Zouhra Jadwa, la giovane mirandolese replica ad Aimi: “Ci siamo sentiti offesi, l’islam è una religione, non una nazione”
Zouhra Jadwa, la giovane mirandolese replica ad Aimi: "Ci siamo sentiti offesi, l’islam è una religione, non una nazione". Il senatore aveva puntato il dito contro la manifestazione dell'altra mattina che ha radunato centinai di fedeli nel campo sportivo di Mirandola.
Scrive adesso Zouhra Jadwa
Salve, sono Zouhra Jadwa, una ragazza mirandolese, e volevo segnalare “Mirandola si risveglia sulle note del Muezzin”. Non saprei nemmeno da dove iniziare per commentare un articolo di questo genere. Già si parte leggendo una falsità, nonché “I fedeli si sono radunati per la ricorrenza islamica per la fine del Ramadan”: l’evento festeggiato dai musulmani il 31/07/2020 non è la fine del Ramadan ma è la festività per ricordare il sacrificio sostitutivo effettuato con un montone da Abramo, del tutto obbediente al disposto divino di sacrificare il figlio Ismaele a Dio. Poi si procede con la solita barzelletta del “loro qui praticano la loro religione come pare e piace a loro, ma noi non possiamo fare lo stesso nei paesi musulmani” in quanto dice “Premesso…che il dettato costituzionale in Italia, a differenza della quasi totalità dei paesi musulmani, consente la libertà di culto”, volevo ricordare che parla dei paesi dove all’interno si fanno addirittura la guerra tra di loro, perché infatti in altri paesi con maggioranza islamica come Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Turchia e altri, esiste la libertà di culto. Successivamente si tira in ballo la questione del Covid che rende tutto ancora più surreale. Dico questo perché quando siamo al supermercato a fare la spesa o a prendere un aperitivo con amici o colleghi di lavoro o, addirittura, a gironzolare per la circonvallazione vicini vicini (e dunque, senza la distanza di sicurezza e , talvolta, anche senza la mascherina), nessuno si pone il problema anzi sembra quasi che il virus non esista più. Prima di concludere, scrive :”Noi siamo per il rispetto delle norme e dei protocolli di sicurezza indipendentemente da questioni religiose o di razza..” A riguardo volevo ricordare le misure di sicurezza adottate dal centro culturale islamico di Mirandola:e per garantire il rispetto della Legge, oltre alla presenza delle forze dell’ordine, erano presenti due gruppi di staff volontari della moschea. Quanto appena detto dimostra come l’evento si sia svolto sotto il rispetto della Legge, anche perché se non fosse stato così, i carabinieri avrebbero annullato il tutto e dato in più una multa al centro culturale. In fine conclude con “Gli italiani … non sono figli di un dio minore”: molti dei presenti sono figli di seconda generazione di fede musulmana, nati e cresciuti in Italia; inoltre c’è da ricordare del buon numero di italiani, figli di italiani, convertiti all’islam. L’islam è una religione, non una nazione! Scrivo a nome mio, Zouhra Jadwa, e a nome di tutti i cittadini mirandolesi, musulmani e non, che si sono sentiti offesi da questo articolo. Cordiali Saluti!
- controllo della temperatura corporea e igienizzazione obbligatoria all’ingresso,
- 1 m di distanza tra un tappeto e l’altro,
- obbligo della mascherina,
- presenza delle forze dell’ordine;
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