Siccità. Confagricoltura: “Irrigare un frutteto costerà cinque volte rispetto a un’annata standard”
MODENA- Siccità: è massima allerta in regione per la magra del Po, le ondate di calore e le scarse piogge. Confagricoltura Emilia-Romagna stima il balzo dei costi di irrigazione che, nel comparto frutta ad esempio, potrebbero aumentare di cinque volte tanto rispetto a un’annata standard: sempre che ci sia acqua a sufficienza visto che in molti areali gli agricoltori sono stati invitati a razionalizzare l’uso della risorsa.
«Se la crisi idrica persiste – spiega Marco Piccinini, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia-Romagna – dare acqua ai frutteti costerà in media 430 euro a ettaro soltanto di energia elettrica. Nel 2020 – precisa l’imprenditore – la stessa voce di spesa si attestava a 92 euro a ettaro».
Il quadro si fa più allarmante se si osservano i fabbisogni idrici previsti per portare a termine la campagna frutticola 2022 in Emilia-Romagna. Per le drupacee (albicocche, ciliegie, pesche e susine), bisogna erogare ancora il 70% dei volumi d’acqua richiesti; per le pomacee (pere e mele), l’88% (fonte: CER – Consorzio Emiliano Romagnolo). Significa, sottolinea Piccinini, che «siamo appena all’inizio della stagione, con il livello del Po al minimo storico (quindi senza scorte), il 25% di precipitazioni estive in meno rispetto alla media dell’ultimo ventennio e un tasso di evaporazione alle stelle, che si traduce di fatto in una perdita d’acqua fino a 8 litri per ogni metro quadro».
Diverse sono le colture emiliano-romagnole in piena fase di crescita che necessitano d’acqua: al mais serve ancora il 74% del volume annuo richiesto; alla soia, l’84%. Quanto alla barbabietola da zucchero, nella sola provincia di Bologna il volume totale distribuito finora è di 154 millimetri, cioè superiore alla media – calcolata dal 2003 ad oggi -, del fabbisogno totale medio previsto per la coltura, pari a 150 mm (CER).
Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, parla di nuove disposizioni per la gestione dell’emergenza idrica che vanno inevitabilmente verso la razionalizzazione dell’acqua a fini irrigui fino alla turnazione e agli agricoltori dice: «Seguite i calendari degli enti di bonifica con gli orari fissati per dare acqua alle colture, l’irrigazione a scorrimento solo se necessaria».
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