Processo Aemilia. “Inammissibili” i ricorsi della famiglia Bianchini
MODENA- La gran parte dei ricorsi presentati dagli avvocati delle difese è stato qualificato inammissibile, compresi quelli presentati dai legali di Augusto Bianchini e famiglia. Si è aperto così il maxi processo Aemilia che, mercoledì 21 aprile, è sbarcato in Cassazione, a Roma.
Il procuratore generale ha ricordato come tra il 2004 e il 2015 nel territorio emiliano tra Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza fosse operativa l’associazione di stampo mafioso, collegata al sodalizio di ‘ndrangheta insediato a Cutro e diretto da Nicolino Grande Aracri. I vari imputati erano ‘impegnati’ in attività criminali quali usura ed estorsioni commesse ai danni di imprenditori.
Per quanto riguarda la famiglia Bianchini in appello era stata confermata la pena per Augusto, condannato in primo grado a nove e dieci mesi, con pena ridotta a nove anni. Per il figlio Alessandro la pena era stata di un anno e sei mesi e per Bruna Braga, la moglie di Bianchini, di due anni e due mesi.
Le prossime udienze sono state calendarizzate per il quattro e cinque maggio. La sentenza è prevista per il sei maggio.
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