Lorena Artioli: “Io mamma adottiva accogliente e vulcanica”
Accogliente perché si dedica ai bambini da sempre per passione e per professione. Diplomata alle magistrali e al conservatorio, insegna alla scuola primaria italiano musica e storia. Vulcanica perché dismessi gli abiti da maestra indossa quelli, senza dubbio più sgargianti, da ballerina.
Raccontaci qualcosa di te
“Nasco a Modena in una famiglia umile e intrisa di valori composta dai miei genitori, due fratelli e la nonna paterna. Ed è sicuramente a quella nonna, vissuta fino a 101 anni dal carattere forte e curioso, che riconosco con fierezza di assomigliare. Cresco in un piccolo casello ferroviario a Gorghetto, privo di bagno e di acqua calda, stiamo stretti ma felici. La mia infanzia prosegue a Solara, dove mio papà, muratore di professione, costruì quella che sarebbe diventata la nostra futura casa; una casa sempre aperta a chiunque avesse bisogno di aiuto o anche solo di essere ascoltato”
Quando ti sei approcciata per la prima volta all’affido?
“Ero quasi al termine del conservatorio a Ferrara quando proposi alla mia famiglia di aderire ad un progetto di affido a lunga scadenza di recupero psico-sociale per bambini rumeni altamente deprivati e, dopo attente riflessioni aderimmo accogliendo una bambina di 10 anni con tanti vuoti da riempire. Un affido tuttora attivo a distanza di 26 anni, che ha portato complicazioni e soddisfazioni. Questa bambina, ormai donna, è diventata a sua volta madre. Sua figlia si chiama come me. Questo chiude il cerchio della vita” - precisa orgogliosa Lorena.
Un affido di lunga scadenza intervallato da affidi culturali: ovvero?
"L’idea di fondo è molto semplice. Un genitore, che abitualmente porta i suoi figli al cinema, a teatro, al museo o in libreria, ci porta anche un altro bambino – eventualmente con un componente della sua famiglia – che in questi luoghi non ci andrebbe per motivi differenti".
Ma a scombussolarti la vita è stato altro giusto?
“Si,il percorso avviato in Colombia per adottare un bambino durato 6 lunghi anni. Intrappolati nella burocrazia e prosciugati dagli elevatissimi compensi economici che ogni paese richiede per portare a termine l'adozione, ad un passo dal traguardo ci siamo ritrovati a dover ricominciare tutto daccapo e rifare l’iter presso un’altra nazione, la Russia. È stato in assoluto il periodo più brutto della mia vita! Non ce la facevo più, eravamo rimasti senza soldi e senza più speranze” - ricorda Lorena.
Come ne siete usciti?
“In quei momenti ripensai al mio prof. di matematica delle medie che mi ripeteva spesso che ero un prisma, ma non facevo brillare tutte le mie sfaccettature. Probabilmente mi era rimasta l'ultima faccia e dovevo far brillare quella. Così, armata di coraggio, ho fatto il giro delle banche ed ho chiesto un finanziamento per "figlio". C'è chi lo chiede per la casa, per le vacanze, per l'auto…io per un figlio e finalmente è arrivato uno splendido bambino che ha riportato la luce nelle nostre vite!”
Se dovessi descrivere l’adozione in poche parole?
“Responsabilità, flessibilità ed un turbinio di emozioni”
E tutte le emozioni vissute da Lorena sono state messe su carta; ‘Mamma diversamente abile’ è la biografia scritta per essere d'aiuto a tutte quelle persone che desiderano avvicinarsi ai percorsi dell'affido e dell'adozione.
E visto che le era avanzato del tempo, ha pensato bene di scrivere anche un libro per bambini!


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