Payback biomedicale, Ascari (M5S): “Aziende rischiano il collasso, chieste soluzioni immediate”
"Dobbiamo evitare la paralisi del comparto biomedicale. Se non sarà sospeso il payback sui dispositivi sanitari le aziende del comparto dovranno restituire il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle regioni e anche in Emilia-Romagna le aziende rischiano il collasso. Per questo ho presentato un'interrogazione al ministro delle Imprese e del Made in Italy e al ministro della Salute".Così l'onorevole Stefania Ascari (Movimento 5 Stelle) in merito alla questione payback biomedicale e alle modifiche apportate al decreto del 2015 sulle “Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali. Disposizioni per garantire la continuità dei dispositivi di sicurezza e di controllo del territorio. Razionalizzazione delle spese del Servizio sanitario nazionale nonché norme in materia di rifiuti e di emissioni industriali”.
"All’art. 9 ter - spiega Ascari - è stato aggiunto per mezzo del DL 9 agosto 2022 n. 115 il comma 9 bis secondo cui “in deroga alle disposizioni di cui all’ultimo periodo del comma 9 e limitatamente al ripiano dell’eventuale superamento del tetto di spesa regionale per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, dichiarato con il decreto del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze di cui al comma 8, le regioni e le province autonome definiscono con proprio provvedimento, da adottare entro novanta giorni dalla data di pubblicazione del predetto decreto ministeriale, l’elenco delle aziende fornitrici soggette al ripiano per ciascun anno, previa verifica della documentazione contabile anche per il tramite degli enti del servizio sanitario regionale”. Il comma 581 della Legge 30 dicembre 2018, n. 145 – sottolinea Ascari - dispone che “Nel caso in cui le aziende farmaceutiche titolari di AIC non adempiano all’obbligo del ripiano di cui al comma 580, i debiti per acquisti diretti delle regioni e delle province autonome, anche per il tramite degli enti del servizio sanitario regionale, nei confronti delle aziende farmaceutiche inadempienti siano compensati fino alla concorrenza dell’intero ammontare. Con tale misura pare che, entro il 15 gennaio 2023, anche le aziende fornitrici di materiali e dispositivi medico-sanitari e chirurgici dovranno restituire alle Regioni 2,1 miliardi di euro. La Regione Emilia-Romagna ha richiesto la restituzione di 170 milioni: Stando così le cose il settore biomedicale – che lungo la via Emilia vanta realtà importantissime come il distretto di Mirandola – rischia la crisi. Tale richiesta restitutoria, riferendosi al il periodo tra il 2015 ed il 2018, verrebbe imputata su bilanci ormai chiusi e certificati e sui cui utili sono già state pagate le tasse – fa presente Ascari chiedendo ai Ministri interrogati se siano o meno a conoscenza dei fatti e quali iniziative ritengano opportuno adottare per non determinare una paralisi del comparto biomedicale. 'Se il 'rimborso' dovesse avvenire, ci sarebbe un gravissimo impatto su tutte le aziende fornitrici di materiali e dispositivi medico-sanitari e chirurgici, con particolare riguardo al comparto in Emilia-Romagna".LEGGI ANCHE:
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