Aziende del biomedicale contro il payback per le extra spese sanitarie delle regioni
Moltissime imprese del biomedicale sono destinatarie delle richieste da parte delle Regioni di pagamento del payback per le annualità che vanno dal 2015 al 2018.
“Si tratta di un sistema – spiega Cna Modena attraverso una nota stampa – che obbliga, in maniera retroattiva, a un esborso complessivo di oltre due miliardi di euro per colmare il superamento del tetto di spesa da parte degli enti regionali. La misura, stabilita da un decreto del ministro della Salute a luglio e resa operativa un mese fa, prevede che il superamento del tetto di spesa regionale per dispositivi medici sia posto a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici che hanno partecipato a gare pubbliche per tali forniture”.
“Insomma, dopo essersi aggiudicate legittimamente una gara (facendo i conti con i propri bilanci aziendali e pagando anche le tasse sull’importo finale d’asta), continua Cna Modena, le imprese fornitrici sono costrette a concorrere, con proprie risorse e anni dopo l’aggiudicazione della gara, al ripianamento dello sfondamento del tetto di spesa regionale. Si tratta di una norma palesemente ingiusta – attacca Cna – che va modificata al più presto in quanto non tiene conto delle difficoltà crescenti dei produttori, a cominciare dal caro-energia, e mette a carico delle imprese fornitrici anche spese straordinarie sostenute per combattere l’emergenza Covid. Peraltro, sono numerosi i ricorsi al Tar contro un provvedimento davvero incomprensibile sotto ogni punto di vista”.
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