Mirandola, l’assessore Lodi: “Vero e proprio esproprio, Aimag tolta al territorio e al controllo pubblico”
MIRANDOLA - A margine della votazione dell'Assemblea dei soci di Aimag, svoltasi ieri, giovedì 29 giugno, e che ha sancito la fine del Patto di Sindacato e l’ingresso di Hera nel CdA di Aimag, l’assessore al Bilancio del Comune di Mirandola, Roberto Lodi, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Basta leggere i nomi dei neo consiglieri di Amministrazione per capire quali interessi siano malcelati dietro a quello che, di fatto, è un vero e proprio esproprio: un'acquisizione a costo zero da parte di Hera sotto la regia del Partito Democratico che toglie Aimag al territorio e al controllo pubblico, così come la abbiamo conosciuta sino ad oggi. L'onore delle Armi – prosegue Lodi - va senz'altro riconosciuto a quei sindaci - anche del PD locale - che hanno cercato di contrapporsi a questa logica, dimostrando tuttavia un’ormai palese inconsistenza della sinistra locale in questa terra.
Un territorio - prosegue l'assessore Lodi - che potrà trovare soluzioni solamente attraverso un cambio di governo in Regione alle prossime elezioni: solamente in questa circostanza potrà cambiare le sorti di una comunità che è sempre stata - e continua ad essere - fonte di ricchezza inversamente proporzionale alla sottrazione di servizi che subisce. L'elenco ormai è lungo e così proseguendo diverrà inarrestabile. Dagli uffici giudiziari, alla Cispadana promessa e mai realizzata, all'adeguamento del Canaletto mai avvenuto ad un Ospedale continuamente depauperato ormai anche dei servizi minimi. Ed ora, proseguendo in questa galleria degli orrori, la Bassa modenese viene privata anche del “tesoretto” e dei dividenti di un’azienda – Aimag, nata proprio a Mirandola – che anche nell’ultimo anno ha chiuso in attivo con risorse preziose pronte da redistribuire sui comuni soci, fra cui Mirandola. Un regalo, nel vero senso della parola, a quella Hera che presto mostrerà i disservizi che ne caratterizzano l'operato – facilmente appurabile attraverso le lamentele di residenti e commercianti – nelle vicine Modena e Bologna, ma più in generale in tutte le città in cui opera a costi ben maggiori. Con il voto di ieri è stata volutamente messa fine ad una realtà virtuosa che, fra le sue tante accezioni positive, ha sempre garantito qualità del servizio, posti di lavoro e indotto per il territorio. Una battaglia che Mirandola, in un fronte decisamente allargato che coinvolge anche il basso mantovano, ha tutta l'intenzione di proseguire in tutte le sedi possibili per provare ad invertire un destino che – nella mente di chi ha voluto anteporre logiche personalistiche al bene della comunità – era già stato scritto da tempo”.LEGGI ANCHE:
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