Ex giocatore, poi in panchina a Limidi, Carpi e Soliera: intervista al tecnico del Concordia Gaetano Serra
di Simone Guandalini
CONCORDIA - Un inizio di campionato un po' in sordina, con tre sconfitte nelle prime tre gare della stagione, poi la svolta con la vittoria sul campo del San Vito alla quinta giornata e 11 punti conquistati nelle ultime 7 gare di campionato nel Girone B (Modena) di Terza Categoria, nonostante la sconfitta rimediata nell'ultimo turno sul campo della Cortilese: è quanto ottenuto finora in questa stagione dal Concordia, allenato quest'anno da mister Gaetano Serra, che in estate ha preso il posto di Alessandro Gamberini, e attualmente decimo in classifica. Proprio con mister Gaetano Serra abbiamo tracciato un primo bilancio della stagione tuttora in corso:
Mister Serra, come è andata finora la stagione del Concordia?
"La stagione è iniziata in salita. In estate abbiamo scelto di confermare il gruppo storico della squadra, che negli ultimi anni ha fatto fatica a livello di risultati: anche per questo, il rischio era quello di trovare ragazzi demotivati. Sono intervenuto sull'aspetto psicologico (per esempio inizialmente quando capitava di andare sotto di un gol, difficilmente riuscivamo a reagire) e anche a livello tattico, con qualche piccolo accorgimento a livello di posizionamento in campo e di fase difensiva. Oggi, invece, dopo quasi tre mesi di lavoro, l'approccio alla partita è totalmente diverso e il gruppo è diventato la nostra forza: i ragazzi sono molto più sicuri e ci stiamo togliendo piccole soddisfazioni, come quando abbiamo vinto contro il San Paolo secondo in classifica. Sono molto contento dei ragazzi: vedo grande umiltà e grande spirito di gruppo e, nonostante il nostro decimo posto in classifica, siamo a soli 8 punti di distanza dal Limidi primo".Oggi per il Concordia è in programma una gara complicata, contro la San Francesco Smile, seconda in classifica a pari punti con Cortilese e San Paolo. Come affronterete questa gara?
"Per noi sarà un po' un banco di prova per capire che tipo di risultati possiamo ottenere contro squadre di questo livello: finora abbiamo battuto quelle che al momento erano la seconda e la terza in classifica: se dovessimo fare bene anche domenica, sarebbe la conferma del buon lavoro dei ragazzi. Sono contento del percorso fatto fino a questo momento: anche la società si sta impegnando molto per ripartire e "rinascere", dopo due anni di Covid, che hanno messo in difficoltà tutte le squadre".Qualche settimana fa c'è stato il derby contro la Novese (qui il racconto del match), finito 1-1 e dove il Concordia ha ottenuto un punto in rimonta nonostante l'inferiorità numerica e ha sfiorato la vittoria con un rigore fallito nel recupero. Che impressioni le ha lasciato quella partita?
"Due mesi fa quella partita l'avremmo sicuramente persa: sotto 1-0 e con un uomo in meno per l'espulsione un uomo importante per noi come Fregni ad inizio ripresa, avremmo fatto fatica a rimanere in partita a livello psicologico. Invece, il lavoro a livello psicologico sul gruppo ha dato i suoi frutti e i ragazzi sono riusciti a pareggiare quella partita, sfiorando anche la vittoria con il rigore fallito nel recupero. Proprio per questo, possono sembrare due punti persi, però sono molto contento per la risposta psicologica data dalla squadra. L'approccio alla partita, nonostante lo svantaggio e l'espulsione, è stato sicuramente molto buono".Qual è l'obiettivo stagionale del Concordia?
"Dopo tre annate molto difficili, a Concordia c'è la voglia di ripartire. L'obiettivo primario della società è sicuramente quello di fare meglio dell'anno scorso e, poi, col tempo, imbastire un progetto per provare anche a salire di categoria. E' assurdo, però, parlarne adesso, dopo stagioni complicate come le ultime. Ora stiamo cercando di porre delle basi solide, insistendo molto su organizzazione difensiva e aspetto psicologico".Lei allena il Concordia da questa stagione: quale è stato il suo percorso precedente e cosa l'ha spinta a diventare allenatore?
"Prima di allenare, io ho giocato in tutte le categorie dall'Eccellenza alla Terza Categoria. A 26 anni, poi, per motivi lavorativi, ho dovuto vivere il calcio come divertimento e da lì in poi ho giocato fino a 38 anni in Terza Categoria. Dopodichè, ho deciso di "passare dall'altra parte" e sono diventato allenatore. Ho iniziato ad allenare sei anni fa a Limidi, dove sono rimasto due anni, poi sono andato alla Virtus Mandrio, che ho dovuto lasciare causa Covid quando eravamo primi in classifica in Terza Categoria, poi l'anno successivo sono stato nelle giovanili del Carpi e quello dopo ancora (in seguito al fallimento della società biancorossa) nelle giovanili della Solierese, prima di rimettermi in gioco quest'anno col Concordia. Chiaramente allenare è qualcosa di completamente diverso rispetto a giocare: nel tempo, poi, il mestiere dell'allenatore è cambiato. Ora, in aggiunta all'aspetto tattico, è importante anche sapersi porre nel modo giusto con ogni ragazzo. Anche le società sono molto cambiate: l'allenatore è spesso il primo a pagare in caso di risultati negativi. Purtroppo, spesso i risultati sul campo contano più dei rapporti umani".LEGGI ANCHE:
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