermeabilizzano suolo, né su scelte di mobilità su gomma, che allontanano la fine dell’utilizzo di combustibili fossili e sono fonti continue di polveri sottili; altrettanto non possiamo procrastinare il cambiamento del modello di sviluppo e mantenere la conflittualità tra sviluppo e qualità ambientale, assecondando le logiche espansive di chi ancora se lo può permettere: anche un governo locale, come il Comune di Nonantola, può e deve orientare la crescita del proprio territorio verso la sostenibilità ambientale e la sicurezza sociale operando scelte innovative e condivisibili per tutti. E per farlo deve abbandonare un progetto sbagliato, sia nello spazio, sia nella qualità, accogliendo i dubbi e le critiche delle forze ambientaliste e progressiste e non strizzando l’occhio alla destra ultraliberista".LEGGI ANCHE:
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